33. Alzarsi e sorridere

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Tornata in camera, presi il telefono e digitai il numero di Aiden, che ormai conoscevo a memoria.

Dovetti aspettare qualche squillo prima si sentire la sua voce dall'altra parte.

- Wendy? -.

- Ehi... - risposi, passandomi una mano fra i capelli.

- Che succede? -.

- C'è la madre di Stephen a casa mia... - mi morsi un labbro - Dice che le hanno riportato il corpo -.

- Cavolo... Dopo tutto questo tempo? -.

- Non hanno nemmeno trovato indizi -.

- Vuoi uscire un po'? - mi propose con tono gentile, morbido come una carezza.

- Va bene. Dammi cinque minuti -.

Riagganciai dopo esserci salutati e mi diressi immediatamente all'armadio, tirando fuori dei jeans scuri e una t-shirt rosa. Mi cambiai i vestiti e le scarpe, per poi farmi una spazzolata veloce ai capelli e scendere giù.

La signora Sanders era ancora lì, a parlare con mia madre. Le dissi che stavo uscendo e prima che potesse farmi domande, ero già fuori.

Stavo scendendo i gradini del portico quando un pick-up rosso rallentò, fermandosi proprio davanti il mio cancello. Aiden era con Dylan e non me l'aveva detto.

Lo guardai male, pensando se fosse il caso di tornare dentro. Era stato un colpo basso da parte sua.

- Non penso che sia il caso di... - dissi, non trovando le parole adatte per terminare la frase. Entrare nell'auto di una persona con cui ho smesso di avere un rapporto?

- Dovresti venire con noi - mi contraddì Aiden, fissandomi negli occhi. Alla fin dei conti, lui era lì con me e io non avevo alcuna voglia di rientrare e sentire il piagnucolio della mia vicina.

Raggiunsi l'auto e Aiden scivolò nel mezzo per farmi salire. Dylan partì ed Aiden accese la radio. Mi ero già trovata in quella situazione, solo che quella volta la parola non la rivolgevo ad Aiden.

- Cosa stavate facendo? - chiesi, principalmente al mio ragazzo. Di certo non mi aspettavo una risposta da Dylan.

- Siamo andati al Tina's - mi rispose.

Dylan giunse alla fine della strada, per poi svoltare a sinistra e fermare il pick-up nel parcheggio della scuola. - Torno subito - disse prima di scendere.

- Che deve fare? - domandai, fissandolo mentre entrava.

- Deve ritirare alcuni documenti per il college -.

- Dove hai fatto domanda tu? -.

Mi sistemai meglio sul sedile per riuscire a guardarlo.

- Yale e Harvard -.

- Accipicchia! - esclamai con un risolino.

- Non è detto che mi prendano - sminuì la cosa.

- È già tanto aver fatto domanda -.

- E tu? - mi chiese, guardandomi negli occhi.

- Alla UPenn, non voglio allontanarmi troppo da casa, e anche ad Harvard -.

- Quindi preferisti essere presa alla UPenn? -.

- Le probabilità sono maggiori e... sì, la preferirei comunque. È stato mio padre ad insistere per Harvard - spiegai. Io e Aiden avevamo la possibilità di frequentare lo stesso college, ma per me Harvard era troppo lontano da casa. Non mi ero mai allontanata dalla mia famiglia e trasferirmi a Cambridge mi sembrava un'idea folle.

Come la peceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora