Contrasti

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[LEXA]

Apro la porta ed entro nella sala visita, Jaha mi segue e la chiude dietro di sé.

La stanza in penombra, crea una strana atmosfera, ma quello che mi inquieta davvero è stare lì da sola con lui, in attesa che la sua voce viscida inizi a parlare e a farmi capire cosa vuole da me.

"Dottoressa Woods, oggi inizierà l'anno di tirocinio per i nuovi studenti. Lei è al secondo anno di assistentato e le verrà assegnato un altro studente da seguire".

Inquadrato l'argomento di conversazione, penso che voglia tornare a parlare del mio primo anno d'insegnamento con quello studente.

"Dottor Jaha so che lo scorso anno avrei dovuto lavorare meglio con il mio studente. Mi dispiace che alla fine della sua esperienza abbia deciso di cambiare ospedale per proseguire i suoi studi. La mia scheda di valutazione finale di certo non l'ha messo in condizione di restare, ma ho cercato di...".

Cerco di spiegare il mio punto di vista sul lavoro svolto con il mio primo studente, anche se so di non dovermi giustificare per il punteggio finale che gli ho attribuito a fine anno, ma il Cancelliere mi interrompe.

"Dottoressa Woods non deve giustificarsi di nulla. Lei ha svolto un ottimo lavoro come insegnante, ha provato a stimolare le capacità e la voglia di imparare di quel ragazzo per tutto l'anno, ma evidentemente la sua voglia d'impegnarsi non è mai stata abbastanza. La scheda che ha ricevuto ha rispecchiato in pieno quello che ha dimostrato".

Jaha non ha mai parole di elogio per me, non ha mai parole di elogio per nessuno. Anche se quello che ha appena detto è la verità, non capisco ancora dove voglia arrivare, ma non mi fido affatto del suo falso tono gentile.

"Grazie Dottore, apprezzo molto le sue parole" dico con tono incerto.

Avrei voluto che la mia voce esprimesse ben altre parole, ma non posso fare altro che aspettare che arrivi presto all'obiettivo del suo discorso.

Ci sta mettendo tanto a farmi capire, ci sta mettendo troppo...

Vorrei solo uscire da questa stanza.

Vorrei ma è solo la mia mente a rifugiarsi altrove, tornando al sogno di stanotte... di nuovo davanti ai miei occhi compare l'immagine di noi due abbracciate.

Vorrei solo cominciare il mio turno.

Vorrei ma resto immobile.

Vorrei solo potermi concentrare sul mio lavoro e provare a spegnere per un po' quell'immagine che non abbandona mai i miei pensieri.

Jaha mi riporta alla fredda realtà, arrivando finalmente al punto focale della conversazione.

"Dottoressa per dimostrarle quanto abbiamo apprezzato il suo lavoro nell'insegnamento, quest'anno le verrà affidata una studentessa a cui lei dovrà dedicare un'attenzione particolare".

Il tono con cui mi sta dicendo questa cosa, mi sta facendo superare il limite del disgusto che già provo per l'uomo che ho di fronte.

"Mi scusi Dottore che cosa intende?" prendo tempo... anche se non ho ancora capito di chi stia parlando, ho già intuito di essere finita in una situazione che non mi piace per niente.

"La studentessa che dovrà seguire nel suo percorso è Clarke Griffin, è al terzo anno di Chirurgia e non ho bisogno di dirle chi è sua madre" mi guarda con la sicurezza di chi pensa di aver fatto arrivare il suo messaggio intimidatorio.

Resto senza parole, mentre realizzo cosa ho appena ascoltato e sono sicura che anche la mia espressione mostra tutto il mio stupore.

Quell'uomo non mi è mai piaciuto né come persona, né tantomeno come medico, l'ho sempre reputato un arrogante viscido incapace, ma non pensavo sarebbe arrivato a tanto, o meglio lo speravo. Soprattutto speravo non superasse mai certi limiti con me, ma evidentemente mi sbagliavo.

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