27. Pool party

Mulai dari awal
                                    

L'idea non mi faceva particolarmente sorridere. Aiden prima o poi si sarebbe vendicato e la presenza del signor Bolton mi metteva i brividi.

- Mio padre rientra tardi - aggiunse Josh. Dalla sua espressione a metà tra imbarazzata e mortificata sembrava che avesse intuito i miei pensieri.

Annuii, forzando un sorriso. - Portatevi il costume, ieri abbiamo riempito la piscina -.

- Noi andiamo a comprare qualcosa da mangiare. A dopo - dissero Lisa e Bryan.

Li salutammo mentre si stavano già dirigendo verso la loro macchina.

Feci un cenno con la mano a Josh, voltandomi. Aiden aveva già mosso qualche passo.

- Wendy - mi chiamò, prendendomi per un polso. Mi voltai, scorgendo i suoi occhi spostarsi alle mie spalle. Mi lasciò il braccio con delicatezza. - State insieme? -.

Arrossii violentemente, pensando che potesse essere quella l'opinione di chi ci vedeva.

- No... -. La mia risposta non fu sicura, perché non sapevo nemmeno io cosa fossimo. Quella sensazione di incertezza era soffocante.

- Però siete amici -. Mi girai verso Aiden, vedendolo appoggiato ad un'auto con il cellulare in mano.

- Sì. Perché? -.

- Quindi gli hai detto quello che ho combinato -.

Abbassai lo sguardo, non sapendo cosa rispondere esattamente.

- Ora capisco perché mi odia così tanto. - sussurrò - Ci vediamo dopo -.

Annuii flebilmente, vedendolo salire sulla sua auto. Girai i tacchi e mi diressi da Aiden.

Josh non sembrava arrabbiato, o almeno lo speravo. Alla fin dei conti, era lui ad essere dalla parte del torto. Se proprio doveva, avrebbe dovuto dire a suo padre che ero stata io a dubitare di lui. Aiden non c'entrava nulla.

- Cosa voleva? - domandò acidamente, infilandosi il telefono in tasca. - Niente -.

Cominciai a camminare, tenendo il giubbotto di jeans che avevo indossato quella mattina in una mano. - Non dovresti trattarlo diversamente solo perché a me sta antipatico - cominciò.

Gli rivolsi una veloce occhiata. - Quello che ha fatto è sbagliato, a prescindere di chi si tratti. Non lo sto facendo per te -.

Rimase in silenzio, fin quando non fummo giunti quasi a casa. - Io non penso di venire, comunque - disse, aprendo il cancello.

- Perché? - lo bloccai.

Mi guardò in modo eloquente.

Sospirai. - Non potresti farlo per me? -.

Mi era costato dirgli quelle parole, soprattutto perché mi avevano fatto arrossire davanti ai suoi occhi.

Mi guardò di mezzo lato, ghignando nel cogliere quel leggero colorito sulle mie gote.

Aprì il cancelletto ed entrò.

Era un sì? Aveva accettato?

Quando giunse ai piedi del portico si voltò, controllando cosa stessi ancora facendo davanti casa sua. - Ti do dieci minuti, Jones -.

Sorrisi soddisfatta, tornando a casa. Per poco non cominciai a salterellare come una bambina il giorno del compleanno.

Quando tornai a casa mi domandai se mi fossi dimostrata troppo inferiore. Era lui a dovermi venire dietro, no? Non perché fosse il ragazzo e io la ragazza, anche se mi reputavo una inguaribile romantica. Ma lui nelle ultime settimane mi aveva detto chiaramente di non provare nulla per me e che non era sua intenzione illudermi.

Come la peceTempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang