21. Nella tempesta

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Passammo attraverso la recinzione con le teste infilate come se fosse solo aria. Sì, era decisamente solo aria. Un'altra illusione. Solo che la città sembrava bella solida... magari era un tipo diverso di illusione. Mentre facevo il passo decisivo, l'odore di teste putrefatte mi circondò, facendomi arricciare il naso. Una volta dall'altra parte, la città scomparve. Allungai una mano per azionare qualche magia e vedere se l'aria tremolava, ma niente. 

-Appare una sola volta per ognuno- spiegò Alyson affiancandomi. Lanciai un'ultima occhiata a dove avrebbe dovuto esserci la città. 

-Quindi, se non sbaglio, anche i miei aggressori erano un illusione... però questi lividi sembrano tutt'altro che illusioni- borbottai massaggiandomi un enorme livido violaceo sulla spala. Sfiorando l'anello con Capello Azzurro, ammirai la coloratissima distesa gialla che deliziava i miei occhi. Il caldo si abbatté su di me come un falco sulla preda. Alyson e Dylan si stavano già incamminando verso una meta indefinibile, e mi venne pure in mente di raccomandarle di non farci perdere di nuovo. Però accantonai l'idea, perché a)non era il momento giusto e b)era probabilmente abbastanza brava da riuscire a proseguire dritta fino... fino ad un bosco, se non ricordavo male.  Non avevo la forza (né tanto meno la voglia) di chiedere dove stavamo andando di preciso. Affrettando il passo li raggiunsi, lo sguardo fisso sulla sabbia, nonché l'elemento principale di quella monotona landa desolata, tutta gialla e marrone e piena di crepe. La temperatura sembrava aumentare ad ogni metro percorso.

Dylan rallentò finché non fummo fianco a fianco. 
-Lo sai che ci sarà una guerra, alla fine- 

-Lo so.-

-Sono preoccupato per te, non sai combattere o usare armi- 

-E tu? Tu sai combattere?- alzai un sopracciglio. 

-Lascia perdere me-

-Eddai! Dov'è finita tutta la tua fiducia? E poi, a che mi servono le armi quando ho questi!- senza neanche volerlo una scarica di plasma mi partì dalla mano sfiorando Dylan per un pelo e facendo un buco fumante a terra. Lui mi guardò male come per dire "Vedi? Te l'avevo detto io".

-Non è questione di fiducia, ho solo paura per te- 

-Preoccupati piuttosto di non venire abbrustolito- lo ammonii io entrando in modalità difensiva. Però era carino da parte sua preoccuparsi per la mia incolumità, anche se la guerra non era ancora entrata nella mia prospettiva del futuro. Era piuttosto ovvio, una volta con i Cattivi a piede libero, avremo organizzato un esercito e riportato l'ordine... anche se non avevo capito appieno il concetto di "ordine" in questo contesto. Decisi di fare pace con Dylan, a modo mio, e mi avvicinai di più a lui, abbastanza vicino da riuscire a dagli un bacetto sulla guancia. Non vidi se arrossì o meno, dato che schizzai avanti come un siluro e attaccai con una conversazione apparentemente professionale con Alyson riguardante come non morire di sete.

-Non sono sicura che tu possa morire di sete-

-Cosa significa che "non sei sicura"?-

-Che non sono sicura- rispose la ragazza facendo spallucce.

-Non sei sicura nel senso che senza saperlo e da un momento all'altro potrei perdere i sensi e morire a causa della mancanza d'acqua o nel senso che mi potrebbe semplicemente venire un po' di sete?-

-Il primo caso- disse mentre guardava la mappa sul dorso della sua mano. Vi sbirciai pure io e non vidi altro che una distesa color sabbia e tre puntini neri quasi fermi. 

Guardai l'orizzonte, una linea netta che staccava il giallo del deserto dall'azzurro puro del cielo. E non c'era nemmeno una nuvola! Senza guardare dove mettevo i piedi e inciampando in zolle sollevate e sassi, tenni per un po' lo sguardo fisso davanti a me; finché non mi scocciai e decisi di chiedere una cosa alla mia amica.

DarknessWhere stories live. Discover now