L'uomo Nero Fa Paura

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Tutti quanti rimasero scioccati, senza dire una parola per minuti.
Il Dr.Gears, dopo un po', fece un grosso sospiro e spezzò la tensione creatasi, ricominciando a parlare.
"Perdonateci, non volevamo farvi vedere qualcosa di così forte, specialmente al vostro primo giorno qui al Sito 19.
Ma quando SCP-106 scappa fuori dal contenimento, è necessario fare così per rimetterlo a bada."

Ma nessuno ricominciò a parlare con lui.
Tutti quanti avevano visto una cosa tremenda, ed Elena ne era la principale testimonianza. 

La ragazza rimase ancora per alcuni minuti davanti al vetro della cella con gli occhi fuori dalle orbite, per poi urlare spaventata e scappare via da quella stanza. 

Il Dr.Gears cercò di riportarla dagli altri, ma era inutile, ormai se n'era andata molto lontana.
"Accidenti, c'è bisogno di qualcuno che la riporti qui, diamine..."

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Elena correva nel corridoio, e nel frattempo non riusciva a smettere di piangere per il terrore.
Quello che aveva visto era crudele e inaccettabile, l'aveva traumatizzata e spaventata.
E di sicuro tutto il resto della Fondazione sarebbe stato così, pieno di creature mostruose e di persone che venivano uccise in maniera crudele e senza pietà. 

Quel pensiero e l'immagine del volto del Classe D in preda al terrore continuavano a muoversi nella sua testa e farle confondere ancora di più le idee, finché ella non si fermò per la stanchezza in una sala informatica, piena di scrivanie e computer. 

Stanca per la lunga corsa, Elena si sedette sulla sedia di una delle scrivanie, e si rimise a piangere.
"Non ce la faccio, non ce la faccio..." diceva fra sé e sé, con il volto coperto e con le lacrime che le bagnavano il viso. 

La sua tristezza, però, venne interrotta, perché cominciò a sentire dei passi; qualcuno che stava passando lì da quelle parti.
Elena non voleva assolutamente farsi vedere, specialmente in quello stato, e si nascose subito dietro ad un armadio.

 
"C'è qualcuno qui?" chiese una voce femminile.
"Ho sentito dei pianti.
Va tutto bene, non voglio farti del male." Elena però non rispose, cercò di allontanarsi e non farsi vedere. 

Nel mentre che si spostava, vide che chi parlava era una donna tra i venti e i trenta anni circa, con i capelli castani corti striati di azzurro sulla frangetta, occhi del medesimo colore e occhiali da lettura rotondi ed argentati.
Indossava un maglione blu scuro, pantaloni lunghi grigi e mocassini blu, sciarpa a righe azzurra e rosa ed un cerchietto per i capelli con fiocco della stessa colorazione, il tutto ovviamente col camice da scienziata bianco. 

Dopo i tentativi di fuga di Elena, le due finirono, involontariamente, ad incrociarsi con lo sguardo.
"Ah, eccoti!" disse la donna indicandola.
Elena cercò di scappare via presa dal panico, ma ella le prese la mano fermandola.
"Ehi, mica ti mangio, posso anche aiutarti, sai?" e le sorrise. 

Elena, di fronte a quel sorriso gentile e sereno, si calmò, e le sue lacrime di paura si fermarono.
"D-davvero?" chiese.
"Sì, davvero, non devi preoccuparti.
Io sono la Dr.ssa Esmeralda Duke, ma tutti qui mi chiamano semplicemente Esme.
Quindi, diciamo che sono la Dr.ssa Esme." e le porse la mano, in segno di saluto. 

Elena strinse la sua mano, e anche lei si presentò.
"Io... Sono Elena.
Sono una dei principianti e, inizierò a lavorare qui..."
"Davvero?
Ma è FANTASTICO!" esclamò Esme, con gli occhi che brillavano di entusiasmo mentre teneva le mani della ragazza.

"È veramente raro che qualcuno di nuovo venga qui a lavorare al Sito 19, sai?
Avere delle persone nuove con cui dialogare ogni tanto mi allieta, non sai quanto!" e fece un altro largo sorriso.  
"Comunque, sbaglio, o dovresti essere con un gruppo di altri tuoi coetanei per fare il tour di presentazione del Sito?"

Ed Elena, a quella domanda, si fece scura in viso.
"Ecco, mi sono allontanata scappando via perché ho preso paura.
Un uomo decomposto ha preso un Classe D e..." e cominciò a farfugliare, quasi riprendendo a piangere. 

Esme la calmò, mettendole una mano sulla spalla.
"Hai visto SCP-106, non è vero?
Ti capisco, mette una paura tremenda quello lì, soprattutto le prime volte, ma poi ci fai l'abitudine." rispose,volgendo poi lo sguardo sul soffitto.
"Specialmente se comincia ad apparirti all'improvviso da sopra la tua testa." ed ebbe un brivido disgustato, ricordandosi di quando l'aveva visto sopra di lei. 
Era stata tanto fortunata da rimanere viva per raccontarlo ad una novellina.

"Oh.
Dev'essere stato orribile..."
disse Elena.
"Lo è stato, infatti.
Ma adesso non parliamo più di quel vecchietto ricoperto di salsa barbecue, vieni, voglio tirarti un po' su il morale." e dopo aver detto ciò, Esme portò la ragazza nella caffetteria della Fondazione. 

"Vuoi per caso comprarmi una brioche?" chiese Elena.
"Ah, no, qualcosa di meglio" e le due arrivarono davanti ad una macchinetta del caffè, sorvegliata da due persone.

"Non preoccupatevi signori, sono qui solo per fare una dimostrazione alla nostra principiante." disse Esme alle due persone di guardia e mostrandogli loro una tessera di riconoscimento rossa.
I due annuirono, e lasciarono ad Esme ed Elena l'utilizzo della macchinetta.

"Ok, Elena, questo è SCP-294.
È una macchinetta del caffè a cui puoi chiedere tutto quello che vuoi!"
"Con tutto intendi qualsiasi bibita voglio?"
"Qualsiasi, o quasi.
Adesso ti faccio vedere"
Ed Esme mise nella macchinetta 50 centesimi, scrivendo poi sulla tastiera :"Qualcosa che calmi l'animo e riporti serenità".
Dopo circa qualche minuto, la macchinetta fece uscire un bicchierino di carta con dentro un liquido giallo paglierino, simile a tè.
Esme, quindi, lo prese e lo diede in mano ad Elena.
"Tieni, è per te. Te lo offro io" disse con un sorriso, offrendo la bibita alla ragazza. 

Elena non ebbe dubbi riguardanti il liquido e lo bevette di gusto.
Subito sentì la paura e il trauma di prima scomparire nel nulla. 

Il liquido aveva un sapore di camomilla e tè verde misto a miele d'acacia, ed era riuscito a ridare tranquillità alla ragazza.
"Ma è veramente buono, grazie!
Sembra té verde con camomilla e miele!" disse Elena, con tono più calmo e sorridente.
"Sono veramente felice ti sia piaciuto, e anche di averti dato una mano." 

Proprio in quel momento arrivò il Dr.Gears assieme ad un'altro dottore, il Dr.Glass, un uomo sui quarant'anni biondo e con gli occhi azzurri che fungeva la funzione di psicologo lì al Sito 19, con tutti i ragazzi, sollevato dopo aver ritrovato Elena.
"Oh, grazie al cielo sei qui, ci stavamo tutti preoccupando." disse tirando un sospiro di sollievo.
"Mi scusi tanto, Dr.Gears, non avrei voluto, ma purtroppo è stato un gesto istintivo.Mi dispia-" ma Esme la interruppe.
"Non serve che ti scusi, Elena.
È stato solo un brutto spavento, per le prossime volte, però, vedi di riuscire a risolvere questa tua sensibilità, ok?"
ed Elena annuì.  

Le due si salutarono, ed il Dr.Glass ringraziò Esme per l'aiuto.
"Ti ringrazio tantissimo, Esmeralda, mi avevano chiamato perché la ragazza aveva appena avuto uno spavento, e senza di te non avremmo saputo ritrovarla"
"Ah, non si preoccupi.
Chissà, magari io e lei potremmo lavorare assieme, mi sono trovata bene con lei"
"Forse Gears ci penserà, vedremo" e dopo averle stretto la mano, se ne andò per tornare nel suo ufficio e lasciare gli altri ragazzi al loro giro, compresa Elena, che stava finendo il liquido nel bicchiere. 

Dopo che se ne furono andati, Esme prese il suo tablet rosa e cominciò ad appuntare:

Addendum [SCP-294-al]: La Dr.ssa Esme ha richiesto un bicchiere di "qualcosa che calmi l'animo e riporti serenità", per darlo ad una principiante in stato di shock.
Ha ricevuto un bicchiere di un liquido giallo simile a tè, ed è stato dato alla principiante che, dopo averlo bevuto, si sentì calma e rassicurata e ha descritto il liquido come "tè verde e camomilla misto a miele".

Dopo averlo scritto ed inviato per e-mail a qualcuno, sospirò.
"Bene.
Attendiamo l'approvazione" e sorrise.

SCP: Welcome to the FoundationWhere stories live. Discover now