Capitolo 21:

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Sentirono la porta d'entrata che veniva lentamente aperta e poi delle voci provenire dal piano inferiore, i due ragazzi si guardarono interrogativamente ma, quando sentirono dei passi venire velocemente verso di loro, si infilarono sotto le coperte e chiusero gli occhi, cercando di rilassare i muscoli ed apparire addormentati.
La porta della stanza venne spalancata e Rick si palesò sull'uscio come fosse una furia, aveva i capelli in disordine e gli occhi sgranati.
"Carl!" Esclamò l'uomo con preoccupazione nella voce.

3 Ore prima:

Il telefono sul comodino di Rick prese a squillare destando l'uomo dal sonno in cui era sprofondato la sera prima dopo aver trascorso due ore di inferno chiuso in commissariato con un folle mezzo ubriaco. Lo sceriffo allungò un braccio e con la mano iniziò a tastare il comodino alla ricerca del cellulare che fortunatamente non fu difficile da trovare.
La luce bianca dello schermo lo accecò per qualche istante, quando gli occhi si furono abituati alla luminosità che si contrapponeva all'oscurità in cui era immersa la stanza Rick poté leggere il nome che campeggiava sullo schermo.
Daryl.
L'uomo rispose e portò il cellulare all'orecchio.
"Si?" Domandò Rick sbadigliando e passandosi una mano sugli occhi stanchi e gonfi.
La voce del partner arrivò calma e sicura, come era sempre stata, in ogni situazione Daryl sapeva mantenere la calma, come se nulla potesse scalfirlo e questo lato così scostante e in alcuni sensi considerabile menefreghista spaventava Rick.
"Devi venire in centrale, c'è stato un omicidio" Lo informò Daryl, chiudendo subito dopo la chiamata.
Lori si girò su un fianco ed avvolse un braccio intorno alla schiena del marito, poi gli accarezzò dolcemente un fianco.
"Rick?" Domandò lei ancora addormentata, gli occhi chiusi ed il corpo completamente rilassato, sembrava quasi una bambina.
Lo sceriffo si mise seduto e scostò delicatamente il braccio della moglie, posò i piedi a terra e si mise in piedi. Camminò sul tappeto presente nella stanza fino a raggiungere l'armadio.
Rick aprì le due ante in legno e s'infilò dall'interno dell'armadio un paio di jeans, una maglietta bianca ed una giacca blu, non usava più l'uniforme da molti anni, più precisamente da quando Shane era morto, ogni cosa di quella divisa gli ricordava il suo migliore amico, anche solo vederla gli provocava una fitta al cuore.
"Che succede?" Domandò Lori mettendosi a sedere accendendo l' abat-jour posta sul comodino di fianco al letto matrimoniale.
Rick le sorrise e la invitò a tornare a stendersi.
"C'è stato un omicidio... non ti devi preoccupare" Le spiegò il marito infilandosi un paio di anfibi neri che allacciò con forza, fino a quando non sentì i lacci graffiargli la pelle.
Lori puntò lo sguardo sulla porta della camera.
"Carl è da Beth, vero?" Domandò lei preoccupata. 
"Si, non ti preoccupare, mi ha mandato un messaggio quando sono arrivati a casa, ha detto che la serata è andata a meraviglia e che il proprietario lì ha pagati bene" Disse Rick spostando un ciuffo di capelli grigi dietro un orecchio. Lori annuì ed appoggiò la schiena contro il poggia testa.
"Che ore sono?" Domandò la donna.
Rick controllò l'ora su un piccolo orologio da polso.
"Le 6:08, è ancora presto, torna pure a letto" Lei annuì. Rick si chinò a lasciarle un bacio sulla fronte e poi uscì dalla stanza.
Il corridoio era silenzioso, Judith dormiva pacifica nel suo lettino, la porta semi aperta ed una piccola lucina da notte a forma di draghetto posta sopra la scrivania illuminava fiocamente la stanza.
Rick sorrise dolcemente e scese al piano di sotto, afferrò un pacchetto di biscotti dalla credenza ed uscì di casa. L'aria mattutina era fresca e sembrò rimetterlo al mondo, anche se rimpiangeva il caldo tepore offertogli dalle coperte.
Lo sceriffo prese un grosso respiro ed entrò in auto, avrebbe fatto colazione lungo la strada, si sarebbe fermato al commissariato e avrebbe caricato Daryl, poi si sarebbero recati sul luogo del misfatto.

Una volta giunto al commissariato trovò Daryl con la schiena appoggiata alla parete, le braccia incrociate contro il petto ed una sigaretta stretta fra le labbra fra le labbra sottili, circondate da un leggero filo di barba.
Rick si fermò al suo fianco ed abbassò il finestrino, il suo partner si avvicinò con movenze sensuali ed appoggiò l'avambraccio contro la portiera.
"Hey bel maschione, vuoi divertirti?" Domandò Daryl con tono scherzoso, Rick buttò gli occhi al cielo e sbuffò una risata. Tipico di Daryl, trasformare una situazione più che normale, in una più che anormale, o almeno, anormale per lo sceriffo.
"Sali"Ordinò Rick. L'uomo batté una mano contro la portiera e facendo il giro dell'auto e salì dal lato del passeggero.
"Dove dobbiamo andare?" Domandò Rick uscendo dal parcheggio ed immettendosi in strada.
Daryl aprì il pacchetto di biscotti e prese a sgranocchiarne qualcuno.
"Qui vicino, tu pensa a guidare" Gli rispose Daryl passandogli un biscotto.

Una volta giunti sul luogo dell'omicidio Rick parcheggiò e scese dall'auto, seguito a ruota da Daryl che si accese un'altra sigaretta.
"Dovresti smetterla" Disse Rick lanciandogli un' occhiataccia.
"Smetterò quando morirò" Lo sceriffo buttò gli occhi al cielo e si avvicinò al cadavere.
La zona era stata isolata con dei nastri gialli ed alcuni agenti setacciavano i dintorni alla ricerca di tracce o della possibile arma del delitto.
Eugene, il medico che faceva parte della squadra di Rick era già inginocchio di fianco al cadavere, guanti in lattice infilati sulle mani ed una piccola asticella in ferro per controllare le ferite, o meglio la ferita.
"Eugene" Lo salutò Rick. L'uomo gli fece un cenno con il capo e tornò a concentrarsi sul suo nuovo paziente
"Che mi dici?" Domandò Rick dopo essersi inginocchiato al suo fianco. Il moro indicò il buco in mezzo alla fronte dell'uomo.
"Colpo d'arma da fuoco, non ravvicinato, o meglio non troppo..." Iniziò a spiegare il medico.
"Il proiettile?" Domandò Rick. Il moro scosse il capo ed alzò le spalle.
"Scomparso, l'omicida lo ha rimosso per complicarci il caso" Disse l'uomo.
Indicò il braccio destro che era teso in avanti rispetto al corpo, la pistola erano ancora stretta nella mano fredda del morto.
"Sai cosa significa?" Domandò Eugene.
Rick annuì.
"Stava puntando qualcuno" Disse Rick, il medico annuì e si alzò in piedi allontanandosi, seguito a ruota dallo sceriffo.
Eugene si fermò qualche metro più avanti.
"Il nostro cadavere stava minacciando qualcuno, questo qualcuno però non è il suo assassino, la vittima designata dal morto doveva essere un conoscente" Iniziò a spiegare Eugene.
"I due stavano parlando e quando lui" Ed inciò il cadavere.
"Ha alzato la pistola qualcuno lo ha ucciso" Terminò il medico.
"Come lo sai?" Gli domandò Rick stupito da tutte quelle informazioni, sembrava sempre tutto troppo semplice per Eugene, vedeva cose che loro non vedevano, era sempre stato così, Rick lo aveva voluto al suo fianco proprio per questo motivo.
"Il proiettile non era al centro della fronte, ma spostato leggermente di lato, questo significa che l'attenzione del nostro uomo era focalizzata su qualcun'altro, se avesse notato quello che si è poi trasformato nel suo assassino avrebbe girato il capo, ed il proiettile si sarebbe conficcato al centro della sua fronte" Spiegò l'uomo.
"Sappiamo chi è il nostro uomo?" Domandò Rick sempre più stupito.
"Spencer Monroe, aveva a che fare con gente pericolosa quanto una trombosi coronarica"Rick non fece caso a quella frase, ormai si era abituato al linguaggio del medico.
"Era coinvolto in diversi... affari, traffico di droga, combattimenti clandestini e gare clandestine, inoltre ha avuto a che fare con molti nostri conoscenti" Spiegò il moro puntando lo sguardo sul proprio capo.
"Conoscenti pericolosi? Il Boss? King?" Domandò Rick accennando alcuni dei nomi di criminali più famosi nel suo campo. Eugene annuì.
"Credi sia stata un esecuzione?" Il medico scosse il capo con aria dubbiosa.
"No, se fosse stata un'esecuzione sarebbe stata eseguita in un luogo privato e non certo in bella mostra, inoltre sarebbe stata una cosa vistosa, piena di inganni e teatrini. Per ora non so quale potrebbe essere stata la motivazione" Concluse l'uomo tornando di fianco al cadavere e riprendendo ad esaminarne le ferite. Lo sceriffo puntò lo sguardo davanti a se ed in lontananza vide un uomo, indossava una giacca di pelle ed un paio di jeans chiari, aveva lunghi capelli biondi ed una sigaretta stratta fra le labbra, osservava con aria incuriosita ma allo stesso tempo corrucciata la scena del crimine. Chiunque avrebbe pensato che si trattasse di un curioso, ma Rick no, quel'uomo aveva qualcosa di sospetto. Vide il biondo estrarre un cellulare dalla tasca del pantaloni e portarlo all'orecchio, poi lo vide allontanarsi a passo svelto. Rick fu tentato di inseguirlo ma quell'idea gli sfuggì di menti quando si sentì chiamare.
"Rick" Lo richiamò Daryl. Lo sceriffo si voltò per poterlo guardare.
"Il posto è dotato di telecamere, ma le riprese della notte scorsa sono state danneggiate, ci vorranno settimane prima che possano essere utilizzabili" Lo sceriffo sospirò rammaricato e si portò una mano davanti al viso.
"Grandioso...Quello chi è?" Domandò Rick puntando lo sguardo su un uomo che stava davanti al pub.
"Il proprietario" Rispose Daryl con semplicità.
"Sembra preoccupato, credo sia il caso di scambiare quattro chiacchiere con lui" Disse Rick avvicinandosi all'uomo.
Quello puntò lo sguardo su di lui.
"Rick Grimes, questo è il mio partner Daryl Dixon, lei è il proprietario del pub?" Domandò Rick con tono professionale.
L'uomo annuì e puntò lo sguardo oltre la spalla dello sceriffo.
"Saki" Lo sceriffo gli strinse la mano.
"Mi sembra preoccupato, ha paura che il pub possa essere stato danneggiato in qualche modo?" Domandò ancora Rick. Saki scosse il capo.
"No, sono preoccupato per i due barman che erano qui ieri sera, vorrei sapere se sono tornati a casa sani e salvi" Rispose l'uomo.
Rick gli sorrise comprensivo.
"Mi dica il loro nomi, controlleremo noi" Lo tranquillizzò Rick estraendo un piccolo block-notes dalla tasca del pantaloni.
"Ok... Carl Grimes e Beth Rhee" 

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