BONS VIVANTS

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TRACK 18: WHAT I LIKE, Bruno Mars
you deserve it baby,
you deserve it all
and I'm gonna give it to you



TRACK 18: WHAT I LIKE, Bruno Marsyou deserve it baby, you deserve it alland I'm gonna give it to you

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Ginevra tira giù la serranda dell'officina, accendendosi la sigaretta della vittoria. È sabato pomeriggio ed è riuscita a sopravvivere, quasi senza lamentarsi, ad un'ennesima settimana si lavoro.

<<Secondo te cosa voleva dire tuo padre sta mattina?>> le domanda Jaques, camminando al fianco della ragazza lungo il sentiero sterrato che porta al cancello d'ingresso.

Lei, con lo sguardo per un attimo annebbiato dal fumo, guarda davanti a sé e scrolla le spalle. Jaques si riferisce ad una strana uscita che Alberto Giotti aveva avuto durante il briefing di inizio giornata, qualcosa a metà tra una frase di incoraggiamento e una sconfitta. "Ho bisogno che vi sforziate di più, che lavoriate di più, o qui ce ne andiamo tutti a casa". Ginevra non ricordava esattamente le parole, ma erano più o meno simili a quelle.

<<L'ennesima scusa per farci sgobbare>> risponde, facendo un tiro dalla sigaretta mentre Jaques chiude il cancello dell'officina con un catenaccio <<come se non lavorassimo già più del dovuto>>

Il ragazzo scuote la testa e quando si gira a guardarla fa un mezzo sorriso rassegnato.

<<Lo sai, sono contento di mettere anima e cuore in questo posto>> dice, incrociando le spalle e poggiandosi contro il muretto adiacente al cancello, conoscendo le abitudini della cugina. La sigaretta del sabato dopo la chiusura doveva farsela lì davanti, in totale rilassamento, e solo dopo potevano riprendere a camminare verso le rispettive case.

<<oh si, anche io>> commenta lei, esagerando un'espressione seria che fa scoppiare a ridere Jaques. Alla fine sorride anche lei, restando ad osservare il ragazzo finché il telefono non le vibra nella tasca dei jeans.

E' un messaggio di Dom che, gentilmente, le ricorda che se vuole un passaggio a Monte Carlo per quella sera deve essere pronta in un'ora e mezza. Max aveva insistito per andarla a prendere, ma non voleva disturbarlo più del necessario considerando che era atterrato all'aeroporto di Nizza meno di mezz'ora fa e che anche lui aveva bisogno dei suoi tempi per prepararsi.

Da quell'improbabile risveglio mercoledì mattina, i due non si erano più riusciti a vedere. Quella stessa sera Ginevra era troppo distrutta per fare qualsiasi cosa che non fosse gettarsi sul suo materasso e dormire, il giorno dopo Max era stato spedito con Pierre della Toro Rosso ad un evento a Budapest - evento del quale si era ovviamente dimenticato - ed era tornato nel principato solo quel pomeriggio.

Certo, anche se fisicamente assente, Ginevra non poteva dire di non aver avuto le giuste attenzioni. Forse anche più di ciò che avrebbe voluto, considerando che in due giorni e mezzo ha ricevuto da lui un mazzo di rose in officina, un centinaio di messaggi e una chiamata a sera su FaceTime.

THE THREE OF US // MAXIELDove le storie prendono vita. Scoprilo ora