18

1K 51 0
                                    

Tirò fuori dalla sua tasca un'altra siringa come quella dell'altra volta, ma il colore era viola

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Tirò fuori dalla sua tasca un'altra siringa come quella dell'altra volta, ma il colore era viola. Era strano. Cercai di allontanarmi, ma le sue braccia mi afferrarono, tenendomi stretta al muro.
Le lacrime iniziarono già a rigarmi il volto silenziosamente, sapevo che se avessi urlato sarebbe stata la fine per me.
Con una mano mi blocco' il collo e iniettò la sostanza un'altra volta in me.
Questa era diversa, era ancora più forte e mi impediva ogni singolo movimento. Caddi a terra senza forze e gli occhi erano quasi appannati, ma mi permettevano comunque di vedere quello che stava succedendo.
Poi il quarantenne si avvicinò finalmente a me.

"Bentornata piccola, ora finiamo quello che avevamo iniziato"


Ero in quella casa, con un uomo che pensavo mi volesse forse un pò di bene, e con un altro che invece non voleva altro che soddisfare i suoi bisogni da uomo di mezza età in astinenza. La cosa mi disgustava tanto quanto mi spaventava.

Non riuscivo ancora a muovermi a causa di quel liquido viola in circolo nel mio corpo. Non sapevo cosa fosse, ma era davvero forte. Il mio corpo era immobilizzato, ma non a tal punto da riuscire a fare piccoli movimenti. Senza farmi notare, cosa molto difficile contando che quell'uomo mi guardava come se volesse mangiarmi da un momento all'altro, cercai di scrivere un messaggio a Yoongi da dietro la schiena. Speravo davvero di riuscirci. Premetti le lettere sulla tastiera senza guardare e cercai di scrivere "Aiuto". Speravo davvero di esserci riuscita, ma appena mandai il messaggio il cellulare emanò il suono di un tic come per confermarmi l'invio.

Ovviamente non passò inosservato il mio gesto e mio padre subito si fiondò su di me.

"Che hai li eh?"

"N..niente.."

Si allungò verso di me e mi afferrò il cellulare dalle mani.

"A chi hai scrit- Oh! Ma tu guarda, il tuo fidanzatino ti sta chiamando, rispondi e digli che stai bene. S-U-B-I-T-O"

Ero terrorizzata, cosa dovevo fare? Farmi stuprare praticamente in quella casa che sembrava abbandonata o mettere in pericolo Yoongi, dicendogli di venire a salvarmi?

"Pronto.."

"Jennie dove cazzo sei? Rose mi ha detto che sei andata via con un uomo, poi quel messaggio e-"

"Yoongi.. S..to.. bene"

"Jennie con chi sei?"

"Sto bene.."

Stavo per scoppiare in lacrime.

Un'altra volta avevo scelto il suo bene prima del mio.

Un'altra volta avevo scelto il bene della mia famiglia prima del mio.

Un'altra volta avevo scelto Yoongi prima di me stessa.

Lo amavo. Solo in quel momento, sentendo la sua voce, me ne ero resa veramente conto. Lo amavo più di me stessa. Volevo avere una storia con lui, essere felici insieme, in un appartamento, con due figli. Volevo vedere il suo sorriso ogni giorno, quello riservato a pochi. Volevo sentire il suo tocco esperto su di me, ogni volta che volevo, volevo litigare con lui, avere ragione e sbattergli la porta in faccia.

Volevo lui e basta.

Volevo essere felice.

Ma era tutto un sogno. Un sogno che la mia famiglia biologica e il suo passato stava distruggendo.

"Jennie sono davvero incazzato, dimmi subito dove sei"

"Yoon..gi"

"E' li con te vero?"

"Si"

L'avevo fatto. Avevo detto di si. Volevo che venisse, che mi portasse via da quella situazione, che mi tenesse al sicuro.

"Scappa"

Mio padre, capendo che stavo cercando di comunicare con lui, afferrò il cellulare dalle mie mani e se lo mise sull'orecchio.

"Troppo tardi bello, ora lei è qui, la rivedrai stasera, se sarà in grado di camminare"

Attaccò il cellulare e tornò a guardarmi.

"Bene bene, cercavi di scappare eh, io vi lascio allora, fai quello che devi, e divertitevi"

Mio padre uscì da quella stanza, lasciandomi sola con quell'uomo disgustoso.

Si avvicinò a me e mi afferrò per il collo.

"Questo è per essere scappata senza aver finito il tuo lavoro piccola Jen"

Il terrore mi scorreva nelle vene, non riuscivo nemmeno a respirare a causa della presa al mio collo. Senza contare il dolore ulteriore causato dall'ago che era stato appena piantato letteralmente nel mio collo.

"Per favore.. se vuoi i soldi.. te li do.. ma.. lasciami.. andare"

Ero ormai in lacrime.

"Tu parli troppo"

Dalla tasca tirò fuori il nastro adesivo, che subito mi mise sulle labbra per zittirmi. Continuai a dimenarmi sotto la sua presa e a piangere disperatamente.

Nessuno mi avrebbe salvata, esattamente come quella volta. Esattamente come nel mio oscuro passato. Ero destinata a quella vita.

Subito l'uomo mi sovrastò con il suo corpo, tenendomi fermi i polsi sopra la testa e iniziando a marchiarmi il collo in svariati punti.

Io continuavo a piangere, mi sentivo cosi sporca, cosi inutile.

L'uomo continuava a muovere le mani sul mio corpo e sotto i miei indumenti, toccandomi e tastandomi tutto il corpo, fino a quando non mi spogliò sotto il suo sguardo attento. Io continuavo a dimenarmi. Non volevo tutto ciò, non volevo che continuasse a toccarmi, ma nel momento in cui cercai nuovamente di tirargli un calcio, ricevetti un forte pugno nello stomaco che mi fece perdere i sensi e che mi fece vedere il buio più totale.

Forse era meglio così.

Forse era meglio non sapere.

Forse era meglio non sentire.

Non sapevo esattamente quanto tempo era passato, ma mi svegliai e mi guardai subito intorno spaventata. Non c'era nessuno, la stanza era vuota.

Cercai quindi di alzarmi ma subito sentii un dolore allucinante nella zona del basso ventre. Dio era un cattivissimo segno. Aveva comunque fatto quello che voleva.

Scoppiai nuovamente in lacrime, cercando di scappare da quella casa e di muovermi il più velocemente possibile per poter tornare a casa, ma tra il dolore allucinante al mio corpo e quello che mi avevano iniettato, non sapevo bene reggermi in piedi.

Uscii da quella stanza e salii sul primo autobus che passava di lì. Ogni posto era buono per scappare. Mi sedetti e chiesi alla signora accanto a me se poteva prestarmi il cellulare.

"Ma certo tesoro, va tutto bene?"

"Si signora.. è che ho perso le mie cose e vorrei chiamare.. il mio ragazzo"

Per fortuna il numero di Yoongi era l'unico che conoscevo a memoria.

Lo composi e aspettai la sua risposta.

Bip

Bip

Bip

"Pronto?"

Scoppiai a piangere. Solo la sua voce mi faceva quell'effetto.

"Jennie??"

"Yoongi.."

"Da dove stai chiamando? Dove sei? Ti vengo a prendere subito"

"Non puoi guidare nelle..condiz-"

"Dimmi subito dove sei e sarò lì tra cinque minuti"

Love Me Harder (Min Yoongi)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora