capitolo 5

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Prima che arrivasse la cena, andai a farmi una doccia. Niccolò mi accompagnò al piano superiore.
Allora qui avanti c'è camera mia, a sinistra il bagno e a destra la camera degli ospiti che poi ti preparerò per stanotte- mi disse.
Entrai nella camera ed appoggiai lo zaino vicino al letto. Mi guardai attorno. Una camera color verde pastello con diversi quadri. Il letto era appoggiato al muro sulla sinistra ed aveva un piccolo comodino di fianco. Di fronte al letto c'erano un armadio e una scrivania con la sedia. Vi erano anche tre mensole sopra con diversi libri di narrativa.
-Ti piace?- mi chiese Niccolò appoggiato alla porta.
-E' molto bella- dissi sorridendo.
-Dubito che tu abbia un cambio per dopo, quindi se vuoi prendi pure gli abiti che ci sono nell'armadio. Dovrebbero andarti abbastanza bene-
-Oh, grazie mille- dissi alzandomi dal letto ed aprendo l'armadio.
-Figurati. Io ti aspetto di sotto-
Trovai appesi una maglia bianca e dei pantaloni neri. Appoggiati in basso c'erano dei calzini anch'essi bianchi. Li presi e li poggiai sulla scrivania. Aprii lo zaino e presi il famoso kit per emergenze ciclo. Non era il periodo ma era meglio avercelo dietro. Presi le mutande e tutte le cose di Niccolò che avevo preso prima ed andai in bagno. Mi feci una bella doccia calda e mi cambiai per poi raggiungere Niccolò al piano inferiore. Lo trovai seduto sul divano che ascoltava una canzone.
-Grazie ancora, ne avevo davvero bisogno- dissi interrompendolo.
Quando mi sentì parlare, si girò verso di me e sorrise. Mi guardò dalla testa ai piedi.
-Devo dire che ti dona molto il mio merch-
-Il tuo merch? Oh, questo?- dissi indicando come ero vestita. Lui annuì. –Beh complimenti, è molto comodo. Però non vedo la scritta ultimo da nessuna parte, il che è molto strano-
Lui si alzò dal divano e si avvicinò. Mi prese per mano e mi accompagnò davanti allo specchio vicino al bagno. Mi fece voltare un pochino e poi mi indico la scritta sul colletto della maglia e vicino le tasche dei pantaloni.
-Okay mi servono degli occhiali- dissi ridendo –non li avevo proprio visti-
Si mise a ridere anche lui. Stava ancora tenendo la mia mano fra la sua e notò che dalla manica della maglia sbucava un livido. Mi guardò prima di alzare ancora un po il tessuto e vide il segno della mano di mio padre. Alzò di nuovo lo sguardò e vidi i suoi occhi lucidi. Lasciò un bacio su quel segno e poi mi strinse a sé.
-Non ti faranno più del male, te lo giuro- disse con la voce spezzata dal pianto. Delle lacrime rigarono il mio volto. Non riuscivo a sopportare di vederlo così. Lo allontanai da me e gli asciugai le lacrime con i pollici. Lui accennò un sorriso che io ricambiai.
Il momento venne interrotto dal campanello.
-Vado io- disse Niccolò. Si sistemò e si guardò velocemente allo specchio prima di andare ad aprire la porta.
-Wee Nicco, come stai? Non dirmi che ti mangi tutta sta roba da solo- gli disse il ragazzo.
-Ma, potrei pensarci. Dai scemo, sono in compagnia-
-Una ragazza?-
-Ma che te frega, Fa? Quanto ti devo?-
-Quindici-
Niccolò pagò il ragazzo e poi si salutarono.
-Fatti vedè in giro ogni tanto-
-Solo quando non ci sei- gli rispose Nic per poi chiudere la porta alle sue spalle.
Mangiammo guardando Mulan e recitando alcune battute che entrambi sapevamo a memoria.
-Dammi pure che li porto in cucina-
Gli passai le varie confezioni per poi bere l'ultimo sorso di bibita rimasto nel bicchiere.
Lo raggiunsi in cucina e lo guardai sistemare le posate nella lavastoviglie. Quella piccola scena quotidiana mi fece sorridere. Mi mancavano quei momenti.
Mi persi nei miei pensieri e non mi accorsi che Niccolò mi stava guardando confuso.
-Stai bene?-
-Eh? Sì, ero persa nei miei pensieri-
Lui sorrise e si asciugò le mani con uno straccio. Si avvicinò a me e mi spostò un capello dietro l'orecchio.
-Ti va di guardare un po le stelle prima di andare a dormire?-
-Sì, assolutamente-
Prese una coperta e la stese sull'erba. Ci straiammo in compagnia di Spugna.
-A cosa pensi quando guardi le stelle?- gli chiesi guardandolo.
-A nulla. Le stelle mi tolgono qualsiasi pensiero. Sono troppe belle per poter pensare ad altro. Tu invece?"
-Penso a mia mamma, a tutto quello che ho passato con lei e mi immagino dove possa essere. Come ti ho detto prima, per me lei è quella stella, quella più luminosa- dissi indicandola –quella stella c'è sempre, tutte le notti e da camera mia si vede benissimo. Non posso fare a meno di pensare che sia lei che veglia su di me, che mi protegge. Poi penso anche al mondo perché io in realtà del mondo non so nulla. Mi piacerebbe  tanto visitare Roma perchè, anche se è la mia città, non l'ho mai vissuta davvero. O magari anche andare a Parigi-
-Come mai proprio queste due città?-
-Per l'arte. L'arte, insieme alle stelle, mi aiuta a liberare la mente, a sfogarmi, a trovare una spiegazione per tutto. Davanti a un quadro non penso alla mia vita ma penso a quella del pittore e dell'opera. Mentre sotto le stelle cerco di dare un senso alle mie giornate. Alla sera trovo le risposte che ho cercato durante il giorno"
-Sei proprio un'anima bella, Abigail-
-Solo perché tu mi guardi con occhi pieni di purezza-

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