Capitolo 8

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Marco non tolse gli occhi da Emma per un solo secondo, mentre lei era intenta ad accarezzare Rome, con le gambe accavallate sul divano e gli occhi fissi al televisore. Era sera tardi, in tv stavano trasmettendo la partita di champions, di cui per la prima volta in assoluto, Marco sembró fregarsene altamente. Emma seduta sul divano di casa sua era molto più attraente, e meritava attenzione, più di quella partita.

- Odio quando le persone fissano, Asensio.
Guarda la partita - gli strinse il mento, e con delicatezza fede girare la testa verso il televisore enorme

- Se io volessi guardare te? Emmita? - chiese, mettendo la testa sulla sua gamba, e Rome gli leccó la faccia

Emma arrossí violentamente, provando a nascondersi nel collo della maglia ma senza risultatato. Si alzo la manica a causa della vampata di calore, sentiva quegli occhi scuri addosso e doveva cercare di evitarli il più possibile. - Uff ho detto che mi da fastidio -

Marco le strinse la mano, portandosi il braccio della ragazza intorno al collo, in modo tale che avesse la sua mano vicino alla bocca, inizió a strofinarsela sulle sue labbra carnose, Emma ne costatava silenziosamente la morbidezza mentre lui stringeva i polpastrelli tra le labbra. Ormai la faccia della ragazza era diventata un fuoco,
con la mano libera si sventolava il viso,
mentre Marco emetteva risolini divertiti.

- Non ho ancora capito perché sei diventata, tutto ad un tratto, nervosa. - farguglió, alzando il collo di poco, il tempo di incrociare gli occhi di Emma

Leí sbuffando scosse la testa, aveva visto soltanto una maglia da ragazza nell'armadio, e della scarpe con il tacco. Le aveva fatto male, si sentiva soffocare al pensiero di trovarsi al posto di qualche altra. Della ragazza che, probabilmente, amava follemente Marco. Nonostante la crisi.
Ed Emma se lo stava trascinando dalla sua parte

Inconsapevolmente, perché Marco si stava innamorando pian piano,
giorno dopo giorno di lei. E di Marina non voleva più saperne, quei due giorni in presenza della ragazza gli avevano fatto bene; da tempo non era così felice. Ed il cuore aveva iniziato a battere più forte, ogni volta che Emma si avvicinava, parlava, rideva, lo coccolava.

Così le stampò un bacio sulla guancia,
asciugandole con i polpastrelli le lacrime sulle guance. - Non te lo chiedo più, ho capito - la abbracció e Rome scese dal divano

- G..Grazie..
sono che io non... niente. - guardava fisso il soffitto, non permettendo alle lacrime di bagnarla ancora

- Piano, Emmita, piano. Respira - la prese in braccio, velocemente, cambiando posizione. Se la portó contro il suo petto e le sorrise, incoraggiante,
come se non avesse visto niente di più bello al mondo

- Scusami...- lo tenne stretto,
come mai prima d'ora, poi gli diede un altro bacio sulla guancia, con schiocco.

- Sta tranquilla.
Vado a prenderti un po' di cioccolata, quella aggiusta sem-"

- Resta qua. - sussurrava piano, più volte, incollando il naso contro il suo, tenne le labbra nei denti, gli diede un piccolo bacio sul collo prima di appoggiarsi al lui

Marco sentiva il cuore esplodere, chiuse gli occhi, cercando di non far tremare le mani senza però avere risultati.

Le infiló la mano nei capelli, arrotolandoli alla dita. Emma si stava addormentando piano piano, sulla sua spalla, mentre Rome correva per casa ed il televisore parlava da solo.
Nessuno stava ascoltando il telecronista.
Marco aveva la testa altrove

Prese Emma in braccio, portandola al piano superiore, la fece stendere nel suo letto e gli si stese accanto. Era tardi e il giorno dopo doveva andare in trasferta, così chiuse
gli occhi abbandonandosi al sonno.

𝒅𝒐𝒈𝒔𝒊𝒕𝒕𝒆𝒓 ✿ 𝒎𝒂𝒓𝒄𝒐 𝒂𝒔𝒆𝒏𝒔𝒊𝒐Where stories live. Discover now