Due

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Kate era un po' più piccola e in carne di Helen, senza per questo essere bassa o grassa. Quando vedeva Kate, a Helen veniva in mente l'aggettivo formosa, insomma (tutte curve) , anche se poi non gliel'aveva mai detto per paura che ci restasse male.
<<Stasera c'è il club del libro?>> domandò Helen.
<<Già. Dubito però che qualcuno abbia voglia di parlare di Kundera>> disse Kate con un ghigno, facendo tintinnare i cubetti di ghiaccio nel bicchiere.
<<Perché? Si spettegola?>>
<<Alla grande. C'è questa famiglia che si è appena trasferita sull'isola.>>
<<In quel posto a Siasconset?>> domandò Helen che alzò gli occhi al cielo non appena Kate annuì.
<<Guardala! Lei è troppo al di sopra di questi pettegolezzi...>> la prese in giro Kate, spruzzandole con le dita l'acqua della condensa dell'oro del bicchiere.
Helen strillò per finta, poi fu costretta a mollare per un attimo Kate per battere lo scontrino ad alcuni clienti. Una volta finito, tornò indietro per continuare la chiacchierata.
<<No. Non credo proprio che sia strano che una famiglia numerosa di compri una grande proprietà, sopratutto se ci vanno ad abitare per tutto l'anno. Mi sembra più logico di una coppia di ricconi che compra una casa enorme per l'estate dove ti perdi anche solo per andare a svuotare la cassetta delle lettere.>>
<<È vero>> ammise Kate. <<Ma pensavo che la famiglia Delos ti interessasse un po' di più, visto che ti diplomerai con qualcuno di loro.>>
Helen rimase lì impalata mentre il cognome le ronzava in testa senza ricordare nulla di preciso. E perché avrebbe dovuto? Ma in un angolo del cervello <<DELOS>> continuò a echeggiare a lungo.
L'umica cosa che Helen riuscì a dedurre con certezza da quelle chicchere fu che i Delos erano tutto tranne che convenzionali. C'erano due padri che erano fratelli, la loro sorella minore, una madre —uno dei due era rimasto vedovo— e cinque ragazzi, e tutti alloggiavano sotto lo stesso tetto. I membri dell'intera famiglia passavano per essere incredibilmente intelligenti, belli e ricchi. Helen alzò gli occhi al cielo ascoltando i pettegolezzi che avevano già fatto dei Delos un mito vivente.
Cercò di darsi da fare dietro la cassane ignorare quelle farneticazioni, ma era impossibile.
Ogni volta che sentiva fare il nome di uno dei Delos, la sua attenzione veniva immediatamente attratta come se lo avessero gridato a squarciagola, e questo la irritava.
Mentre spolverava e riempiva i barattoli di caramelle, passò mentalmente in rassegna i ragazzi nuovi. Hector ha un anno in più di Jason e Ariadne, che sono gemelli. Lucas e Cassandra sono fratello e sorella, quindi cugini degli altri tre.
Cambiò l'acqua ai fiori e fece lo scontrino ad alcuni clienti. Il primo giorno di scuola Hector non ci sarà perché è ancora in Spagna con la zia Pandora, anche se in città nessuno sa perché.
Helen s'infilò dei guanti di gomma lunghi funk alle ascelle, indossò un grembiule e si mise a rovistare nella spazzatura in cerca di oggetti da riciclare finiti per sbaglio nel sacco. Lucas, Jason e Ariadne saranno tutti e tre in classe con me, così sarò circondata. Cassandra è la più piccola, è iscritta in prima e ha quattordici anni.


La mattina dopo, Helen tentò di mandare giù un vasetto di yogurt alla fragola, ma visto che non ci riuscì non si preoccupò neanche di prendere il cestino del pranzo. Se le fosse venuta fame, avrebbe comprato più tardi qualcosa di meno indigesto come una zuppetta e dei cracker.
Helen arrivò prima del solito ma l'atrio era già pieno di gente. Quando Claire la vide entrare le fece un sorriso. Mentre andavano una incontro all'altra, a un tratto Helen ebbe l'impressione di camminare a fatica. Rallentò fino a fermarsi. Tutti nell'atrio sembravano spariti. Nella scuola, che di colpo si era svuotata, Helen sentì un rumore di piedi nudi che si trascinavano per terra e dei singhiozzi che esprimevano un dolore inconsolabile.
Guardò alle sue spalle appena in tempo per vedere sparire dietro l'angolo una sagoma tremante, sporca di polvere e con le spalle curve. Si accorse che la donna in lacrime era scivolata dietro qualcuno, una persona in carne e ossa che si era girata a guardarla. Helen mise a fuoco: era un'aggraziata ragazzina dalla pelle olivastra con una lunga treccia nera che le ricadeva sulle spalle. Le sue labbra rosso vivo disegnavano una <<O>> di sorpresa. Sembrava una bambola, così perfetta da apparire irreale. A questo punto i rumori ripresero vita e il corridoio si riempì di studenti frettolosi. Helen, immobile, bloccava il traffico e fissava la treccia nera lucida che dondolava sulla schiena della ragazzina che era sul punto di entrare in classe.
Tutto il corpo di Helen vibrò di un'emozione che in un primo momento non riconobbe. Era ira funesta.
<<Cacchiolina, Helen! Non è che mi svieni?>> domandò Claire in ansia.
Helen mise a fuoco la sua amica, prese fiato e si rese conto che grondava di sudore. Stava tremando. Aprì la bocca, ma non ne uscì nulla.
<<Ti porto in infermeria>> fece Claire. Prese Helen per mano e si mise a tirare, cercando di smuoverla. Poi chiese una mano a Matt alle sue spalle <<Mi sa che sta per svenire. Mi dai una mano?>>
<<Non sto affatto per svenire>> scattò Helen, tutto a un tratto vigile, capendo che si stava comportando in modo strano.
Abbozzò un sorriso a entrambi per addolcire le parole che aveva appena pronunciato. Matt la guardò perplesso.
<<Sei pallida come uno straccio, hai delle occhiaie tremende>> disse.
<<Mi sono stancata pedalando>> provò a spiegare Helen.
<<Non venirmi a raccontare che stai bene.>> l'avvertì Claire che a stento tratteneva le lacrime. Matt non sembrava nemmeno preoccupato. Helen sapeva che non poteva rifiutarsi di dare loro ascolto e anche se stava impazzendo non doveva prendersela con i suoi amici.
<<Claire, hai ragione. Sarà stato un colpo di sole.>>
Matt accettò la scusa come l'unica plausibile. <<Claire, portala nello spogliatoio. Io avverto Hergeshimer, così non ti segna il ritardo. E tu dovresti mangiare un boccone. Ieri non hai pranzato>> le fece notare.
Helen fu sospesa che Matt ricordasse quel particolare, anche se era sempre stato attento ai dettagli. Da grande voleva dare l'avvocato, e lei era sicura che un giorno sarebbe diventato un principe del foro.
Nello spogliatoio Claire cominciò a rinfrescare Helen, versandole un po' d'acqua fredda lungo la schiena quando avrebbe dovuto soltanto inumidirle in collo. Ovviamente tutto finì in una gigantesca battaglia di schizzi, e questo sembrò tranquillizzare Claire perché era la prima reazione normale che otteneva dalla sua amica.
Dopo avere salato la prima ora grazie alla giustificazione di Hergie ed essersi ingozzata di zuccheri a stomaco vuoto, Helen era così stordita che non riusciva a ricordare nemmeno l'aula dove sarebbe dovuta andare. Quando suonò la campanella della prima ora, Helen e Claire ciondolanti si trovavano a precorrere il corridoio sbagliato nel momento sbagliato. Le sue amiche si scambiarono un'occhiata e scrollarono le spalle come per dire <<Cosa ci possiamo fare?>> e scoppiarono a ridere. Poi, per la prima volta, Helen vide Lucas.
All'improvviso il cielo fuori liberò tutto il vento che aveva tenuto in serbo per due giorni. Raffiche di aria bollente e pesante fecero irruzione dalle finestre spalancate nella scuola boccheggiante. La folata sollevò gli orli delle gonne, i capelli sciolti, e scagliò verso il soffitto i fogli di carta sparsi in giro, le cartacce e altre cianfrusaglie come se fossero tocchi durante la cerimonia del diploma. Per un attimo a Helen sembrò che tutto restasse immobile lassù in cima al soffitto, leggero come lo spazio.
Lucas era davanti al suo armadietto a una ventina di metri e fissava Helen in attesa che la legge di gravità tornasse a funzionare. Era altro almeno un metro e ottanta e aveva uno fisico pazzesco, ma i suoi muscoli erano allungati e sottili, non eccessivi. Aveva i capelli neri corti e un'abbronzatura da fine estate che faceva risaltare il suo sorriso smagliante e gli occhi azzurri.
Incontrare il suo sguardo fu per Helen una specie di risveglio. Per la prima volta in vita sua capì cosa voleva dire provare un odio puro, avvelenato.
Non si era accorta che stava correndo verso di lui..

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