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- che aspetti ad andare da Giovanni? -
Fancy, seduta sul divano di fianco a me  guarda l'orologio.
-speravo che la pioggia dimminuisse per lo meno-
-allora dillo che sei un fifone-
- fatti gli affari tuoi-
Mi alzo e vado in cucina per prendere qualcosa da bere.
-già, proprio un caga sotto!- urla dall'altra stanza.
A passi pesanti mi avvicino al divano, puntando l'indice a fancy.
- senti, io non sono un caga sotto!-
-allora dimostralo-
-aaa, va bene! Allora adesso prendo la felpa e gliela riporto! Va be?! -
-benissimo, allora io ti aspetto qua-
-ma non eri obbligata a seguirmi sempre?-
Lei in risposta alza le spalle.
- fuori piove e si sta meglio in casa al caldo-
Alzo un sopracciglio -fa come vuoi- e mi dirigo in camera, prendo felpa e ombrello ed esco.
Cammino a passo veloce finché arrivo davanti al suo cancello.
Alzo lo sguardo e noto che le luci di casa sua sono spente, il ché significa che non c'è nessuno in casa.
Forse è meglio tornare a casa.
Mi giro e vedo una figura correre verso di me.
La vedo rallentare e fermarsi.
Un sorriso mi si forma in viso quando capisco che è Giovanni.
Riprende a camminare e anche io mi avvicino.
Ci ritroviamo ad alcuni passi di distanza.
Lo guardo, è bagnato dalla testa ai piedi e ha un po' di fiatone.
Intanto la pioggia non si azzarda a diminuire, ma neanche il sole voleva dargliela vinta anche se stava tramontando rendendo la strada e le case di una sfumatura rosastra.
Gli occhi di Giovanni sono un esplosione blu.
- cosa ci fai qua?-
Solo quando pronuncia quelle parole mi accorgo che non ho ancora detto niente.
-ehm, ti ho portato la tua felpa, l'hai dimenticata a casa mia ieri-
-oh, grazie-
Continuiamo a guardarci negli occhi.
Piano mi avvicino a lui.
È strano, sento il cuore battere velocissimo.
L'unica cosa che riesco a pensare mentre mi perdo a guardarlo è che è bellissimo.
Il capelli zuppi incollati alla nuca con il ciuffetto ribelle che gli cade gocciolante sulla fronte.
Quei occhi che inglobano il mondo, mi guardano con curiosità.
La barba un po' sfatta.
Si, è decisamente bello.
Ci ritroviamo a pochi centimetri di distanza, i nostri corpi si sfiorano.
Lui non sembra spaventato.
- hai degli occhi davvero belli-
Sussurra sorprendendomi.
Con un vaffanculo caccio via tutte le mie esitazioni.
Faccio cadere l'ombrello sul marciapiede e con la mano appena liberata lo avvicino definitivamente a me.
Sento i nostri respiri mescolarsi prima di far combaciare le nostre labbra.          
Le sue labbra sono sorprendentemente morbide.
Con gli occhi chiusi iniziamo ad approfondire il bacio, lasciandolo però morbido e delicato, dolce.
La sua felpa mi cade dalla mano, ma appena me ne accorgo mentre lui mette le sue braccia attorno al mio collo.
Dal contatto dei nostri corpi sento il suo cuore battere alla stessa velocità del mio.
Quando ci stacchiamo bisognosi di riprendere fiato mi accorgo che il sole è definitivamente calato lasciando un cielo di un azzurro tendente al blu.
Lo guardo negli occhi mentre ci sciogliamo dall abbraccio.

"Cazzo, perché il mio cuore batte così forte?" penso mentre Andrea mi guarda.
I suoi occhi colpiti dagli ultimi raggi del sole sono di un verde intenso, brillano come un fuoco.
Succede tutto in un attimo.
Lui mi prende e mi bacia.
Con gli occhi chiusi assaporo tutto.
Sento le sue labbra morbide in contrasto con i paletti della barba che pizzicano a contatto con la mia.
Sento il sapore amarognolo di una sigaretta fumata in precedenza.
Sento calore, un calore a cui non riesco e non posso resistere.
Circondo con le braccia il suo collo.
Chi se ne frega se siamo per strada.
Chi se ne frega che piove.
Ci stacchiamo senza fiato.
La pioggia ha vinto, il sole se ne è andato.
Poi realizzo: ho appena baciato Andrea, o meglio, Andrea mi ha appena baciato.
Ci sciogliamo dall'abbraccio.
Lo guardo, sono confuso.
Ho un miscuglio di sentimenti che non riesco a capire.
È la prima volta che lo guardo così attentamente, non mi ero mai accorto di quanto è bello, anche se è abbastanza normale non pensarlo di una persona che fa il bullo con te.
I secondi pesano come macigni, ma nessuno dei due ha abbastanza coraggio per parlare per primo.
Lo vedo prendere un respiro profondo.
-forse non avrei dovuto farlo, ma non ho potuto farne a meno- dice visibilmente in imbarazzo.
Prendi quel poco caraggio che mi è rimasto e glielo chiedo, tutto d'un fiato - ti piaccio? -
Lui posa lo sguardo sulle mie labbra.
-si, fino ad adesso non ero mai riuscito ad ammetterlo del tutto. Da quella volta che ci hai dato dei leoni troppo pieni di sé, mi hai incuriosito perché la pensavi come me solo da una prospettiva opposta. E poi la sera della festa, quando tu mi hai detto che ti piacevano i ragazzi, qualcosa mi entrato in testa e non mi è più uscito-
-aspetta, cosa! ? E quando ti avrei detto che mi piacciono i ragazzi?!- dico visibilmente scosso.
- quella sera eri ubriaco marcio, e quando Karen mi ha chiuso a chiave in bagno-
- E perché mai Karen ti avrebbe chiuso a chiave in bagno-
-lascia perdere, lunga storia. Comunque, quando mi ha chiuso in bagno mi sono accorto che c'eri anche tu. Io ho fatto in modo che tu non ricoprissi di vommito tutto il bagno e in cambio hai iniziato a blaterare, confesandomi, appunto, che non sei del tutto etero-
Rimasi scioccato, non ricordavo niente di quella sera.
Poi i tasselli si misero apposto: Lorenzo e Pietro in imbarazzo, il flashback di Andrea che mi aiutava a rialzarmi.
- quindi per tutto questo tempo hai saputo questa cosa è non l'hai detta ai tuoi amichetti? -
-no, ci ho pensato ma non ho voluto e in verità neanche avrei potuto-
-in che senso-
-il tuo amico Lorenzo ha una mia foto compromettente, mettiamola così-
Mi scappa un sorriso, alla fine Lorenzo voleva aiutarci davvero e gliene sono grato.
Poi mi ricordo che prima in mano lui aveva l'ombrello e la mia felpa, guardo per terra vedendola.
Andrea segue il mio sguardo
-oh cazzo, mia mamma l'aveva anche lavata- dice mentre la raccoglie dal marciapiede.
-fa niente- rispondo mentre raccolgo il suo ombrello che aveva fatto la stessa fine.
Glielo porgo, lui lo prende sfiorando i la mano.
Una scossa parte dalle mie dita passandomi per tutto il corpo.
- è meglio se ora torno a casa-
- si, anche io dovrei rientrare-
- allora ci vediamo domani a scuola, giusto?-
Gli occhi di Andrea si fissano nei miei.
-si, suppongo di si- rispondo.
Fa un sorriso.
-allora io vado-
Mi mette in mano la felpa e si incammina.
Mi mordo le labbra.
Cazzo, chi se ne frega se è una pazzia.
Lo rincorro e lo prendo per il braccio per farlo girare.
Lui mi guarda interrogativo.
Senza rimuginare gli dò un Baccio a stampo sulle labbra per poi correre verso casa.
Entro e chiudo la porta alle mie spalle prima di appogiamirci contro.
Il cuore me lo sento esplodere nel petto.
Questo si che è un bel casino.
Cazzo.

~my space~

Hey, come va?
Scusate se è da un po' che non pubblico, ma in questo periodo ho un po' di confusione nella mia vita.
Ma tranquilli perché sono intenzionata a portare questa storia fino al lieto (si spera) fine.
Vi dico con sincerità che non so quando pubblicherò, mi dispiace.
Detto questo spero che i capitoli vi siano piaciuti, commentate e buona pasquetta.
In bacione a tutti❤️
Viv


GAZZELLA ~CAMPERKILLER~Where stories live. Discover now