«𝚂𝚒𝚕𝚎𝚗𝚣𝚒𝚘. 𝙸𝚕 𝚟𝚎𝚗𝚝𝚘 𝚍𝚒 𝚙𝚛𝚒𝚖𝚊𝚟𝚎𝚛𝚊» ; XXIX

Start from the beginning
                                    

Taehyung, invece, era a letto, sotto le coperte, ma stava seduto appoggiato alla testiera; aveva cercato di dormire sotto i miei continui comandi perché gli girava la testa, quel pomeriggio, ma non c'era riuscito. Adesso voleva soltanto osservarci giocare e chiacchierare. Sapevo quanto gli mancava Chaeyeong; il loro legame era solido e compatto.

- Invece ti sei divertita con la tua amica francese?

- Lei è sempre stata simpatica con me, - mi rispose sorridendo. Mi contagiò.

- Allora sai parlare il francese?

- Sì! E' stato papà a insegnarmelo. Non so parlare bene quanto lui, ma è figo.

- E' stato il tuo papà, eh? - Sorrisi, e mi girai a guardare Taehyung. Anche lui mi sorrise.

- Il francese e l'inglese per me non sono un problema. Fin da piccolo sono stato abituato a parlare queste lingue sia in Corea sia altrove, e dal momento che mi sono risultate utili ho impartito la stessa educazione a Chaeyeong, - spiegò lui.

Il mio sorriso si ostinava a rimanere imperturbato sul mio viso, fin quando una domanda non pressò il mio cuore. Allora mi feci serio, quasi agitato.

- E invece, dov'è la scorta? Non doveva essere qui o con Chaeyeong? - Gli chiesi. Non mi accorsi che la bambina si era già alzata dal tappetto fin quando non la vidi salire con qualche difficoltà sul letto di Taehyung, che prima di rispondermi fece accoccolarla al suo grembo.

- La volevo tenere per Chaeyeong, ma il suo ritorno è stato salvaguardato da una figura della cui audacia è più... rassicurante, s'è concesso, - mi rispose accarezzando la testa della figlia.

- Parli di quell'uomo? Non l'ho mai visto prima d'ora.

- Quell'uomo è mio fratello, - così chiarì i miei dubbi. Eppure ne rimasi sbigottito, e Taehyung sorrise di quel mio stato confusionale.

Mi porse la mano e chiese di sedermi accanto a lui; dunque mi alzai da terra, lo raggiunsi e, dopo aver preso la sua mano, esaudii la sua richiesta. Adesso eravamo vicini, l'uno di fronte all'altro. Mi accarezzava la testa piano piano, come se stesse accarezzando un micio; le sue dita scivolavano tra i miei capelli, ne tastavano la morbidezza, e in quell'attimo volli così tanto accoccolarmi a lui proprio come Chaeyeong che reprimerne il desiderio fece male.

- Non c'è molto da dire su di lui, ti prego di perdonarlo se è così taciturno e rigido. So che può fare facilmente una cattiva impressione, d'altronde non dice mai nulla per smentire il malinteso che causa la sua figura, ma fa davvero tanto. Posso sempre contare su di lui quando ho bisogno di qualcosa. E' un bravo fratello. Non sarà completo, manca di qualcosa, ma è un bravo fratello. Ha lasciato tutti i suoi impegni, così come Sakura, per portare Chaeyeong a casa qui in Francia. L'ha fatto di sua iniziativa, quindi l'ho invitato a stare qui per un po' per conoscerti e lui ha accettato a fatica. Può non sembrare, ma ce la mette tutta. E' fatto così, - mi spiegò.

- E perché è così?

Mentre mi accarezzava i capelli con gli occhi che sembravano persi nella mia chioma, Taehyung mi raccontò qualcosa di suo fratello Chansung.

- Lui è più simile a me di quanto si possa pensare. I nostri genitori, la nostra vita, la società... tutto ci soffocava, e da questo senso di oppressione in lui è nato il fervido bisogno di giustizia e libertà. Era ribelle, ribelle in senso diverso rispetto a me che ero più trasgressivo, ma decisamente più ribelle e io, che sono il più piccolo dei tre, potevo solo ammirarlo e imitarlo. In una certa misura, s'intende. Avevo il mito del fratellone, quello più alto e robusto, che non si fa mai mettere i piedi in testa, che protegge suo fratello e sua sorella più piccoli come fossero i suoi cuccioli indifesi. Ma tu lo sai, lo sai bene che la ribellione di qualsiasi forma, qualsiasi rivoluzione possa portare, diventa pericolosa. Una notte è successo qualcosa... dev'essere successo qualcosa, perché una notte non era più ritornato a casa. Io me lo ricordo: io stavo tornando con la macchina, avevo diciassette anni e non potevo neppure portarla... Comunque, era stata una serata particolarmente intensa e stravagante per me e volevo tornare alla sicurezza del mio letto, ma quando sono entrato a casa Sakura è accorsa come un fulmine a tempestarmi di domande su Chansung e su dove fosse. Credeva che sarebbe venuto a prendermi, ma io le ho risposto che io mi ero portato la macchina. Allora ci preoccupammo tantissimo.

❝Il destino gioca d'azzardo❞Where stories live. Discover now