30. Ti prego, Wendy

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Tirai un sospiro di sollievo quando mi chiese dei test, cambiando argomento.

- Quello di letteratura non so com'è andato, spero bene. Oggi sono tranquilla per quello di matematica - lo informai.

- È andato bene, non preoccuparti -.

Annuii, sperando che fosse realmente così. Ingoiai un pezzetto non proprio piccolo di pancake. A quel punto mio padre iniziò a parlare dell'ondata di caldo in arrivo e io mi assentai, tornando con la mente ad Aiden.

Tra di noi era stato tutto così complicato e intenso da non riuscire quasi a credere che si fosse sistemato tutto fra di noi. Avevo definitivamente deciso di cancellare tutti gli sbagli e le incertezze che c'erano state e di godermi al massimo quella storia.

Controllai il cellulare per vedere se Lisa avesse risposto, ma la schermata era vuota.

Guardai l'ora e mi alzai da tavola, lasciando il piatto completamente vuoto nel lavello.

- Ci vediamo stasera; inizio a lavorare subito dopo scuola - li avvertii, uscendo di casa con un sorriso.

Aiden era appoggiato al piccolo cancello imbiancato della propria abitazione. Aveva il telefono in mano e, anche se mi faceva strano anche solo pensarlo, era lì per me.

Quando oltrepassai il cancelletto, chiudendolo subito dopo, la sua attenzione si spostò su di me. Gli sorrisi, raggiungendolo con le mani sulle spalline dello zaino. - Buongiorno - lo salutai.

- Buongiorno, Gwendolyn -.

Ignorai la sua provocazione, camminando verso scuola.

***

- Bryan! - richiamai il biondo, correndo verso di lui. Aveva appena chiuso il suo armadietto e si stava silenziosamente allontanando da esso con la tracolla su una spalla.

- Com'è andato il test? - gli chiesi, semplicemente per cortesia. Iniziammo a camminare verso la mensa, immersi in quel flusso di adolescenti.

- Non voglio saperlo. A te? -.

Sorrisi per la sua espressione disgustata.
- Bene. Comunque, sai perché Lisa oggi non è venuta? -.

- No... - mormorò - Non te l'ha detto? -.

- No, non ha risposto al messaggio, però penso che sia per il test di matematica - spiegai. Il ragazzo scrollò le spalle, mentre varcavamo la soglia della mensa. L'odore degli aromi per carne mi arrivò dritto alle narici.

Prendemmo il nostro pranzo, che consisteva in pollo e patate arrosto, e una bottiglietta d'acqua, prima di raggiungere il nostro solito tavolo. Dylan e Aiden erano già seduti.

- Non vedo l'ora di spaccargli il culo - sbottò Dylan, parlando con foga. Quel giorno non ci eravamo ancora visti, il che era stato un bene per entrambi.

- A chi? - gli chiese Bryan, sedendosi.

Mi accomodai sulla panca, tra lui ed Aiden. Riservai un piccolo sorriso a quest'ultimo, che avevo visto appena due ore prima durante il test. Aveva consegnato per primo il foglio ed era uscito dalla classe senza farsi notare dagli altri.

- Ad Hunter Scott -.

Perfetto, parlavano di nuovo di baseball. Dylan non era mai andato tanto d'accordo con i suoi compagni di squadra, in particolare con il capitano, Hunter.

Volevo sapere quando sarebbe stata la partita finale, ma non gli avrei rivolto parola. Mi stavo semplicemente limitando ad ascoltare, mentre mangiavo ad occhi bassi. Dio, non riuscivo nemmeno a guardarlo negli occhi. Dylan partecipava a delle fottute corse di auto illegali e io l'avevo scoperto per caso!

Come la peceWhere stories live. Discover now