Capitolo 3 - parte 2

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A risvegliarla fu un suono acuto, proveniente da un controller. Ellie lo disattivò con un comando vocale, poi, a fatica, si rigirò nel letto. Le tempie pulsavano, gli occhi bruciavano. Le ci volle più di qualche istante per capire che riprendere sonno non sarebbe bastato a risolvere il problema. Si alzò.
Si trovava in una stanza di forma quadrata, arredata di tutto punto. Di fronte a lei, una luce di segnalazione identificava la porta d'ingresso; sulla parete sinistra c'era l'ingresso di un bagno e, al suo opposto, un'enorme vetrata con vista panoramica del Complesso. La ragazza cercò di rammentare cosa fosse successo e come avesse fatto a finire in questo luogo, con scarsi risultati. Perché si trovava lì?

Osservò il paesaggio, confusa. Al limitare della radura era ben visibile una moltitudine di alberi. Un luccichio attirò la sua attenzione: era il riflesso della luce prodotto dalla Cupola, circondata da stormi volteggianti di uccelli. Strinse le palpebre e oscurò l'ambiente tirando una tenda, infastidita dall'intensità luminosa.
Si rese conto di trovarsi al Complesso, e quella consapevolezza le riportò alla mente tutto. Non si aspettava tali postumi – forse la Dirigente ne aveva parlato quando lei era distratta; si chiese se avrebbe ricevuto qualche cura.
Ellie si diresse con passo malfermo al mobile più vicino, sul quale si trovavano un oggetto argenteo a forma di fagiolo e un biglietto scritto con una calligrafia molto ordinata. Recitava: "Congratulazioni, da oggi Lei fa parte della classe medica del Settore 7. Il lìtis che trova accanto a questo foglio sarà il Suo assistente personale; è già configurato e pronto all'uso. Per la giornata di oggi è libera di esplorare la struttura e ambientarsi, le attività cominceranno domani. Lo staff le augura una buona permanenza".

Iniziò a saltellare per tutta la stanza, ignorando le martellate più intense alla testa. Quasi stentava a crederci: lei, Ellie Jameson, sarebbe diventata un medico! Era il lavoro più prestigioso che potesse desiderare. Fremette dalla gioia, il cuore a mille.
A scuola era una delle poche persone indifferenti al risultato del Test, nonostante avesse un debole per lo studio del corpo umano e delle sue patologie. E ora avrebbe potuto studiarlo a fondo, imparare tutti i segreti della medicina moderna, forse anche di quella antica! Doveva assolutamente avvisare i genitori.

Il lìtis era di semplice utilizzo, basato su una serie di comandi vocali e aptici. La ragazza spedì alla madre una missiva informativa, strinse il biglietto al petto e si diresse al bagno per rinfrescarsi il viso.
Benedetti farmaci! L'armadietto ne era pieno. L'antidolorifico fece subito effetto, ed Ellie fu libera di rilassarsi sotto il tiepido getto della doccia.

Si rese conto di avere parecchia fame. Un lungo corridoio costellato di porte e fin troppe diramazioni le apparve davanti, quando mise piede fuori dalla stanza. Disorientata, restò ferma a studiare l'ambiente in cui si trovava.

«Serve aiuto?» chiese una voce familiare.

«Ryan, ciao! Sto cercando la strada per la mensa, muoio di fame», rispose la giovane, portandosi una mano allo stomaco nel tentativo di coprire il suono del suo borbottio. Per una volta si sentì in debito con il brunetto. Gli sorrise, affabile.

«Mi stavo dirigendo verso la stessa destinazione. Vuoi venire con me?» Il ragazzo le porse un braccio. Lei accettò e posò una mano nell'incavo interno del gomito di Ryan, che la guidò fino alla sala ristoro.

Varcarono la soglia di un ampio fabbricato dalla forma circolare, arredato da numerose tavolate colme di cibo e piatti impilati, in attesa di essere riempiti. Gli occhi dei due giovani si illuminarono alla vista di tanta abbondanza; si scambiarono un'occhiata d'intesa e si precipitarono a prendere posto.

«Come facevi a conoscere già la strada per arrivare qui?» Ellie posò la forchetta sul tovagliolo e si allungò sulla sedia.
Ora che aveva riempito lo stomaco, la sua mente lasciò spazio alla curiosità. Aveva notato la sicurezza con cui Ryan si era orientato nel dedalo di corridoi, senza esitazioni; pareva conoscere il percorso da sempre, nonostante fosse la prima volta che metteva piede al Complesso.

Kÿrîon [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora