19. Un insistente Harry e un bagno caldo.

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Everything about you, One Direction.

Lego house, Ed Sheeran.

I'm a mess, Ed Sheeran.

Christina's point of view.

-"Potremmo andare al parco oggi."- propose Harry.

Distolsi la mia attenzione dalla bellissima Husky, sdraiata sul mio divano, per portarla su di lui.

Era bello, quel giorno più degli altri. I lunghi ricci erano tirati indietro da una bandana. Su qualsiasi altra persona l'avrei trovata ridicola, quasi imbarazzante.

Harry era l'eccezione. Come al solito.

Quel pezzo di stoffa si incastrava perfettamente tra i suoi capelli folti e gli conferiva un'aria sexy, ma allo stesso tempo trasandata.

Riflettei sulla sua proposta e la declinai velocemente.

-"Ha piovuto questa notte. Il parco sarà un vero disastro."-

Lo osservavo con la coda dell'occhio, mentre scriveva velocemente sul suo computer. Le lunghe mani si muovevano abili sulla tastiera e stranamente non erano addobbate dai suoi innumerevoli anelli.

-"Potremmo andare a Notting Hill, al mercato?"- ritentò speranzoso, non togliendo gli occhi dallo schermo.

Iniziava ad infastidirmi terribilmente.

Era difficile capire per cosa fossi più infuriata. Ero delusa dagli avvenimenti delle sere precedenti, ma ero anche irritata dal suo comportamento distratto.

-"Chi sei Hugh Grant?"- gli risposi con lo stesso gelo che era presente nei miei occhi.

Harry scoppiò a ridere e scosse la testa.

-"Piccola, ho visto che hai una decina dei suoi film. Pensavo di giocare una carta vincente."-

-"Sbagli Harry e sbagli anche nel pensare che io ti dia una briciola del mio tempo."- dissi alzandomi e andando verso la porta.

Questa sottospecie di intesa che avevamo creato era terminata nel momento in cui aveva tradito la mia fiducia. Doveva capirlo e dovevo capirlo anche io, mentre cercavo di non ridere per il suo tono giocoso.

-"Non hai nulla da fare e lo sai benissimo.. Perdonami, ti prego."- sussurrò.

Aveva finalmente alzato gli occhi dal computer.
Girai attorno all'isola della cucina e lui fece lo stesso.

-"Sai che ti prenderò Chris, quindi risparmiamo tempo."- sbuffò, leggermente spazientito.

Osservai come la maglietta bianca lasciava intravedere le rondini sul petto. E la farfalla sull'addome scolpito. E quelle stupide foglie appena sopra i pantaloni fin troppo skinny.

-"Dimmi quali interessantissime cose stavi scrivendo per non prestarmi attenzione."-

Suonavo come un'irritante egocentrica ed infatti lo ero. Se si trattava di Harry, volevo ogni sua attenzione.

Lui sembrò confuso dalla mia frase. La analizzò mentalmente, fino a sorridere.

-"Così vuoi che io sia concentrato solo su di te? Interessante punto, Miss Tate."- sospirai notando il suo ghigno.

Harry mi raggiunse e mi cinse i fianchi. Mi sollevò e mi appoggiò sul bancone.
Non capivo perché glielo lasciassi fare.
Era odioso il fatto che volessi mantenere le distanze con lui, perché mi aveva ferito, e che non ci riuscissi.

Il mio cuore e la mia mente erano in un conflitto violento. Seguire la mente diventava sempre più difficile mano a mano che Harry si faceva spazio in essa, e soprattutto nel mio cuore.

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