𝙩𝙝𝙚 𝙢𝙤𝙨𝙩 𝙗𝙚𝙖𝙪𝙩𝙞𝙛𝙪𝙡 𝙢𝙤𝙢𝙚𝙣𝙩 𝙞𝙣 𝙡𝙞𝙛𝙚, epilogo ; XXXI

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𝙏𝙃𝙀 𝙈𝙊𝙎𝙏 𝘽𝙀𝘼𝙐𝙏𝙄𝙁𝙐𝙇 𝙈𝙊𝙈𝙀𝙉𝙏 𝙄𝙉 𝙇𝙄𝙁𝙀the 𝐞𝐧𝐝 ; the 𝐛𝐞𝐠𝐢𝐧

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𝙏𝙃𝙀 𝙈𝙊𝙎𝙏 𝘽𝙀𝘼𝙐𝙏𝙄𝙁𝙐𝙇 𝙈𝙊𝙈𝙀𝙉𝙏 𝙄𝙉 𝙇𝙄𝙁𝙀
the 𝐞𝐧𝐝 ; the 𝐛𝐞𝐠𝐢𝐧


I giorni scorrevano lenti e pacifici come le acque di un fiume di montagna. Ogni mattina mi sedevo su una poltrona e osservavo la neve cadere; con il taccuino sulle cosce, sorseggiavo una cioccolata mentre il silenzio mi cullava; era una terapia per i sensi. Il mio cuore andava scaricando ogni giorno un peso diverso, era sempre più leggero, io sorridevo più spesso e mi sentivo sereno. Avevo trovato la mia casa.
Non dialogavo spesso con i fratelli di Taehyung, non perché fossi restio, ma perché avevo scoperto che una certa distanza dalla gente, un certo grado di solitudine, mi faceva stare in pace con me stesso. Non mi precludevo ai loro sorrisi, che erano tutto fuorché sgradevoli; però ci limitavamo a bocconcini di parole ogni giorno, niente di più e niente di meno. E andava bene così a tutti noi, perché c'era comprensione.
In quel periodo, lontano com'ero dalla Corea e da tutti i suoi dissapori, il passato non esisteva più. Non riuscivo a vedere il futuro e non sapevo come mi avrebbe trattato, ma esso era più importante di ogni altra cosa. Bisogna salvare e preservare la propria vita a ogni costo. Sopravvivere e vivere pienamente, qualsiasi sia la vita che si sta vivendo. Sopportare i temporali e rialzarsi, consapevoli che la propria pelle si ispessirà a ogni burrasca, consapevoli che alla prossima saremo più forti. Bisogna sopportare e amarsi. A ogni costo, bisogna pensare a noi stessi.

Un tavolino accanto al camino, tre poltrone raggruppatevi attorno.
Chaeyeong sedeva sulle gambe di Taehyung e io con gli occhi che brillavano di amore li guardavo giocare assieme, mentre la tazza di tè bollente mi riscaldava le mani. Tepore, familiarità, una serenità impregnata in ogni gesto. Un quadro.
Sakura venne con un vassoio di biscotti e si sedette sull'unica poltrona rimasta vuota.
Mentre Chaeyeong si liberò dalla presa paterna di Taehyung per andare a raccogliere qualche biscotto al cioccolato, sul suo volto calò un'ombra. Il sorriso perdurava solo grazie alla vista della figlia così allegra.

- Che cosa ha detto? - Chiese a un certo punto.

Il mio cuore perse un battito. Mi portai la tazza calda alle labbra, costringendomi a bere.

- Dice di vergognarsi perché sei suo figlio, - gli rispose Sakura, pacata e controllata. Una schiettezza ammorbidita dalla sua voce.

- Bene, pensavo peggio.

Il tono di Taehyung, eppure, risultò rassegnato. Amaro.

- Taehyungie, perché non gli parli?

Il fuoco negli occhi del nominato, la testa scattò verso la sorella.

- Parlargli? - Sbottò.

Sakura perse la sua dolcezza.

- Alt! Ragazzino, prima di rispondermi sgarbatamente ancora e ancora ti ricordo che sono davvero preoccupata del tuo rapporto con papà e che io, tua sorella, non c'entro nulla nel vostro rancore. Inoltre a me piace tantissimo Jungkook, vorrei averlo io come fidanzato! Vi vedo così bene insieme e faccio il tifo solo per voi, hai capito?

❝Il destino gioca d'azzardo❞Where stories live. Discover now