CAPITOLO 16

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                                                                    GRAZIANI STRANAMENTE PENSA

Mentre Archie si trovava nella banca, io ero impegnato in una partita a scacchi con la signorina Anna. Era molto brava e questa sua abilità mi stupì molto. Di solito le persone per me erano come dei libri aperti, ma con lei tutto era diverso. Cambiava i suoi atteggiamenti, i suoi gesti, ma specialmente i suoi sentimenti ogni giorno(tipico delle donne). Da quando iniziai a non lasciarla mai e a starle sempre accanto, la vedevo diversa. Dalla sua bocca uscivano delle parole che venivano continuamente smentite dagli occhi. Se era nervosa la mattina, il pomeriggio stesso diventava sorridente e felice. Qualcosa che mi lasciava sempre spiazzato.

Come stavo dicendo,mentre giocavamo io ed Anna, una macchina della polizia si fermò davanti casa mia. Il mio cuoco aprii la porta ai poliziotti e gli chiese di aspettare in salotto, ma Graziani non gli diede ascolto e lo sorpassò non preoccupandosi delle conseguenze che avrebbe portato il suo gesto.

Aprii la porta senza neanche bussare e disse:<Wolfe, il signor Goodwin ha lasciato l'obitorio ed è scappato, ma non so dove. Non ho potuto neanche fermarlo, perché già se ne era andato>.

<E questo mi dovrebbe preoccupare?>.

<Si, ha detto di non lasciare l'obitorio, così ho schierato una pattuglia di poliziotti. Ma ho paura che sia in pericolo?>

<E perché?>

Così mi raccontò quello che avevano scoperto senza molte descrizioni e sorvolando molti particolari.

<Va bene, adesso basta. Dobbiamo trovare Archie>

<Può essere che è andato a casa del marito di Juliette>: intervenne Anna

<No, lo conosco. Perché mai correrebbe così? Ma non gli ha detto nulla ,prima di andarsene oltre a rimanere lì?>: chiesi rivolgendomi a Graziani.

<No niente>

<Ci rifletta commissario. La vita di Archie potrebbe essere in pericolo e lei è l'unico che può aiutarlo>

<Non mi metta pressione, così non è che mi aiuta!>

<Pensa, ma si sbrighi!>

Mentre io cercavo di trovare una soluzione e Graziani per la prima volta iniziava a ragionare con il suo cervello da bradipo che si ritrovava, Anna uscii dalla stanza e ritornò con un bicchiere .

<Forza, beva>

<Ma che c'è all'interno?>: chiese Graziani.

<è un siero della verità, così gli verrà in mente che cosa le ha detto Archie>

<Lei ha un siero della verità?>: chiese un poliziotto.

<Adesso non c'è tempo di dare spiegazioni. Beva!>: insistette Anna.

<Non se ne parla>.

<Ma che ha paura?>.

Presi il bicchiere e gli feci ingoiare ogni goccia al commissario, facendomi aiutare dai suoi compagni poliziotti.

<Qual è il suo lavoro?>: chiese Anna.

<Ma lei lo sa?>.

<Dobbiamo attestare se funziona il siero>.

<Il commissario>.

<Ecco vede mi ha detto la verità, adesso si concentri e si ricordi che le ha detto Archie>: disse Anna.

Graziani fece un respiro profondo e questa volta si concentrò ricostruendo gli avvenimenti.

<Si mi ricordo stava correndo, perché aveva perso già troppo tempo>.

<Che ore sono?>: chiesi.

<Le sette e mezza>.

<Muoviamoci alla banca>.

LA PAURA DI ESSERE AMATI è Più GRANDE DI QUELLA DI MORIRE ...Where stories live. Discover now