8. Acqua, non affogarmi.

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Sapevo che se non avessi aperto gli occhi in quel momento sarei rimasta addormentata per sempre. Ora o mai più. Di mala voglia decisi che quella era la mia unica opportunità di non beccarmi un ceffone da parte di una delle due squinternate che stavano probabilmente complottando senza dirmi niente. La luce del mattino si intravedeva anche da sotto le palpebre chiuse, ma fioca e delicata. All'improvviso mi ricordai degli avvenimenti del giorno precedente, e mai come in quel momento desiderai di sprofondare. Peccato che delle sabbie mobili non ce n'era nemmeno l'ombra. Anzi, non mi ero nemmeno accorta che, prima di addormentarmi, mi ero seduta a terra appoggiando la schiena contro un sasso particolarmente comodo (aveva uno spuntone che mi si era conficcato proprio in mezzo alla schiena). 

Mentre la mia fervida saltellava da un'immagine ad un'altra cercando di ricostruire in modo decente la mia avventura dentro il mio libro, sentii 1)un prurito sul naso e 2)una cosa che mi camminava sul naso.  Spalancai gli occhi trovandomi un insetto che riuscivo a vedere a mala pena, dato che era sul mio setto nasale. Aveva le ali di una farfalla, anche se trasparenti, ed il corpo da mosca. Strillai, anche se restia a manifestare la mia paura degli insetti, ma quella cosa (non altrimenti definibile) continuava a zampettarmi fastidiosamente in faccia; allora cercai di scacciarla con una mano ma, dopo aver girato intorno alla mia testa si posò nuovamente sul mio naso. Grandioso. Ripetei l'operazione almeno tre volte prima di realizzare che la farfalla-mosca non se ne sarebbe andata. Come diceva un mio compagno di classe: a mali estremi estremi rimedi. Afferrai l'insetto con il pollice e l'indice e lo scaraventai di lato. Sollevai la schiena dal sasso e mi misi dritta a sedere. Lo schiacciai a terra con un dito e lo osservai. Si contorceva spasmodicamente, agitando le zampette. Riuscivo quasi a sentirne le urla... Avrei potuto distogliere o sguardo, ma volevo vedere come sarebbe andata a finire, non che ci volesse molto a capirlo. Le alucce trasparenti della cosa si muovevano selvaggiamente, mentre il corpo si torceva e rigirava.Strizzai gli occhi e schifandomi di me stessa schiacciai definitivamente quella specie di insettino decisa a mettere fine alle sue sofferenze una volta per tutte. Alla fine si immobilizzò, fermo mezzo piegato con le ali stropicciate.

Mi resi conto di ciò che avevo fatto solo quando fu troppo tardi. Balzai in piedi come una molla e mi allontanai dal piccolo cadavere. Avevo torturato un insetto! Più o meno.

- Complimenti, stai facendo progressi. - disse una voce alle mie spalle. Era Regina.

- Stai scherzando-

- No, anzi. Sono fiera di te. Primo passo verso il sadismo. Benvenuta nel club -

-Si salvi chi può... in questo caso io non sono un'opzione- borbottai

- Tu hai il marchio sul petto, sei destinata a compiere questa missione, che tu lo voglia o no-

- Certo, e Jack Frost è esistito veramente. - dissi mettendo nella voce tutto il sarcasmo possibile.

- Chi? - fece lei

- Lascia perdere -

- Consci Jack Frost? -

- Tutti i bambini conoscono Jack Frost. -

- Di persona? -

- Ma che domande mi fai!? E' il personaggio di un film, certo che non lo conoscono di persona! -

- Ah, bé, ti toccherà salvare quel ghiacciolo insieme a tutti gli altri. -

-Primo passo verso il suicidio-

-Su, non essere pessimista. Te lo sei già dimenticata? Sei immortale. Malefica ti renderà le idee più chiare a tempo debito- fece finta di farmi l'occhiolino.

- Se lo dici tu. - mi resi conto in quel momento del discorso che stavamo facendo... "Sono pazza", pensai.

- Ora muoviamoci, abbiamo tanta strada da fare!- mi incitò l'altra, sbucando all'improvviso e facendomi prendere un colpo.

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