Capitolo 4.

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 Ho passato un’intera settimana in ospedale, dicevamo che non ero molto stabile a causa dei miei continui attacchi di panico e che non era sicuro lasciarmi andare a casa. Avevo raccontato loro che mio padre era in viaggio per lavoro e quindi sarei stata da sola in casa, ci avevano creduto, ma quello che mi aspettava al mio ritorno non mi rendeva felice ed avevo abbastanza paura questa volta. Quell’uomo era capace di tutto, aveva picchiato Louis, che non c’entrava assolutamente nulla, e aveva picchiato me nonostante fossi incosciente, causandomi lividi e ferite. Non potevo andare alla polizia e denunciare il fatto, me l’avrebbe fatta pagare e in più non avevo prove a sufficienza per incastrarlo nel suo malato gioco di affari. Era davvero bravo. Quello che continuavo a chiedermi era perché aveva tutto questo bisogno di me, perché mi diceva che ero una parte essenziale dei suoi affari, me la cavavo in matematica e potevo gestire i suoi guadagni e tutti gli aspetti economici, ma lui mi usava in un’altra maniera, orrenda e spietata. Mi buttava addosso il fatto di essere una ragazza carina, sexy mi definiva, e quando il gioco si faceva duro mandava me per riparare ai suoi  errori. Ero la  sua puttana.

Era dura da ammettere, non era una cosa molto bella ne una da andarne fiera, ma come ho detto prima non potevo ribellarmi, la mia vita sarebbe finita. 

“Faith Morgan, può uscire tranquillamente, il suo ragazzo è qui fuori che l’aspetta, se ha ancora qualche attacco di panico prenda queste pillole e faccia un riposino” il mio ragazzo? Quasi scoppiai a ridere. Louis non era il mio ragazzo, per sbaglio ci eravamo baciati e per sbaglio stavamo per andare oltre, ma dopo quell’episodio parlavamo come buoni amici e basta. Era venuto a trovarmi un paio di volte durante quella settimana, cosa di cui gli fui più che grata, avevo bisogno di un po’ di compagnia e di qualcuno che mi facesse tornare il buon umore cercando di distrarmi e non pensare a ciò che sarebbe accaduto una volta a casa. Fui molto grata a Louis quando non mi fece alcun tipo di domande su mio padre e sulla mia famiglia, aveva capito che c’era qualcosa di strano ma non investigò e questo fu un grande sollievo. 

“Faith hai bisogno di una mia foto per caso?” una voce mi risvegliò improvvisamente dai miei pensieri, era la voce di Louis, ma perché mi chiedeva se volevo una sua foto? Un momento non è che lo stavo fissando?

“Cosa? No! Perdonami ero persa in alcuni pensieri, niente di più. Allora andiamo?” sorrise ma non disse niente, era incredibile la calma che aveva dentro quel ragazzo e quella che trasmetteva a me. Si era offerto di accompagnarmi fino dentro casa, non lo diceva, ma avevo capito che aveva paura che mio padre potesse farmi di nuovo del male. Declinai la sua proposta, non volevo trascinarlo in quella situazione ancora una volta, non era giusto da parte mia, dopo un po’ di tira molla riesco a convincerlo a lasciarmi sul vialetto di casa. 

“Beh ti ringrazio moltissimo, per tutto” mi avvicinai lasciandogli un bacio sulla guancia, non appena le mie labbra furono a contatto con la sua pelle calda e morbida dei brividi e delle sensazioni sconosciute mi attraversarono, perché dovevo reagire sempre così con lui? La sua mano cercò la mia intrecciando le dita, un gesto così dolce e puro che mi stava costando la mia sanità mentale. Dovevo scendere da quell’auto, adesso. 

“Faith non perdiamoci di vista va bene?” mi fece l’occhiolino e sfrecciò via con la sua auto. Quanto lo vorrei, Louis, quanto lo vorrei.

***

Avevo appena aperto la porta di casa, sembrava tutto buio e senza vita all’interno. Meglio così, mio padre doveva essere sicuramente con una delle sue troiette in qualche locale. Ma ovviamente le mie preghiere non furono ascoltate perché lui scese dalle scale con i capelli dritti, i muscoli testi e il diavolo negli occhi. Lasciai cadere a terra il bicchiere di acqua che stavo bevendo e schiacciai la mia schiena contro il bancone della cucina appena il mio sguardo si incrociò con il suo.

“Faith, sai che questo ha delle conseguenze vero?” il suo sorriso sinistro, gli occhi maligni. Tremavo di paura. Si avvicinò ancora a me per continuare il suo monologo che aveva sicuramente perfezionato nel corso della settimana.

“Io continuo ad avere molta fiducia in te, sei mia figlia, e non mi tradirai, di questo ne sono più che sicuro, ma hai avuto una grande distrazione e questo non posso permetterlo, ne risentirei io e tutta l’azienda, tu non vuoi che io fallisca vero? Altrimenti chi li compra poi i tuoi vestiti da puttana? Oh Faith, ma guardati, sei così bella, un viso bello come il tuo e un corpo sexy come il tuo vanno preservati, non costringermi a fare nulla, potrei quasi avere dei sensi di colpa poi” i suoi occhi erano a pochi centimetri dai miei, potevo sentire il suo alito mischiarsi con il mio. Dove voleva arrivare?

“Che cosa vuoi?” cercai di essere il più calma e coraggiosa possibile.

“Quel ragazzo” era fottutamente folle?

“Louis non lo toccherai, è mio amico, lascialo fuori da tutta questa storia!” sputai con molta rabbia. Lui per tutta risposta iniziò a ridere, ridere di gusto, volevo prenderlo a sprangate, volevo riempirlo di pugni, ma l’unica cosa che riuscivo a fare era tremare come una foglia mentre la rabbia si impossessava di me.

“Penso che abbiamo capito entrambi che non è solo un semplice amico e siccome so già come funzionano queste puttanate adolescenziali non voglio rischiare” ero molto perplessa.

“Voglio che te lo scopi Faith, voglio che te lo porti a letto, che faccia tutti i tuoi servizietti e che lo faccia entrare nell’associazione, mi sembra un ragazzo perfetto per i miei affari e tu saprai di certo convincerlo anche perché pende molto dalle tue labbra.” ma cosa c’era di sbagliato in quell’uomo? Non avrei mai fatto una cosa del genere, non lo avrei mai usato e di certo non lo avrei mai portato dentro quella merda con l’inganno. 

“No. Non farò nulla di tutto questo”

“Mia cara” mi accarezzò i capelli con un tocco che mi fece venire la nausea “Non te lo sto chiedendo, te lo sto obbligando e se ti rifiuti io lo uccido, a te la scelta tesoro” mi disse baciandomi la guancia. 

Non potevo crederci, era un disastro e tutto ciò era successo a causa mia

GAME OVER || FF Louis Tomlinson ||Tahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon