capitolo 6

415 21 29
                                    

-Nic?- dissi voltandomi verso di lui.
-Dimmi-
-Me la fai ascoltare una canzone?-
-Certo, aspetta un attimo- disse alzandosi dalla coperta e andando verso la finestra della cucina.
-Dove vai?-
-A prendere un paio di cose- rispose sorridendo -Torno subito-
Sorrisi. Mentre aspettavo giocai un po' con Spugna. Ormai amavo quel cane.
-Abby- mi chiamò Niccolò. Mi voltai e vidi che teneva in mano un foglio e la chiatarra. –Cosè quello?- chiesi indicando il foglio.
-Una lista delle mie canzoni- rispose passandomelo –scegli quelle che vuoi-
-Posso sceglierne più di una?-
-Tutte quelle che vuoi-
Sorridemmo entrambi poi abbassai lo sguardo sui titoli sul foglio. –Mmh, vediamo un po'-
Lessi i vari titoli e venni catturata da piccola stella, amati sempre, giusy, farfalla bianca e ti dedico il silenzio.
-Wow vuoi un concerto ragazza- disse ridendo.
-Ne approfitto- risposi alzando le spalle.
Prese la chitarra ma prima di cantare, mi disse –piccola stella la lascio per ultima-.
-Perchè?-
-Ovvi motivi- disse sorridendo.
Iniziò a cantare e la sua voce mi arrivò dritta al cuore. Era una carezza. Poesia che mi alleggeriva l'anima.
-Adesso manca solo piccola stella-
-Nic, sono bellissime- dissi asciugandomi le lacrime.
-Oh no, non piangere-
Mi abbracciò e io in quell'istante mi sentii davvero bene. –Sei davvero un ragazzo speciale, Niccolò-
Mi diede un bacio sulla guancia prima di cantare l'ultima canzone.
-Questo tempo trascorso non è mai abbastanza, te che dei miei occhi ne sei la sostanza. Comunque poi adesso che ti ho davanti, prometto di restarti accanto per sempre, per sempre, per sempre. Sei la cosa più bella che indosso. Sei risorsa, sei il cielo e sei il mondo. Sei la strada che porta alla vita. Donna instabile, sei la mia sfida. Sei la piccola stella che porto nei momenti in cui non ho luce. Sei la piccola stella che porto nei momenti in cui non ho luce. Sei l'immensa di un attimo andato, del mio sogno la parte migliore. Sei quel vento che soffia da sempre ma che riesce a non farmi cadere-
Finì di cantare ed appoggiò la chitarra di fianco a sè. Mi guardò negli occhi per poi sorridere vedendomi entusiasta.
-Penso di aver appena trovato la mia canzone preferita- gli dissi
-Sei la mia piccola stella- mi disse stringendomi forte e dandomi un bacio sulla fronte. Sorrisi e mi rilassai fra le sue braccia. Ci fu un momento di silenzio nel quale entrambi eravamo abbracciati a guardare il cielo stellato sopra di noi.
-Abigail, voglio scrivere una canzone su di te. Basata completamente su di te- disse continuando a guardare in alto.
-Non è una storia così bella- risposi io.
-No, ma può diventare esempio per qualcuno-
-Se riuscirò ad uscire da questa situazione non è di cerrto per merito mio. Sono anni che subisco e non ho mai mosso un dito-
-Eppure non hai mai mollato e sei ancora qui, pronta a riprenderti la vita in mano. Penso che raccontare quello che stai passando, possa in qualche modo aiutarti ad uscirne. Nessuno potrebbe più passarci sopra-
-Io però non voglio che la gente sappia. Non voglio essere ancora sulla bocca di tutti-
-Va bene, Abby. Ti prometto che rispetterò questa tua volontà- ripose abbracciandomi. Ci fu un momento di silenzio, quasi di imbarazzo.
-Vorrei fare una pazzia con te, se ti va-
-Ovvero?- chiesi guardandolo confusa.
-Andiamo a berci una birra da qualche parte?-
-Sarebbe questa la pazzia? Sì, andiamo-
-Prima però fumo- disse prendendo il pacchetto ed accendendosi una sigaretta. Il fumo mi arrivò in faccia e con la mano lo spostai. –Oh scusami- disse lui spostandosi un po'.
-Tranquillo, solo che il fumo mi brucia un po' gli occhi-
Finì di fumare ed andammo in macchina verso il bar in centro. Ormai era tardi e in giro non c'era quasi nessuno.
Entrammo nel locale e prendemmo le birre dal frigo. –Al mio tre, corri più veloce che puoi- mi disse. Mi voltai a guardarlo e dissi –Cosa? Ma sei pazzo?-
-Ti ho detto che avremmo fatto una pazzia-
-Non ci credo- dissi ridendo
-Uno... due...TRE!-
Uscimmo correndo dal bar e raggiungemmo la macchina. Per un tratto un dipendente ci aveva seguiti urlando –Ehi voi due, tornate qui!-
Ci spostammo fino al parcheggio di un parcogiochi.
-Hai per stapparle?- gli chiesi. Niccolò prese le birre e le aprì con l'accendino.
-Cin- disse facendo scontrare le bottiglie prima di bere.
-Sai, non credevo che lo avresti fatto- mi disse
-E invece- risposi bevendo un sorso di birra.
-Cos'è, hai cambiato filosofia di vita?-
-No, mi sono solo resa conto di aver perso quasi gli anni migliori della mia vita e ho deciso di non sprecare gli altri. Voglio semplicemente vivere-
-E' bello sentirti dire queste cose. Però non ruberemo più-
-Speravo lo dicessi- dissi sospirando.
Scoppiammo entrambi a ridere.
–Stasera si sta proprio bene- dissi appoggiando un gomito sul finestrino abbassato.
-Questa me la segno- rispose lui. Tirò fuori un foglio ed iniziò a scrivere. Lo guardai e per un attimo nostri sguardi si incrociarono. Mi guardò confuso ma poi ricominciò a scrivere.
-Tutto bene?- gli chiesi.
-Benissimo. Ho solo avuto l'ispirazione per una melodia. Tanananana, tanananana, tananana nana. Sì, è perfetta-
Ricominciò a scrivere. Bevvi un po' di birra e guardai il cielo. Lui ogni tanto alzava gli occhi e beveva un po', ma era troppo preso da quelle frasi. Stavo guardando il cielo quando urlò –Mi piace!-
-Hai scritto una canzone così?- chiesi guardandolo sbalordita.
-No no, ho scritto solo delle frasi. Forse metà ma non lo so ancora-
Finimmo di bere e lo guardai. –Queste dove le butto?- dissi indicando le bottiglie vuote.
-Lasciale pure lì sul cruscotto, le buttiamo dopo-
Durante il tragitto verso casa mi addormentai e mi svegliai in braccio a Niccolò che stava salendo le scale per portarmi in camera.
-Buongiorno- mi disse ridendo. Lo guardai confusa e quindi lui aggiunse –Sono le quattro di notte. Ti sei addormentata in macchina- aggiunse.
-Oh okay- risposi ancora un po' confusa. Lui scoppiò a ridere.
-Ti lascio un attimo sul mio letto perchè non ti ho ancora preparato quello nell'altra camera- mi disse mentre mi appoggiava sul materasso. Andò nell'altra stanza ma io nel mentre mi addormentai di nuovo.

-----

Alla mattina mi svegliai a causa del sole sul viso. Aprii gli occhi e mi guardai attorno. Non ero nella camera degli ospiti ma in quella di Niccolò, ma lui non c'era. Mi passai una mano sul viso e mi stiracchiai. In quel momento entrò Niccolò dalla porta.
-Buongiorno- mi disse sedendosi vicino a me e lasciandomi un bacio sulla testa.
-Buongiorno- risposi sorridendo e con ancora la voce impastata dal sonno.
-Ah questo sorriso di prima mattina è una delle cose più belle mai viste- mi disse
-Scemo- risposi ridendo e tirandogli un piccolo pugno sulla spalla.
-Ho una sorpresa per te, ma dovrai trovarla. Ti avverto che non è ancora finita-
-Cos'è una caccia al tesoro?-
-Esattamente- rispose fieramente.
-E da dove si comincia?- chiesi allora io al settimo cielo.
-Da qui- disse passandomi un bigliettino.
Seguii tutte le indicazioni dei vari bigliettini e mi ritrovai in giardino. Secondo l'ultima scritta avrei dovuto trovare la sorpresa lì da qualche parte.
Vidi una rosa in mezzo all'erba e mi avvinai. Trovai un foglio piegato e lo aprii.
-La stazione dei ricordi- lessi
-E' la tua canzone- disse Niccolò avvicinandosi ed abbracciandomi da dietro.
-E' quella che stavi scrivendo in macchina ieri sera?-
-Sì, e stanotte l'ho continuata. Vuoi che te la canti?-
Mi voltai a guardarlo. –Lo faresti?-
Mi prese per mano e mi accompagnò fino al pianoforte in salotto. Iniziò a suonare.
-...Avessi gli occhi di mio padre proverei a ragionare
Ma sono nato con la voglia di strafare e col bisogno di volare
Dicesti "chiudi gli occhi, non pensarci"
Ma quelli come me
Chiudono gli occhi solo per allontanarsi
Allontanarsi da che cosa, che qui è sempre la stessa storia?
Ti vien voglia di cambiare
E cambia chi non c'è più ora
Ricordo notti in un parcheggio
Birre vuote sul cruscotto
Parlavamo sì, ma senza aver mai pagato un conto
Noi siamo quelli senza scuse, col passato in fiamme
Quelli che parlano con tutti
Ma non è niente di importante
Che le cose belle stanno dentro e meritano stelle
Siamo tutti Giusy
Cambia soltanto dentro a quale pelle
Potrei cantare per cent'anni
E direi le stesse cose
E non è monotonia
È il mio rifugio personale
Non chiedermi niente
Questa sera si sta bene
Porta un po' dei tuoi ricordi
E dopo mescolali insieme
Vorrei parlare anche di lei ma senza esagerare
Che il cielo lì ci osserva
E noi formiche in pasto a un mondo cane
Poi ti bastan' due occhi azzurri e ritorna tutto
Ritorna il cuore
Al suo posto dove c'è calore
Avevo voglia di cantare
Ma solo ciò che avevo dentro
Sento, che tanto più mi sento vuoto
E tanto più mi riempio dentro
Ricordo lì in terrazza, quinto piano, sopra tutti
Passare notti dentro stanze in cui non vedi bene tutti
E con la mano e con la mano
E con la mano sposti il fumo che ti bruci gli occhi
Sentirsi ultimi ma sorridere che è passato pure oggi
Mamma, mamma, mamma
Ti ho deluso tante volte e non è vittimismo
Ti ho vista piangere
E maledico il giorno in cui non mi hai più visto
.
Ma vince chi si sveglia, vive, muore e spera
Sempre dentro le sue mani-

Finì di cantare e mi guardò con gli occhi lucidi. Io ero in una valle di lacrime. Non ero mai stata tanto riconoscente ad una persona come in quel momento.
-E' meravigliosa, Niccolò- gli dissi abbracciandolo –Grazie
-Meriti questo e mille stelle- mi rispose lui stringendomi a sé.

La stazione dei ricordi// Ultimo Where stories live. Discover now