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Oggi ho immaginato di vederti, di parlare con te, era da un po' che non mi capitava.
Ho immaginato di essere nel posto in cui ci siamo conosciuti e che fosse pieno di gente, che ci fosse anche Martina.
Io sono seduta mentre lei è in piedi che guarda il telefono, poi entri tu e dici buonasera a tutti, poi ti avvicini e dici ciao solo a me e mi guardi e ti guardo.
A quel punto io mi alzo e parlo con la Federica, tu ti siedi, io e lei iniziamo a ridere per una cosa che ha detto. Tu sorridi perché non sai per cosa ridiamo e non riesci a smettere di guardarmi, io non riesco a smettere di ridere e neanche di guardarti.
Allora mi chiedi come va, come non va, cos'è successo nella mia vita in questi mesi che non ci siamo parlati, in cui ci siamo volutamente ignorati.
A quel punto inizio a raccontarti tutti i casini che sono successi, della macchina, della multa, della scuola che non va. E tu ridi per come ti racconto tutto e allora ridiamo insieme come abbiamo sempre fatto e ristabiliamo la connessione tra noi due. E tu sei sempre pronto a coprirmi quando chiedono perché ridiamo perché i casini che combino li sai solo tu.
E di solito non ti fermi mai a parlare, dici ciao e te ne vai, mentre oggi resti, oggi hai il coraggio di guardarmi negli occhi.
Oggi ridi insieme a me e non hai paura.
Poi ti rendi conto di essere in ritardo ed esci.
Ti giuro che sembrava tutto così reale, e avrei voluto chiederti di restare ancora un po', altri dieci minuti, non chiedevo altro.
Dieci minuti per continuare a ridere, per chiederti come stai, se lei ti fa stare bene, se anche con lei ridi come ridi con me, se anche lei ti fa ridere e sorridere come me.
D'un tratto torno indietro, torno ad Agosto e a quando io e te eravamo noi. A quando ti incazzavi perché stavo in mezzo alla strada e allora mi prendevi la mano. A quando ci prendevamo in giro alla fermata dell'autobus e poi mi baciavi all'improvviso.
A quando mi fumavi in faccia solo perché sapevi che mi dava fastidio e poi ridevi e mi chiamavi tesoro.
A quando dormivamo abbracciati in spiaggia e ti preoccupavi che non stessi troppo al sole e poi ti stracciavo a carte e tu facevi finta di rimanerci male solo perché ti baciassi.
Vorrei tornare a quando era tutto perfetto e ci guardavamo negli occhi e di parlare poi non ce n'era più tanto bisogno.
Mi piacerebbe viverti e togliere quella rabbia dai tuoi occhi e accarezzarti i pugni.
Mi piacerebbe dirti che mi manchi ma non posso.

Tutto quello che non so dirti Where stories live. Discover now