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Sbatto gli occhi infastidito dalla luce per poi aprirli.
Ieri sera mi sono dimenticato di chiudere bene la tapparella rimasta invece mezza aperta, lasciando illuminare la stanza con i primi raggi del sole mattutino.
Mi accocolo meglio sotto le coperte e da dietro sento le braccia di Andrea che mi stringono a lui.
Mi giro delicatamente per non svegliarlo.
Il viso e disteso in un espressione tranquilla, la bocca leggermente aperta, i capelli spettinati e una tranquillità quasi irreale su di lui.
Faccio un piccolo sbadiglio mentre mi giro per guardare l'ora sul cellulare.
Sgrano gli occhi, sono le 6 e 40, mia mamma a quest'ora avrà appena finito il turno di lavoro e arriverà a casa tra meno di mezz'ora.
Mi alzo di scatto e inizio a scuotere Andrea che mugugna di protesta.
-che c'è ora?- dice mentre si gira dandomi le spalle.
-forza alzati! Tra neanche mezz'ora arriva mia mamma-
So rigira stropiciandosi gli occhi.
-che ore sono? -
-venti minuti alle sette- mi alzo raccattando i nostri vestiti in giro per la stanza.
-ma è presto!- lo sento protestare.
Gli lancio i suoi pantaloni.
-forza pigrone, alzati!- lui sbuffa e mi fa sorridere il modo teatrale in cui lo fa, e dopo qualche parolaccia è forse qualche bestemmia sottovoce si alza e inizia a vestirsi sbadigliando.
Si gratta il capo cercando di rimettersi in ordine i capelli mentre mi guarda andare avanti e indietro per la stanza cercando di riordinare il più possibile, senza dimenticare il disordine che ho fatto con Pietro la sera prima.
-perché tanta fretta?- chiede tranquillo.
Mi fermo e lo fisso -mia mamma non sa ancora che sono gay, e non credo che farmi trovare a casa di mattina presto con un ragazzo con diversi succhiotti sul collo e la camicia piena di sangue sia una buona idea-
-beh, in un modo o nell'altro deve scoprirlo- mi dice con il suo solito sorriso beffardo.
Gli lancio i vestiti appena raccolti ma lui riesce a prenderli al volo e mi guarda sollevando e abbassando le sopracciglia fissandomi in modo sexy.
Mi avvicino e gli mordicchio il labbro.
Ci baciamo e in un attimo mi ritrovo attaccato alla parete con lui che mi tiene fermo con il suo corpo e con le braccia bloccate dalle sue mani.
Siamo ancora tutti e due senza maglia e per lui è un gioco da ragazzi arrivare al mio collo e iniziare a succhiarlo in una dolce tortura.
- tra poco mia mamma sarà qui- riesco a dire tra un gremito e l'altro.
Andrea si stacca con il broncio e io gli do un bacio a stampo.
-dai, ora aiutami a sistemare e dopo andiamo a fare colazione-
-e se io volessi te per colazione? -
Mi dice Andrea mentre mi lascia andare.
Faccio per controbattere quando sento le chiavi girare nella porta d'ingresso.
-troppo tardi- dico mentre corro davanti al mio armadio e ne tiro fuori due maglie pulite per poi lanciarne una ad Andrea -metti questa-
Ci affrettiamo a vestirci e a mettere in ordine il letto e infine accendo la play, riconosco il rumore della porta che si apre, i tacchi di mia mamma sul pavimento, la borsa e le chiavi che vengono appoggiate sul tavolo senza troppa delicatezza.
-Giovanni, tesoro stai ancora dormendo?- sento i passi di mia mamma avvicinarsi alla mia camera e prima che lei arrivi sulla soglia la play finisce di accendersi, lancio un joypad ad Andrea che lo prende al volo e, capendo le mie intenzioni, si butta sul letto stravaccato e io mi siedo affianco a lui.
Mia mamma si affaccia alla porta e rimane sorpresa nel vedere un ragazzo nuovo.
Io faccio finta di sbadigliare.
-sei già a casa? Ma che ore sono?-
-sono le sette passate- dice mia mamma roteando gli occhi.
Andrea sgrana gli occhi -non mi dire che abbiamo giocato fino a mattina-
-mi sa di sì amico- e bello vedere come ci reggiamo il gioco a vicenda.
- Giovanni sei proprio un incosciente, e poi guarda com'è in disordine questa camera- dice guardandosi attorno mentre si avvicina a noi due -beh, non mi presenti il tuo amico?-
-ehm si, lui è Andrea, Andrea lei è mia mamma-
-piacere signora- dice con un sorriso angelico mentre allunga la mano.
-piacere Andrea- risponde lei con il sorriso che si apre in volto, dalla sua espressione posso ben dire che è rimasta compiaciuta dal mio "nuovo amico".
- comunque è tardi, Andrea forse è meglio se vai a casa, e tu Giovanni entro mezzogiorno voglio vedere questo posto brillare, ora scusatemi ma ho bisogno di una doccia calda e di un caffè bollente, ciao ragazzi- dice per poi uscire dalla stanza.
-che dici, avrò fatto colpo? -
-si, decisamente-
Lui si alza stiracchiandosi per poi avvicinarsi alle sue scarpe.
- è meglio se faccio come ha detto la signora-
Sbuffo - non puoi rimanere nemmeno un altro po'? -
Andrea si avvicina e mi lascia un bacio a stampo.
-magari ci vediamo più tardi dolcezza, ora ho due genitori incazzati neri da incontrare ed è meglio se arrivo prima che questi si sveglino e non mi trovino nel mio letto-
Stavolta sono io a dargli un bacio a stampo prima di parlare.
-ok, ma promettimi che poi ci vediamo-
-promesso- e suggella la sua promessa con un ultimo bacio a stampo.
Lo accompagno alla porta e lo saluto prima di vederlo scomparire dietro ad essa.
Mi abbandono appoggiato al muro con un sorriso stampato in faccia,ma appena sento mia mamma uscire dal bagno mi riprendo e vado in cucina per cercare qualcosa da mangiare.
-sembra davvero un bravo ragazzo quel tuo nuovo amico- dice entrando anche lei in cucina.
-lo è-
-è quello della ricerca?-
Mi giro aggrotando leggermente la fronte.
-si è lui, perché?-
-no, niente, però lo dicevo che avresti fatto amicizia-
Non rispondo, lei sposta la sedia e si siede.
-Giovanni, perfavore mi puoi fare un tè caldo, ho avuto una nottataccia e non vedo l'ora di farmi una bella dormita-
-certo mamma-
-non puoi nemmeno immaginare cosa ho passato, sai quella collega che ti dicevo, Ivana, beh stasera -
Continua a parlare ma smetto di ascoltarla, mentre faccio il té e cerco una confezione di biscotti, il mio pensiero va alla sera prima, o meglio, a qualche ora prima e sento il cuore battermi ancora forte in petto.
Alla fine della nostra prima volta, il ti amo da parte di Andrea e stato tanto inaspettato quanto bello.
È si, ti amo anche io Andrea.

Pietro si strofina gli occhi sbadigliando, sebbene sono le 11 e mezza passate lui ha ancora sonno.
Sono rimasti tutti e tre a dormire da Leo, un po' perché Matteo e Leo volevano condividere la loro rabbia, un po' perché erano tutti e tre preoccupati.
Seduti stravaccati sul divano, tre ciotole di latte ora freddo davanti, una confezione aperta di biscotti al cioccolato e alla tv un documentario sugli orsi polari in via d'estinzione.
Pietro non ne poteva più di quel silenzio e azzardó a dire qualcosa.
-secondo voi ora sta bene? Non lo vedimo né sentiamo della due-
Guardò gli altri due scorgendo un lampo preoccupato anche nei loro occhi, ma Matteo lo nascose subito.
-pff, che vuoi che me ne importi-
-già, dopo tutto quello che ha fatto e ha detto per far in modo che io vi dicessi di Poldo, tutte le cose su "siamo come una famiglia" e poi lui non ci dice che si è preso una cotta per Grassi, e poi se fosse stato qualcun'altro, ma proprio Andrea Grassi?! -
-beh, poteva andarci peggio, poteva uscire con Muratore- dice Matteo per alleggerire un po' l'atmosfera e provare a far ridere Leo, invano - poi noi non ci siamo accorti di nulla-
Pietro ingoió la saliva, forse era meglio se lo faceva ora, si sarebbe tolto un peso dal petto e sperava di aiutare anche Giovanni facendolo.
3. 2. 1. Coraggio.
-in verità io lo sapevo- il cuore inizia ad accelerare ma non può più tirarsi indietro.
I due si girano nella sua direzione.
-vuoi dire che Giovanni te lo ha detto?- il tono di Leo ora sembrava meno incazzato e più curioso.
-ehm no, non me lo ha detto Giovanni, me lo ha detto Andrea-
-si? e con tutti i suoi amici lo viene a dire proprio a te?- il tono di Matteo diventa cinico e un po' beffardo.
-in verità era andato a casa di Giorgio per parlarne con lui-
Rimangono zitti non capendo il nesso.
-ed io in quel momento mi trovavo proprio a casa di Giorgio, con Giorgio-
- in che senso? E soprattutto: perché ti trovavi a casa di Giorgio?- Matteo è confuso, Leo guarda un punto fisso sulla parete corrugando la fronte.
-beh, io e Giorgio, noi due, stiamo insieme-
Il silenzio cala sulla stanza lasciando spazio solo al verso degli orsi polari che cercano la loro mamma, un po' quello che vorrebbe fare anche Pietro in questo momento.
Leo e Matteo lo guardano con gli occhi sgranati e la bocca semi aperta.
-no, stai scherzando, non è vero- prova a controbattere Matteo con un mezzo sorriso come se avesse capito la burla.
-è tutto vero- dice serio.
- dimostralo-
Sospira prendendo il telefono e andando sul contatto di Giorgio per poi chiamarlo mettendo il vivavoce.
-hey Pietro, è successo qualcosa?- la voce di Giorgio è impastata dal sonno.
- no, non è successo niente, volevo solo dirti che ti amo e che mi manchi-
La voce di Giorgio si addolcisce -ti amo anche io. Ah, una cosa: tu sai che fine hanno fatto Andrea e Giovanni? Ho provato a chiamare Andrea ieri notte, ma non risponde-
-io non ho ancora provato con Giovanni, speravo di ricevere notizie da te-
Lo sento sospirare -mi vesto e faccio un salto a casa sua, tu intanto prova a contattare Giovanni-
-va bene amore-
- dopo ci aggiorniamo, ti amo-
-anche io-
Pietro chiuse la chiamata e riporta lo sguardo sugli occhi sgranati di Leo e Matteo.
-che dite? Ora mi credete?-
-da quanto va avanti questa storia?- la voce di Matteo attraversata da una scossa di rabbia.
Pietro si tormenta le mani mentre sente, ne è sicuro, l'arrivo della tempesta.
-dalla festa di Lorenzo-ingoia un po' di saliva e riprende il coraggio che sentiva scivolargli via -non sono cattivi ragazzi, ne Giorgio ne Andrea intendo, gli altri non so-
-ci hanno fatto passare le pene dell'inferno per anni e ora te ne esci con "non sono cattivi ragazzi", parli sul serio?- la voce di Leo era derisoria nei confronti di Pietro e a quest'ultimo diede davvero fastidio.
Sospirò spazientito -va bene, posso farvela passare che non mi credete, ma questo non cambia né quello che c'è tra me e Giorgio, e nemmeno quello che c'è tra Giovanni e Andrea- poi si rivolse a Leo - e quelle cose che ti ha detto Giovanni sul bene che ci vogliamo è vera, perché ora non ci venite incontro?- terminò in un sussurro.
I due si guardarono, un filo di incertezza nei loro occhi.
Matteo si alzò dal divano - va bene, ti dò una occasione per farmi cambiare idea su quei due, ma se hanno preso in giro te e Giovanni giuro che gli spacco la faccia-
Pietro sentì il peso al petto svanire e si alzò pure lui.
-affare fatto-



GAZZELLA ~CAMPERKILLER~Where stories live. Discover now