"Farei di tutto per la mia pulce e sei grande abbastanza per vivere da sola e avere la tua indipendenza. Soprattutto adesso che tu e Federico siete tornati insieme..." comincia, abbassandosi per parlare sottovoce al mio orecchio mentre entriamo nel portone di quella che d'ora in avanti posso chiamare casa mia. "Non puoi farlo venire a dormire in albergo se ci sono io in fianco a voi" precisa dandomi una leggera gomitata che mi fa avvampare all'istante.

"Papi!" lo rimprovero alzando le sopracciglia, totalmente in imbarazzo da ciò che ha appena detto tra le righe.

"Pulce, hai ventitré anni e che tu ci creda o no anche io sono stato giovane prima di te. Lo so come funziona il mondo e sai che mi fido di lui ma soprattutto di te. Per quanto mi dia fastidio dover condividere la mia bambina so che questo giorno doveva arrivare. Il giorno in cui un baldo giovane ti porta via da me" abbassa lo sguardo mentre saliamo le scale fino al settimo piano, dato che entrambi abbiamo paura degli ascensori e soffriamo di claustrofobia.

"Papi, non dirlo neanche per scherzo. Nessuno mi potrà mai separare da te, hai capito? Io sarò per sempre la tua pulce e tu sarai per sempre il mio papà, la mia roccia, il mio punto di riferimento. Non importa cosa succederà, saremo sempre noi fino alla fine, ricordatelo sempre" gli prendo le mani nelle mie e gliele stringo forte, sperando di riuscire a fargli capire il messaggio.

"Lo so, tesoro. Ma è sempre difficile vederti crescere" ammette con un sorriso sul volto e le lacrime che minacciano di scendere lungo le guance, dettate non tanto dalla tristezza ma probabilmente dall'orgoglio di avere un rapporto così indissolubile con la propria figlia.

"Grazie mille del regalo papi, ti voglio bene" sussurro mentre lui posa una mano sulla mia spalla attirandomi a sé lasciandomi un bacio sui capelli mentre io apro la porta del mio nuovo appartamento.


Torino, 31 dicembre 2017

Non mi è mai piaciuto festeggiare Capodanno, fin da quando ero bambina. Non amo particolarmente le feste in generale e questo implica anche il cenone del trentuno dicembre. Federico mi ha invitato alla cena della Juventus che si terrà in una villa appena fuori Torino dove saranno presenti tutti i componenti della squadra con le relative famiglie. Su due piedi ho risposto di sì immediatamente, pensando che potesse essere il modo migliore per dire a tutti che il nostro rapporto sta tornando alla normalità, ma ora che sono davanti allo specchio con il mio vestito comprato apposta per l'occasione non mi sembra più una buona idea.

"Pulce, sei bellissima" mio padre compare nel mio campo visivo riflesso allo specchio.

"Grazie, papi" rispondo sincera completando il trucco con la riga di eyeliner. "Anche tu non sei niente male" commento con il sorriso sulle labbra, vedendolo in tutta la sua eleganza nel suo completo blu scuro.

"Faccio ancora la mia porca figura, hai visto?" scherza avvicinandosi allo specchio per farsi il nodo alla cravatta dello stesso colore della giacca. "Immagino che non tornerai a casa stanotte" allude alzando le sopracciglia e ricevendo una gomitata da parte mia.

"Non lo so, dipende come va la serata" resto sul vago perché nemmeno io so se tornerò a casa con Federico oppure no.

"Dovrete anche parlarvi definitivamente prima di andare in vacanza perché una volta là non potrai tornare indietro" osserva al mio fianco stringendo il nodo della cravatta assolutamente perfetto.

"Lo so, ma sai che non amo le uscite ufficiali, soprattutto se ci sono un miliardo di fotografi" sbuffo alzando gli occhi al cielo per poi infilare i miei tacchi vertiginosi che, nonostante la loro scomodità, non mi fanno sembrare tanto bassa rispetto a Federico.

Fino alla fine || Federico Bernardeschi || [IN REVISIONE 👩🏼‍💻]Where stories live. Discover now