14. Strade di Brixton e vendette private.

13.5K 649 64
                                    

Harry's point of view.

Quella mattina uscii presto.

Prima di andare, guardai attentamente la bellissima donna sul letto.

I lunghi capelli le coprivano il viso leggermente e mi procurai di scostarli dietro l'orecchio. Le lasciai un bacio sulla fronte, indugiando qualche secondo. Non poteva essere la stessa persona che avevo odiato.

Mi ritrovai a pensare a come la sua pelle fosse liscia e pallida. Un involucro per una perfetta bambola di porcellana. Era dannatamente surreale, ma bella, bella da stare male.

Sarei rimasto volentieri a letto con lei, ma non potevo.

Mia madre mi aspettava sulla soglia di casa con il suo borsone ai piedi.

-"Non svegliarla Harry. La rivedrò presto al matrimonio."- mi disse, assonnata.

Annuii ed afferrai la borsa. Scendemmo ed entrammo in macchina.

Ascoltai le sue mille raccomandazioni in silenzio e pensieroso.

Accesi la radio che dava un motivetto fastidioso e la spensi bruscamente. Mia madre mi guardò stranita.

Aveva percepito la mia tensione per tutto il tragitto.

Quando arrivammo all'aeroporto la salutai. Ero dispiaciuto, ma l'avrei rivista comunque molto presto. Aspettai il decollo dell'aereo prima di andarmene.

Mancavano solo pochi minuti all'incontro.

***

Il quartiere di Brixton sembrava più tranquillo del solito.

Aspettavo pazientemente, interrompendo la mia attesa con qualche sigaretta.
Ero molto nervoso.
Sarebbe dovuta arrivare a momenti.

Mi sedetti sul gradino di un edificio malmesso e abbandonato. Qualche gatto passeggiava indisturbato tra i cassonetti.

Brixton era il primo quartiere in cui avevo vissuto a Londra. Una zona malfamata e pericolosa.

Nelle strade di Brixton mi ero fatto le ossa.
Avevo imparato a difendermi dalle trappole di quell'immensa metropoli, che mi aveva cambiato profondamente.

Mi sfiorai le nocche con il polso.
La mia mente viaggiava nel passato. Prendeva i ricordi e li metteva in rassegna. Il rimpianto mi assalì prontamente.

Il rumore di un paio di tacchi alti contro l'asfalto mi distrasse. Alzai lo sguardo e gettai la sigaretta.

Lunghe unghie laccate mi accarezzarono il petto. Provai un senso di ribrezzo a quel tocco.

-"Sei in ritardo."- le dissi.

Lei rise sarcasticamente.

-"Allora, Harry? Perché mi hai chiamato? Potevi venire direttamente a casa mia, se desideravi scoparmi."- mi rispose la seccante ragazza.

Era vestita in modo talmente volgare. La sua scollatura era fin troppo marcata e quei pantaloni di pelle mi diedero quasi la nausea. Pensare che una volta, gli stessi indumenti mi eccitavano. Cos'era cambiato?

-"Lola, io non lo voglio più fare."-

La sua espressione mutò completamente. Vidi i suoi occhi scuri accendersi di un desiderio puro di vendetta.

-"Tu lo farai invece!"- sibilò.

Mi spinse indietro contro il muro, ma io resistetti.
Non avrei fatto male ad una donna, neanche ad una del genere.
Ondeggiò i suoi capelli rossi nel tentativo di distrarmi.

The ProposalDove le storie prendono vita. Scoprilo ora