Quattro

76 2 0
                                    

Il mattino dopo Helen andò a farsi visitare dal dottor Cunningham. Dopo una decina di minuti spesi a spararle negli occhi una luce con la lampadina tascabile e a batterle colpi sul petto, Cunningham informò il padre che, a occhio e croce, non c'era nessun danno irreversibile. Poi la sgridò perché era troppo bionda per andare in giro senza un cappellino in testa. Helen non capiva come fosse potuto succedere, ma bastò una visita per liquidare il suo collasso come una conseguenza della sua sbadataggine. Tutto lì. Se non altro la visita le aveva fatto saltare un giorno di scuola.
A casa Helen accese il computer e passò ore intere a cercare, senza risultati, qualche informazione sulle tre donne che la tormentavano. Ogni ricerca produceva così tante possibili risposte che sembrava una missione disperata, e non era neanche in grado di circoscriverla perché non riusciva a contestualizzare le sue visioni. Erano fantasmi? Demoni? O semplicemente prodotti della sua mente svitata? Non era escluso che fosse tutto il frutto di un'allucinazione, e ora che la rabbia era sbollita, cominciava quasi a pensare di aver davvero preso un colpo di sole. Quasi.
Claire venne a trovarla nel pomeriggio portando brutte notizie. << Tutta la scuola pensa che stai per finire in un istituto psichiatrico.>> buttò lì un secondo dopo essere entrata in soggiorno. <<Oggi avresti dovuto farti vedere.>>
<<Perché?>> fece Helen con una smorfia. <<Non importa quando tornerò a scuola, nessuno se la dimenticherà mai quella scena.>>
<<Già. È stata assurda.>> Claire si bloccò per un attimo prima di affrettarsi ad aggiungere:<<Lo sai che mi hai veramente spaventata?>>
<<Scusami>> disse Helen abbozzando un sorriso. <<Allora, lui oggi era a scuola?>> per qualche ragione Helen credeva che fosse suo diritto saperlo, ma non riusciva a trovare il coraggio di dire il nome di Lucas ad alta voce.
<<Si, e mi ha chiesto di te. Be', in realtà è stato Jeson a rivolgermi la parola. A proposito, Jeson è un imbecille.>> Claire iniziò a parlare con foga sempre maggiore. <<Senti qua. In mensa mi prende da parte e attacca a tempestarmi di domande su di te, tipo da quanto ci conosciamo, dove sei nata, se ho conosciuto tua madre prima che se ne andasse...>>
<<Mia madre?Strano...>>
<<E allora ho iniziato a rispondergli con la mia solita gentilezza>> fece Claire con un'aria da santarellina.
<<Tradotto: gliene hai dette quattro.>>
<<Più o meno. A questo punto quel cretino osa darmi della "ragazzina"? Ci credi?>>
<<Figuriamoci, tu che vieni chiamata "ragazzina"...>> fece Helen divertita. <<E tu che gli hai detto?>>
<<La verità. Insomma, che siamo amiche da sempre e nessuna delle due si ricorda tua madre e che non ha lasciato sue foto o altro, mentre tuo padre non fa che ripetere che era uno schianto e che era intelligente e dotata e bla bla bla. Non occorre essere uno astrofisico per capire che tua madre doveva essere un bocconcino niente male. Basta guardare prima tuo padre e poi te>> concluse Claire con un luccichio negli occhi.
Helen fece una smorfia per il complimento. <<Tutto qui? E Lucas non ha detto niente?>> le mani di Helen erano strette a pugno. Solo pronunciando il suo nome le veniva voglia irrefrenabile di prendere a cazzotti qualcuno. O era ancora in prenda al colpo di sole o stava davvero scelerando.
<<Muto come un pesce. Ma corre voce che Zach stesse sparlando di te e Lucas l'abbia zittito di brutto.>>
<<Davvero?>> fece Helen rianimandosi. <<L'ha zittito come?>>
<<Ha detto che non permetterà a nessuno di sparlare di te, tutto qui. Sai come sono Zach e Gretchen... Lucas non voleva sentire quelle storie. Continua a ripetere che sembrava che tu avessi un febbrone quando ha fatto quello... che ha fatto. Come lo vogliamo chiamare? Un abbraccio mortale alla cacchio?>>
Helen mugolò e nascose la faccia tra le mani.
<<Tranquilla>> fece Claire, accarezzandole la schiena. <<Lucas non andrà in giro a raccontare a tutti che sei una pazza scatenata. Almeno hai strapazzato un tizio niente male.>> Helen mugolò di nuovo e cercò di sprofondare nel divano mentre Claire se la rideva beatamente alle sue spalle.

Helen passò tutta la giornata al negozio, mise da parte la scopa e si avviò verso il retro. Una volta spente le luci, si girò per chiudere mente Kate, con le chiavi in mano, attraversava il violetto per andare a prendere la macchina.
Nessuna delle due sentì niente. C'era una nebbiolina fitta, ma con la coda dell'occhio Helen vide un fascio di luce azzurra e sentì... un odore. Era l'odore nauseabondo ma stranamente famigliare di capelli bruciacchiati mischiato a quello di ozono. Kate finì a terra come un burattino senza fili. Istintivamente Helen allungò le braccia per cercare di arrestare la caduta dell'amica, ma l'aggressore ne approfittò per infilarle un sacchetto in testa da dietro.
Helen era troppo spaventata per mettersi a urlare. Sentendosi tirare indietro contro un petto morbido, capì subito che l'aggressore era una donna.
Sapeva di essere forte, e non soltanto per una donna. Era forte anche per un orso. Piegò le ginocchia e puntellò i piedi contro il terreno, pronta a sferrare al suo aggressore un colpo micidiale. Abbasso la schiena e tentò di divincolarsi da quell'abbraccio mortale, ma scoprì con sua grande sorpresa che non ci riusciva. Anche la donna invisibile era una forza della natura. Tra le due però era Helen ad avere qualcosa da perdere.
Sotto la pressione dei piedi, mentre arginava l'attacco, le suole delle sneakers si sbriciolarono. Helen fece un passo, poi un secondo, sbarazzandosi delle scarpe ormai inservibili, e si trascinò dentro la donna. Poi sentì un tonfo, un rantolo e, liberandosi, cadde di botto in avanti.
Mente cercava di strapparsi via il sacchetto di velluto, Helen sentì in rapida successione una serie di colpi, tonfi e respiri trafelati, poi qualcuno che tratteneva il fiato per la sorpresa.
Ed ecco una raffica di vento e il rumore intermittente di passi che battevano rapidamente in ritirata mentre Helen si toglieva il cappuccio e si scostava i capelli.
Lucas Delos, un fascio di nervi, era sopra di lei, e i suoi occhi scrutavano l'orizzonte in cerca di qualcosa che Helen da terra non poteva vedere.
<<Sei ferita?>> domandò Lucas sottovoce, incerto, ancora sopra di lei. Il suo labbro sanguinava e aveva la camicia strappata. Helen ebbe giusto il tempo di dire che era tutto a posto quando le sorelle singhiozzanti iniziarono a bisbigliare.
Lucas la guardò dall'alto, e quando i suoi occhi di ghiaccio incontrarono quelli castani e dorati di Helen, un brivido le corse lungo le gambe. Helen scattò in piedi e si mise in guardia come un pugile. I bisbigli si trasformarono in lamenti era Helen vide le teste e i corpi bianchi tremati delle tre sorelle entrare e uscire dal suo campo visivo a intermittenza. Indietreggiò e chiuse gli occhi unicamente grazie alla forza di volontà.
La rabbia era così forte che le sembrava di aver preso fuoco.
<<Ti prego Lucas, sparisci>> lo implorò. <<Mi hai aiutata, e ti ringrazio. Ma ho ancora una voglia pazza di ammazzarti, credimi.>>
Ci fu una breve pausa, e lei sentì che Lucas stava trattenendo il fiato.
<<Anche per me non è facile>> rispose lui con voce strozzata.
Sentì il fruscio di qualcuno che indietreggiava, una raffica di vento, e finalmente Helen osò riaprire gli occhi. Lucas era sparito, e per fortuna con lui se n'erano andati anche quegli spiriti maligni.

STARCROSSEDTempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang