𝑪𝒂𝒑𝒊𝒕𝒐𝒍𝒐 37

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HARRY

Erano di nuovo tre giorni che la mia routine era tornata la stessa di qualche tempo fa.
Dormivo poco sulla scomoda poltrona color senape, di notte Diana si svegliava piangendo, e al mattino presto un'infermiera veniva a farle degli esami del sangue e dei controlli.

Il momento dei pasti era uno di quelli più complessi. Ora, da tre giorni a questa parte, ancora di più.

"Diana, ti prego, mangia." implorai mia figlia avvicinando a lei il cucchiaio con poco passato di verdura.

"Non ho fame, papà." rispose piano.

Eravamo daccapo.

Sospirai:"Ti prego. Solo un piccolo cucchiaio."

Diana aprì piano la bocca e mangiò la minestra. Poco dopo prese a tossire buttando fuori ciò che aveva appena ingerito.

"Amore che succede? Non ti piace?" domandai pulendola.

Scosse la testa:"No, è buono."

"E allora cosa succede? Non riesci a mandarlo giù?" chiesi.

Diana annuì abbassando lo sguardo.

Respirai forte:"Chiamo il dottore e glielo dico, va bene?"

Mi alzai uscendo nel corridoio e, quando incontrai un'infermiera la fermai spiegandole il problema.
Andò a chiamare il medico di Diana ed entrambi si recarono nella sua stanza.

Fecero dei controlli alla bambina, l'infermiera uscì e il medico si avvicinò a me.

"Cos'ha?" chiesi impaziente.

"Le avevamo detto che Diana non sarebbe più stata in grado di mangiare autonomamente. Credo che il momento sia arrivato."

"Cosa? Non...lei non riuscirà più a mangiare? Perché?" domandai con voce tremante.

"A causa della malattia e delle precedenti chemio, la sua bocca, la sua gola e il suo esofago sono irritati e infiammati. Questo porta la bambina ad avere seri problemi di masticazione e deglutizione." spiegò brevemente lui.

"E come farà a mangiare?" domandai quasi disperato.

"Per ora proviamo ancora ad insistere per qualche pasto. Dopodiché procederemo con una nutrizione artificiale."

"Cosa vorrebbe dire?" domandai confuso.

"Ci sono due modi possibili di nutrizione artificiale: tramite flebo oppure tramite il sondino nasogastrico. Valuteremo qual è l'opzione migliore per la bambina."

Ringraziai con un cenno di capo guardandolo uscire dalla stanza.
Ritornai da Diana senza sapere cosa dire. Avevo solamente voglia di piangere.

"Papà, perché sei triste?" domandò la piccola sfregandosi gli occhi.

Le baciai una guancia:"Non sono triste amore, sono solo un po' stanco." mentii.

Anche se in realtà un fondo di verità c'era. Ero davvero stanco e distrutto.

"Ora che sono di nuovo qui, Miriam può venire a farmi giocare?" chiese Diana.

𝑹𝒆𝒅 𝒏𝒐𝒔𝒆, 𝑻𝒓𝒖𝒆 𝒍𝒐𝒗𝒆                    ||COMPLETA||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora