31. Verità a galla

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- Lisa dorme a casa nostra stanotte - lo informò mi madre, scrivendo qualcosa nella sua agenda.

- Va bene -. Poggiò il bicchiere nel lavello e scomparì fuori dalla cucina.

Apparecchiai la tavola mentre mia madre cuoceva sulla griglia verdure e carne e, quando terminai, corsi su a svegliare Lisa.

Entrai nella camera al buio, cercando l'interruttore della lampada sul comodino. Non volevo svegliarla bruscamente con la luce del lampadario. Mi dispiace svegliarla in ogni caso, ma mia madre l'avrebbe comunque obbligata a cenare. Mi sedetti sul bordo del letto e le poggiai una mano sul braccio. - Ehi, Lisa -.

Rimase impassibile al mio sussurro. - Lisa - la chiamai con un tono più deciso. Sbatté le palpebre più volte.

- Quando mi sono addormentata? - mugolò.

- Più di un'ora fa. - risposi - La cena è pronta -.

Fece una smorfia. - Non ho molta fame -.

- Se non ceni, mia madre ti caccerà a calci nel sedere - scherzai. Sorrise, passandomi una mano sui capelli e mettendosi a sedere.

- Vado un attimo in bagno prima -.

Annuii, guardandola mentre si alzava e usciva fuori. - Lisa. - la fermai - Ma non hai portato lo zaino per domani? -.

- L'ho dimenticato -.

Aspettai che finisse, prima di scendere al suo fianco. Mio padre si era già seduto a tavola e mia madre stava dividendo il cibo in porzioni.

- Salve, signor Jones -.

- Ciao, Lisa -. Mio padre le rivolse un sorriso, mentre si sistemava il tovagliolo di stoffa sulle gambe.

Mangiammo tranquillamente, parlando di scuola, lavoro, amici e ovviamente di cibo, perché è scontato parlare di cibo quando si sta mangiando. Mi alzai da tavola con insieme a mia madre, riponendo i piatti sporchi in lavastoviglie. Lisa mi imitò, prima di dirmi che avrebbe fatto una doccia.

- Le tovaglie sono nel mobiletto accanto alla doccia - le disse mia madre. La bionda forzò un sorriso e salì al piano di sopra senza dire nulla.

- Ultimamente non mi sembrava così giù - confessai, rimettendo le sedie al loro posto attorno al tavolo.

- Può capitare a tutti di avere un periodo no. Ma... per quanto ha intenzione di restare? -.

Sgranai gli occhi. - Mamma! Ha litigato con i suoi. Che cambia un giorno o due? -.

- Non sto dicendo questo, ma non abbiamo nemmeno un letto in più -.

Sospirai, rendendomi conto che non aveva tutti i torti. - Penso che sarà solo per stanotte comunque -.

Presi una bottiglia d'acqua e diedi la buonanotte ai miei genitori. Quando giunsi nella mia camera, Lisa non aveva ancora finito. Poggiai la bottiglia sul comodino e recuperai un pigiama da prestarle. Cercai delle mutande ancora con l'etichetta e mi diressi verso il bagno.

Bussai alla porta, sentendo solo lo scroscio dell'acqua. - Lisa, ho dimenticato di darti il pigiama -.

Non rispose, così la chiamai un'altra volta. Doveva essere sotto la doccia, così aprii la porta quel tanto per farmi sentire.

La mia migliore amica era inginocchiata davanti il water, con i capelli attorno al viso. Non si era ancora accorta di me. Si sollevò, tirando lo sciacquone, e voltandosi vide finalmente il mio viso dalla fessura.

Restò immobile a fissarmi, proprio come me. Nessuna delle due aveva il coraggio di dire o fare nulla.

Lentamente aprii la porta del tutto, restando ferma sull'uscio. Lei allungò un braccio per girare la manopola della doccia e far cessare l'acqua. - Da quanto? - le chiesi.

Come la peceWhere stories live. Discover now