Capitolo 5 Red Eyes

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Le finestre si aprirono di colpo, lasciando entrare una folata di aria gelida. Laura spalancò gli occhi, il fiatone, la pelle cosparsa di goccioline di sudore. Ansimò, cercando di regolare il respiro. Si sedette sul letto, portandosi una mano sulla fronte.

“Un sogno. Solo un sogno.” si disse, asciugandosi la fronte imperlata di sudore. Un brivido le percorse la schiena, e solo allora si accorse delle imposte spalancate. Si alzò tremante dal letto e chiuse la finestra, sospirando e fissando il vetro bagnato. Aveva piovuto.

Da quando aveva scoperto del suo sangue ogni notte aveva un incubo diverso. Ma pur sempre un incubo. Si alzò distrattamente la maglia del pigiama, sfiorando la voglia dei quattro cerchi.

Ormai sapeva cosa significava quello strano segno. I Quattro Elementi. E lei era il Fuoco. I quattro cerchi pulsavano, rilasciando un piccolo calore. Bruciavano. Laura li sfiorò con la punta del polpastrello freddo, provocando un po' di sollievo. Aprì delicatamente la porta della stanza e, in punta di piedi, arrivò nel corridoio. Respirò a fondo, cercando di non fare rumore: l'ultima cosa che avrebbe voluto era svegliare il fratello. Si portò le mani ai polsi, dove c'erano ancora dei segni rossi. Si infilò di corsa nel bagno, chiudendo la porta delicatamente. Appena dentro sospirò: ce l'aveva fatta, non aveva svegliato Jacob. Aprì l'acqua e si bagnò abbondantemente il viso, cercando di togliere la sensazione appiccicosa del sudore dalla pelle. Bevve un po' dell'acqua fresca e si decise a guardarsi allo specchio. Storse la bocca: aveva due occhiaie profondissime, i capelli, raccolti in una treccia, era fuggiti da tutte le parti e poi la voglia, la sua voglia rosso fuoco, che bruciava più che mai. Sospirò amaramente e se ne tornò, in silenzio, in camera sua, chiudendo piano la porta. Si infilò sotto le coperte e provò ad addormentarsi: niente.

Prese il cellulare dal comodino e lesse l'orario: le quattro del mattino. Ributtò il telefono sul comodino, esasperata. Si alzò e si diresse sulla piccola mensola sopra la scrivania, cercando nella lettura un qualche stimolo alla sonnolenza, come quando era piccola. Chiuse gli occhi e prese un libro a caso, come faceva sempre quando non sapeva che leggere. Si rinfilò nel letto e guardò la copertina: “Fairy Tales”. Alzò gli occhi al cielo: “Proprio in tema.” disse, ripensando alla scoperta sulla sua vera natura. Aprì svogliatamente il libro, sperando di trovare, tra le sue storie preferite sulle creature magiche, qualcuna che la facesse dormire, come quando gliele raccontava la madre.

Lesse le prime righe della sua storia preferita, “La fata e la Morte”, e sgranò gli occhi.

– Oh mio Dio! – sussurrò, portandosi una mano alla bocca. Afferrò il cellulare e digitò velocemente il numero di Freddie Terre. Poi si accorse dei numeretti in alto a destra: le 04:40. No, non era proprio ora di chiamare.

BAM! Il rumore del volume sbattuto sul tavolo rimbombò per tutta l'aula mensa.

– Ehi, Laurie, calmati.. – disse Josh, che aveva quasi spruzzato in faccia a Freddie il suo succo all'arancia per il colpo. Lei alzò gli occhi al cielo – Si, si, magari dopo...Dovete vedere che ho scoperto! – esclamò, indicando il libro di fiabe.

– Un libro di...fiabe. – commentò Freddie, alzando un sopracciglio.

Isabelle lo prese tra le mani – Oh, avevo anche io quest'edizione! Ci sono dei disegni bellissimi! – esclamò, cominciando a sfogliare il libro. Laura alzò gli occhi al cielo – Ok, vai alla prima storia. “La fata e la Morte” … – le disse, sedendosi accanto a Freddie.

Isabelle annuì – Era la mia storia preferita... – commentò, mentre cercava la pagina.

Si fermò proprio dove stava il titolo e una bellissima immagine di una fata dagli occhi rossi che, con le ali piegati in giù, i capelli blu e circondata da una foresta incantata, suonava un flauto magico.

Nature ~ KeaynWhere stories live. Discover now