CAPITOLO 21

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IL POTERE DELLE DONNE
Capii per la prima volta, che dovevo mettere da parte l'orgoglio ed agire per il bene di tutti. Archie aveva bisogno del mio aiuto per trovare l'assassino o gli assassini, così decisi di sciogliere il patto.
Uscii dalla banca e mi diressi verso Anna che parlava con Graziani. Più che introdurmi nel loro discorso, parlai direttamente senza aspettare che avessero finito di parlare (come al solito). - Archie ha visto degli uomini, ma non il loro capo. Dopo verrà in questura, così da fare un identikit-.
Vidi il commissario più strano del solito, anzi aveva persino un tic nervoso alla gamba tanto che la faceva tremare. -Che cosa le prende Graziani?-.
-Che cosa le prende a me?! Ma che cosa vi prende a voi due! Mi ha appena finito di dire la signorina che Archie è vivo!-.
-Ed io che centro?-.
-Non faccia il finto tondo-:disse indicandomi con il suo sigaro e continuò:-metterei la mano sul fuoco, perché sono sicurissimo che lei si era organizzato con Archie-.
Rimasi quasi sbalordito da questa situazione, riusciva sempre più a sorprendermi quasi quanto ad Archie. La sua intelligenza degenerava e se da una parte mi sorprendeva, dall'altra parte mi spaventava.
- È meglio che non lo dica, altrimenti si ritroverebbe solo con una mano bruciata. Adesso preferirei che salirebbe da Archie, così le spiegherà sempre con il suo solito orgoglio, che non so dove lo cacci (specialmente in queste situazioni), che cosa ha visto e ha fatto-.
Graziani come un segugio fiutò tutta la scena della ''falsa'' rapina e andò dal mio amico.
-Per quanto riguarda a me?-: chiese Anna con il suo tono dolce, che lo usava solo quanto desiderava una cosa e non avrebbe mai permesso a nessuno di portargliela via.
- Se ne torni a casa, è rimasta troppo tempo da me e a causa sua abbiamo solo litigato io ed Archie e ritardato troppo a lungo questo lavoro. Se avremmo altre informazioni, la richiameremo noi-.
Anna si girò di colpo verso di me con uno sguardo incandescente mi fissava, mentre cercavo con noncuranza di finire il mio discorso. Dopo essere arrivato al punto vidi che i suoi occhi si erano illuminati da un odio che l'avrebbe accecata.
-Quindi se prima c'era il sospetto che  qualcuno mi volesse morta , adesso che ha le prove sulla morte dei miei amici mi lascia andare a casa, senza premura. Come se non fosse accaduto niente. Io la posso aiutare e nello stesso tempo lei può aiutare me, ma se non mi dà almeno una mano o un appoggio, non andremo da nessuna parte!-.
-Se ne vada, la prego-.
-Lo faccio, solo se mi dice un buon motivo del perché devo andare-.
Feci un respiro profondo,perché sapevo che non se sarebbe mai andata senza farmi quest'ultima tortura. Così risposi velocemente e abbassa voce:-non voglio che le capiti qualcosa, solo il pensiero mi corrode l'anima-. Nessun uomo mi avrebbe capito o sentito, tranne se sapeva leggere il labiale ma Anna era una donna e capii perfettamente.
-Questa è una buona spiegazione logica. Come vuole allora vado-.
Anna si girò e ritornò a casa, facendosi accompagnare da alcuni poliziotti. Prima di entrare in macchina, la vidi molto pensierosa. In realtà attribuì questo suo atteggiamento, alle sue false aspettative: come se si fosse aspettata che io la fermassi e davanti a tutti le facessi le mie scuse. Ma la mia natura me lo impediva.

LA PAURA DI ESSERE AMATI è Più GRANDE DI QUELLA DI MORIRE ...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora