Bimba. Mosca.

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Ero appoggiata alla porta e stavo riflettendo sul da farsi.
Non sapevo davvero cosa fare.
Ero terrorizzata dal fatto, che quello che avevo vissuto, l'indomani appena sveglia, l'avrei dimenticato.
Beh, mi è capitato un sacco di volte, ma sono stanca.
Stanca di vivere questa vita.
Anzi no.
Questa non è vita è immaginazione.
E non è vivere, è sognare.
Il realtà, io non ero e non sono per niente impulsiva.
Anzi;
Sulle cose ci rifletto troppo, tanto da farmi venire un attacco di panico.
È vero, sono fredda, selettiva, provocatoria, avvolte stronza, ma se mi affeziono alle persone, sono pronta a dare il tutto per tutto.
Ad un certo punto la mia testa, tanto per cambiare, mi disse qualcosa.

"Non ci pensare più. Basta. Che tu vero sei capace a svenire di nuovo."

-Certo che sei stronza!-

"Praticamente, ti stai autoinsultando"

- Che odio!-

"Tanta gente dice che è meglio amare se stessi e accettarsi, non odiarsi"

- Ma mi vuoi fare veramente incazzare?!-

"CHISSÀ..."

-MA VAI A CAGARE!-

"AHAHAHAHA"

Dopo di ciò, mi andai a lavare ed indossai il pigiama...
Dopo di che mi andai a coricare.

La notte feci di nuovo un sogno...sempre Lo stesso ragazzo....Mihael Keehl, l'amore della mia vita, a quanto pareva.
La somiglianza con il ragazzo del gatto rompipalle, era assurda.
Era identico.
Solo che il carattere era totalmente l'opposto.
Il ragazzo del mio sogno era gentile, affettuoso, anche un po' impulsivo, ma comunque era un amore.
Quello del gatto rompipalle invece, era fastidiosissimo, provocatorio, presuntuoso, arrogante, superbo....sì, una merda.

"Ma che ne puoi sapere tu di quello lì, che lo hai visto mezza volta."

- Che palle! Una neanche può dormire in pace.-

"E già!"

-*prende il cuscino, lo sbatte sul letto, si ci butta di sopra a questo, e si sistema meglio*-

Non mi ero accorta che intanto già erano le 7.
Infatti neanche il tempo di rimettermi a dormire, che suonò la sveglia.
Sbuffai.

-Di già?!-

*E Sì, mi dispiace per te *ride*...*

-Pff...-

Mi alzai, feci il letto, mi lavai e mi vestii.
Indossai una sorta di top a michè lunghe aderente, pantaloncini di jeans, calze a rete, una felpa più grande di me grigia e un paio di anfibi.

Indossai un rossetto rosso scuro, un po' di mascara e l'illuminante.
Lo so, per come mi sono conciata vi sembrerò una poco di buono, ma non è così, credetemi.
Semplicemente ero così, mi piaceva vestirmi così.
Per ultima cosa sistemai i libri, la stanza, presi uno dei tanti lecca lecca alla fragola della mia collezione e lo misi in bocca.
Aprii la porta e cominciai a scendere le scale.
Finalmente, dopo tanto, il primo giorno di scuola.
Mi era mancato essere una studentessa.
Mentre scendevo le scale sentii il ragazzo della sera prima.
Stava uscendo anche lui dalla sua camera per andare a fare colazione era con dei suoi amici, erano tutti più grandi di me, avevano almeno 15 anni.
Scesi l'ultimo scalino della scala, e provai ad evitarlo senza successo.
Infatti lui attirò l'attenzione su di me, con i suoi amici, tenendo un sorrisetto beffardo sul volto.

- Ma guarda chi c'è, la bimba!-

Io cercai di ignorarlo, nuovamente senza successo.

-Che fai, mi ignori, bimba?- disse mentre i suoi amici mi guardavano con fare malizioso.

Mi tolsi lentamente il chupa chups dalla bocca e schioccai la lingua...

-Sai, non parlo con le mosche....-

Il ragazzo mi guardò con malizia e sbuffò un sorriso, per poi distogliere lo sguardo.
Intanto i suoi amici, mi stavano spogliando con gli occhi.

-E voi, attenti a non sbavare per terra, che poi dovete pulire...-

I ragazzi si ritrassero un po' con quella risposta.

-E comunque, ti ho detto mille volte di non chiamarmi bimba, perché mi dà fastidio....ah, aspetta però, tu sai fare solo quello! D'altronde sei una mosca...Uhpsy!- dissi con una faccia da bimba sorpresa, che poi cedette il posto ad una faccia perfidamente diabolica.

Dopo di ciò, riposi il chupa chups nella bocca e me ne andai con le mani in tasca.

I ragazzi rimasero lì, guardandosi con aria sbalordita.

-E brava bimba....- disse il ragazzo seguendomi.

Io continuai a scendere le scale ed arrivai a mensa finalmente.
La porta era già aperta,
Entrai e non potei fare a meno, di notare tutti gli sguardi degli altri, fissarmi è dir poco.
Sembrava mi stessero facendo lo scanner a raggi infrarossi.
E vabbè, ci stava, ero vestita in modo molto particolare.
Mi avvicinai al cibo e presi un sacco di cose.

Il tipo di nome Axel, era ancora dietro di me che faceva lo stalker.

Ad un certo punto mi girai verso di lui e dissi con il vassoio in mano.

- La smetti di seguirmi o no?!-

- no.- Mi disse con un sorrisetto beffardo dipinto sul volto.

-Che ODIO!- ringhiai io, dopo essermi rigirata.

-Calmati bimba.- continuò.

Io mi rigirai, posai il vassoio sul tavolo abbastanza violentemente e alzai il braccio destro per dargli un pugno.
Lui mi fermò.
Mi guardò, si abbssò così da potermi guardare il viso, mi sorrise e mi disse...

- Sei divertente, bimba.-

-E TU SEI UNA MOSCA ODIOSA! - urlai.

Il ragazzo rise, mi prese il mento tra l'indice ed il pollice e disse....

-Sarà divertente passare quest'anno con te, bimba.-

-Fottiti.-
Risposi io.

Il ragazzo si mise a ridere.
Dopo di ché, tolsi il braccio dalla sua presa ferrea con uno strattone, presi il vassoio e rigirai i tacchi, notando che tutte le ragazze volevano quasi mangiarmi....

"Ma non dirmi che sono tutte innamorate di sto tipo."
Dissi io quasi schifata, facendo un espressione di disprezzo.

Cercai un tavolo e lo trovai, anche se l'impresa fu quasi titanica.
Mi sedetti e cominciai a mangiare;
Mentre stavo gustando tutto quel ben di dio, sentivo delle ragazze parlare, o meglio, Sparlare.
Infatti parlavano di me.

-Quella è una Psicopatica.-

-Già-

- Ma come si è permessa di comportarsi così con Axel?!-

-Io non la sopporto proprio!-

-È ODIOSA!-

Poi mi scocciai, mi alzai in piedi sbattendo le mani sul tavolo ed urlai.

- Ma invece di Sparare minchiate, perché non me lo venite a dire in faccia quello che pensate di me? chissà, magari così vi tolgo qualche dubbio...-

Dopo quel rimprovero Calò il silenzio.

Tutte le ragazze erano con la testa abbassata dalla vergogna.

La voglia di mangiare mi era passata, infatti presi il vassoio, lo posai, presi lo zaino su una spalla e me ne andai.....
Prima di uscire dalla menza, si sollevò di nuovo il mormorio di pettegolezzi.

-VEDETE CHE VI SENTO.-

Le ragazze si zittirono di nuovo ed io uscii dalla menza.

...Una Ragazza Impossibile...Where stories live. Discover now