Nella stanza chiusa a chiave

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Se prima non sapevo che dire, adesso la mia mente non riusciva neanche ad elaborare le parole per potermi esprimere. Quella donna era la mia condanna, la mia rovina e mi stava trascinando nel vuoto infernale che era l'amore. Addio razionalità, buon senso ...

Era come se in quel preciso momento non mi interessava che cosa avessero pensato gli altri, il resto, il mondo. C'ero solo io ed Anna e questo mi bastava. Era la cosa più folle che avessi mai fatto: baciare una donna. Ma le sue labbra erano così dolci, le sue braccia così candide, i suoi occhi sembravano aver cambiato improvvisante colore. Alcune volte li vedevo dilatati, quasi rossi come se cercassero di far scendere qualche lacrima ma inutilmente. Altre volte erano così spenti, quasi assenti.

Archie ci rinchiuse lì, con la porta chiusa a chiave. Ma solo baciandola, tutti questi pensieri scomparvero per sempre. Anche se il tempo passava, noi eravamo sempre lì: in piedi, mentre le nostre labbra si toccavano per formare dei piccoli ma intensi baci. Usavo sempre quella delicatezza che non mi apparteneva al contrario di lei. I nostri cuori sembravano battere all'unisono, come per formare la melodia più importante della mia vita. La bocca di Anna era diventata la mia droga, il mio cibo che senza, non avrei nessuna ragione per vivere.

All'improvviso, mi sentii la sua mano dietro la mia schiena. Mi accarezzò dolcemente per poi spingermi con una particolare violenza (con tutta la mia buona volontà non me lo sarei mai immaginato che quella donna avesse un animale all'interno di sé) sul mio letto. Non ebbi neanche il tempo di aprire bocca che me la ritrovai sopra di me. Ma io la presi come una sfida personale e le presi i polsi per tirarla giù, facendola cadere e sprofondò sul materasso. Rimanemmo per due minuti distesi su quello che dovevamo chiamare letto, ma ormai non ne dava neanche l'idea di esserlo, a causa dei nostri movimenti così impacciati che anche dai nostri sguardi si intravedeva un piccolo senso di vergogna. Stavamo lì uno affianco all'altro, in un apparente silenzio che a causa delle risate di Archie rovinava come al solito anche questo momento.

<Scommettiamo che sveglierà il cuoco>: dissi con un tono affannato.

<Non credo che arriverà a questo livello, ma accetto comunque>: rispose Anna.

<Ammiro la vostra ingenuità. Chissà come si fa essere così spensierati, senza riuscire a vedere l'ovvio, l'evidente ma cercare sempre qualcosa che è impossibile>.

<Ed io ammiro la vostra intelligenza. Chissà come si fa essere così ben acculturati, ma senza neanche avere delle buone maniere e non parliamo dei sentimenti>:rispose Anna sorridendomi, cercandomi di tirarmi via la maglia. Ma io la fermai, tenendo le mie mani sulle sue.

<No invece parliamo dei sentimenti, voglio proprio sapere che hai da ridire?>

<Beh, si sa, anzi le si legge in faccia che cerchi di nasconderli solo per fingere di essere più forte di quanto sei. È come se volessi sempre avere la conferma dagli altri , specialmente da Archie. Lo critichi, ti arrabbi con lui ma in fondo lo vuoi veramente bene e lo fai solo per proteggerlo dagli altri, dalla nostra dura esistenza. Chissà invece quali sono i tuoi sentimenti verso i miei confronti?>: domandò , guardandomi fisso negli occhi e tenendo ancora le mani sotto alle mie, strette alla maglia.

<Sei: misteriosa, alcune volte permalosa, altre impulsive, ostinata ...>

<Ah sì>: rispose alzandosi dal letto e fissandomi ancor di più con degli occhi che apparivano quasi infiammati.

<Ma è proprio questo che mi piace di te, non arrenderti mai e con tutti i tuoi difetti. Quando ti ho visto la prima volta mi ero sentito impaurito, spaesato perché ero sicuro che una persona come te non sarebbe mai stata con una come me. E invece ...>

<Invece?>

<Lo vedi che lo fai apposta a darmi fastidio>: risposi ridendo. <Voglio stare insieme a te, voglio esserci quando cadrai, così ti rialzerò; quando piangerai, così ti sorriderò; quando sarai arrabbiata, così ti abbraccerò: quando avrai paura, così ti terrò per mano>: risposi baciandola lungo il collo mentre pronunciavo piano piano queste mie parole, per poi fermarmi per dirle, prendendo la sua mano e posandola sotto la mia maglia, vicino al mio cuore:<Ma quando mi guarderai, mi lascerai senza fiato>.

Anna rimase ferma, pietrificata, sembrava non dare nessun segno di vita. I suoi occhi però si arresero dalle troppe emozioni che in una sola notte stava provando e lacrimarono. Non rispose ma sentivo la sua mano toccarmi delicatamente la maglia del pigiama per poi togliermela e gettarla ai piedi del letto.

<Ho vinto la scommessa>: furono le uniche parole che sentii pronunciare in questo momento da lei. Me le sussurrò nel mio orecchio.

<3, 2, 1 ecco Archie!>

Infatti come avevo previsto, adesso non si sentirono solo le risate del mio amico ma anche quelle del mio cuoco.

<Nero Wolfe credo di amarti>

<Credi?>

<Perché vuole convincermi? Ci vorrà tutta la notte>

<Abbiamo tempo>

LA PAURA DI ESSERE AMATI è Più GRANDE DI QUELLA DI MORIRE ...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora