Capitolo 40

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«Dobbiamo rientrare.» Rispose buttando la sigaretta e incamminandosi.

«Ehi!» Alzai la voce, scendendo dalla panchina per raggiungerlo.

«Non mi hai risposto!» Gli feci notare.

«Stai infrangendo la seconda regola.» Spiegò continuando a camminare.

«No, non puoi fare così! Io ho risposto alla tua!»

«Ne sono contento.» Guardò a destra e sinistra prima di attraversare la strada mentre sbuffavo.

«Bhè.. mi hai comunque già risposto così.. » Mormorai in silenzio quando si voltò verso di me, guardandomi.

«Che vuoi dire?»

«Mi hai reso chiaro più volte che non mi vuoi lì con voi.. non so neanche perchè io te l'abbia chiesto..» Spiegai a sguardo basso continuando a camminare lentamente.

In cosa speravo? Che mi dicesse di si? Che mi avrebbe ancora portata con lui quando in realtà era stato piuttosto diretto a dirmi in piena faccia che io lì non non dovevo starci o rimanere?

«Non capisci..» 

«Già.. devo sembrarti davvero una stupida visto che non mi spieghi mai nulla..» Sbuffai. «Comunque è meglio rientrare, tra venti minuti inizi l'incontro.» Gli dissi controllando l'orario, dirigendomi verso l'entrata.

Prima di girare l'angolo, dove iniziai a scorgere davvero un gran numero di persone, sentii il mio polso essere afferrato e le mie spalle poggiate sul muro del palazzo difronte.

«Che..»

 «Tu.. non capisci.» Mormorò con il volto vicino al mio, lentamente, guardandomi negli occhi.

«Lo hai già detto.» Dissi infastidita cercando di sfilare il polso dalla sua mano, ma senza riuscirci. Continuava a tendere la mascella, che con la luce dei lampioni del parco veniva messa in risalto, marcando nettamente i lineamenti del suo viso.

«Perchè sei così cocciuta?» Chiese infastidito.

«Cocciuta? Cosa è che non capisco? Non ho nemmeno idea di cosa tu stia parlando!» Gli spiegai mentre scuoteva lentamente la testa guardando da un'altra parte.

«Spiegamelo allora!» Mi avvicinai con il collo per cercare il suo sguardo. «Cosa è che non capirei?»

«Perchè non resti semplicemente a goderti questa serata senza farti sempre queste mille fottotussime domande?»

«Perchè tu ti comporti sempre.. ah! Mi fai venire il mal di testa!» Dissi alzando gli occhi al cielo mentre aggrottava la fronte.

«Ti ho solo fatto la stessa domanda che tu hai fatto a me, ma tu ovviamente devi rendere solo le cose più complicate! Perchè non hai risposto semplicemente di no?» Gli chiesi.

«Tu.. non hai la minima idea di cosa ti farei in questo momento..» Disse con voce bassa, respirando pesantemente e sentendo l'aria sfiorarmi il collo.

 «Perchè cosa faresti?» Alzai le sopracciglia avvicinandomi a lui, sfiorandogli il naso.

Eravamo di nuovo qui, in questa situazione. Odiavo quelle sue risposte mancate, quei suoi discorsi a metà. Non mi rendeva partecipe mai di nulla, neanche se ci capitavo nel mezzo, no.. silenzio. Io non dovevo sapere, non erano fatti miei, io non centravo nulla.. e adesso si era aggiunto anche che non avrei capito..

Troppo presa da questo nervoso che portavo dentro e facevo uscire poche volte, il silenzio tra di noi che si andò a formare mi fece rendere conto di come fossimo vicini, di come io per esattezza mi ero avvicinata a lui, senza pensarci. Ora piano piano i miei pensieri negativi contro di lui cominciavano a vacillare, sostituendosi ad altri che cercavo di respingere.. ma non era il momento. Era concentrato in uno dei suo sguardi che miravano a far tacere la gente, per lui dovevo smetterla, ma io volevo sapere. Cosa diavolo aspettava a muovere quelle labbra?

Cinnamon Falls || h.s.Where stories live. Discover now