私は恋をしています - «Primo amore»

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[私は恋をしています]

High & Dry.
Primo amore
Banana Yoshimoto

«Osserviamo tutti il mondo da dentro una scatola, e se fossimo dentro a un'altra la penseremmo diversamente

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«Osserviamo tutti il mondo da dentro una scatola, e se fossimo dentro a un'altra la penseremmo diversamente. Ma visto che è in questa che siamo, possiamo solo continuare a vivere considerandola la migliore in assoluto, pur dubitandone di tanto in tanto».

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Parigi e pioggia.
Piove e qualcuno guarda da dietro un vetro appannato le gocce scontrarsi sul suolo, scivolare sulla lastra sfocata in una gara di sopravvivenza (o uno strano suicidio contorto).

Quel qualcuno è Changbin; ed è nel momento in cui la pioggia si fa fittizia e si appesantisce che egli si accorge che di Parigi c'è solo il ricordo, che l'acqua accarezza i contorni di una terra bruciata dall'insofferenza e non le linee morbide del quartiere a luci rosse di Pigalle, il materiale arrugginito del Moulin Rouge, i sospiri e i silenzi di Montmartre.

Changbin percepisce Seoul, fredda e scontrosa nonostante sia estate, durante una di quelle giornate su cui sua nonna ironizzava chiamandole "giorni adatti per entrare i panni posti al sole ad asciugare".

Ma nella sua visuale non riesce a vedere nulla.
Non ci sono vestiti umidi ma c'è solo grigio e cieli  intrisi di tristezza e solfato.
Seo Changbin vorrebbe piangere ma non ce la fa, perché la pioggia lo nausea ed i suoi temporali interni lo logorano così tanto da togliergli le energie per far qualcosa, perché dentro di sé sa che lui ha degli ingranaggi rotti ed impossibili da aggiustare.

E lascia perdere, non si sforza di singhiozzare, di far divenire gli occhi fontane sfasciate perché in cuor suo capisce che non ne vale davvero la pena.

Si sente oppresso e chiuso in gabbia, come se una corda lo legasse ad un letto di insoddisfazione ed un'altra gli stringesse il collo ad ogni presa d'aria.

Changbin, all'età di ventitré anni vorrebbe solamente arrivare in cima al mondo ma resta alla pendice, vorrebbe essere irraggiungibile ma si ritrova ad essere monotono e bloccato, vorrebbe suonare il pianoforte nei pressi del Tamigi — la sera — ma può suonare una piccola tastiera a pile posta all'angolo della camera.
E vorrebbe tagliarsi i capelli scuri fin troppo lunghi ma ha timore di non riuscire a restare attaccato agli ultimi pezzi di sé che gli restano.

Changbin potrebbe fare tanto ma non fa niente, ha il talento ma non lo sfrutta, Changbin vorrebbe vivere una vita diversa ma è prigioniero della sua, Changbin vorrebbe essere in un hotel a Berlino mentre fuma, beve, prega (adesso ha smesso di farlo perché non crede in qualcosa che possa salvarlo), ama, si gode la vita ma è rinchiuso nelle debolezze.

TOSKA - changlixDove le storie prendono vita. Scoprilo ora