Capitolo 21

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Faceva abbastanza caldo, la primavera stava arrivando; il cielo era limpido, le nuvole lo riempivano alternamente, a Madrid la temperatura stava aumentando, ed Emma aveva indosso soltanto una maglia bianca, a mezza manica, del suo ragazzo e dei pantaloni larghi e neri. Fissava attentamente i muscoli di Marco contrarsi mentre guidava in mezzo al traffico della città, erano rimasti bloccati in una fila infinita di macchine, sotto il sole quasi bollente di inizio marzo. - Dio. - sbuffò lui, alzando il collo per individuare l'inizio dell'ingorgo

- Te l'avevo detto che ci potevo tornare a piedi dall'università - rispose Emma, tamburellando le dita delle mani sul ginocchio.

- E invece mi mancavi e sono venuto a prenderti. Ho fatto qualcosa di sbagliato? - alzó l'angolo della bocca porgendo l'attenzione sullo specchietto retrovisore

- No, però ora siamo bloccati qua e io dovrei studiare - stese il sedile, fino al possibile, sdraiandosi completamente.

- Sei insopportabile quando hai le tue cose, Emmita- le diede una mano, facendosela stringere, lei iniziò a fargli i grattini strofinandosela sulla pancia cercando in tutti i modi di fermare quel dolore atroce che il caldo aumentava

Tolse la maglietta rimanendo in reggiseno sportivo - Ti dispiace? - chiese ammiccando,
Marco ingoiò la saliva cercando di non fissarla troppo,
poi grattando il sopracciglio, ripose - No, affatto.-

Chiuse gli occhi quando un raggio di sole la colpì in faccia, poi socchiudendoli si concentrò su come illuminava i solchi del viso di Marco, di come gli rendesse la pelle abbronzata più luminosa, le labbra rosee e gli occhi un tono
più chiari. La canzone di Jacob Lee "whit you" rendeva tutto più romantico, e la mano sulla pancia riusciva piano piano a calmare quel vortice, farfalle e dolori alla pancia non andavano perfettamente d'accordo.

- Hai fame? - le domandò, rivolgendosi con un sorriso dolce, baciato anch'esso dal sole, camminarono per un tratto e poi a causa di un semaforo
si fermarono nuovamente

- No, tu?- raccolse i capelli scuri in un tuppo disordinato, lasciando che gli occhi ed il collo fossero in vista; Marco si concentrò sulla pelle chiara e la
fronte accigliata, ridacchiando.

- Io si. Ci fermiamo da qualche parte. - affermò

- Marco devo studiare per l'esame, devo andare a casa - sospirava cercando di mantenere la calma, bastava poco alla sua impulsibilità per farla scattare e non fermarsi più, in tutti i modi doveva mantenersi calma.

- Eddai amore, stasera io dormo alla Ciudad per la partita di domani, voglio passare del tempo con te, tutto qua. - si morse le labbra guardandola spalancando gli occhi, le ciglia degli occhi sfiorarono l'arcata superiore, riuscì a convincere con quel solo gesto.

Emma si tolse la cinta poggiando la testa sulle sue gambe e chiudendo gli occhi. Marco si piegò per darle un bacio sulla guancia, e prima di partire, uno sulle labbra carnose - Sai che sei tanto bella? - si beccò uno schiaffo sull'addome dettato dall'imbarazzo

- Pensa a guidare - schioccò la lingua contro il palato nascondendosi le guancia rosse e bollenti con le mani

Chiuse gli occhi facendo su e giù con la mano sulla gamba del suo ragazzo e pian piano si rilassò, fino a dormiveglia, aveva gli occhi socchiusi quando lui accostò al marciapiede, le diede i baci sul
collo svegliandola dolcemente e pian piano scesero dalla macchina. - Che ore sono?-

Marco rise - Sono passati solo tredici minuti da quando sei in catalessi- le diede un buffetto sulla guancia

Si strinse di più al braccio, raggiunsero i divanetti del
locale, aveva ordinato i loro frullati preferiti: era una tradizione che rispettavano ogni qual volta Marco doveva stare fuori casa, o partire per qualche parte, un modo per non mancarsi troppo. Il cameriere,
quando consegnò loro la bevanda notò le mani intrecciate, la faccia di Emma incollata alla mascella di Marco ed i braccialetti uguali al braccio sinistro. Quest'ultimo era sicuro, di aver visto la ragazza da qualche parte, e quando lei aprì gli occhi per prendere il bicchiere ne ebbe la conferma.

𝒅𝒐𝒈𝒔𝒊𝒕𝒕𝒆𝒓 ✿ 𝒎𝒂𝒓𝒄𝒐 𝒂𝒔𝒆𝒏𝒔𝒊𝒐Where stories live. Discover now