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La mia ragazza è partita dopo 4 cocktail. È leggermente brilla e sta ballando come una pazza. Faccio finta di non notare gli sguardi assetati degli altri uomini, anche di quelli in compagnia delle loro ragazze, mogli o quel che è. Mi lancia sguardi di fuoco, è chiaramente andata e vorrebbe che andassi a ballare con lei ma odio ballare davanti alla gente e preferisco godermi lo spettacolo da qui. Sono pieno di me lo ammetto. Qualche mese fa sarei partito e avrei preso a pugni tutti i ragazzi che osano guardarla con quegli occhi ma ad oggi.. mi sento più maturo, più cambiato, più sicuro di me. È riuscita a darmi sicurezze che non ho mai avuto nella vita anche se ammetto, la gelosia mi corrode anche in questo momento, anche dopo ciò che è successo in camera da letto dove l'ho sentita legata a me in maniera indissolubile. La sento davvero legata a me, è come se ci appartenessimo da sempre. Sono stato davvero uno stupido a non accorgermi un anno fa a quanta dolcezza, bellezza, sia esteriore che interiore, fragilità e dolore ci fosse dentro a un'unica persona. È piombata nella mia vita come un uragano e io continuavo a fare lo stronzo e a spingerla via da me. Devo ammettere che mi aveva stregato fin dal primo momento in cui l'ho vista in quel parcheggio. Il mio radar da ragazzo geloso parte appena vedo un viscido avvicinarsi alla mia ragazza, metterle le mani sui fianchi e tentare di baciarla. Mi alzo immediatamente rischiando di ribaltare lo sgabello e mi avvicino con lo sguardo di una bestia.
"Sei molto carino ma il mio ragazzo lo è di più e non approverebbe vederti con le mani li"
Un sorriso spontaneo spunta sul mio viso ma tento di ricompormi immediatamente
"E si, il suo ragazzo sono io quindi levati prima che ti prenda a calci nel culo"
"Cioè amico tu stai qua mentre la tua ragazza balla su un tavolo e non dici niente?"
Se ne va ridendo e io rido tra me e me. Mi salta in braccio e ride come una matta senza motivo
"Effettivamente quel ragazzo ha ragione, ti fidi davvero molto"
"Megs, non siamo più alle corse, al collegio, a New York o ovunque. Non faccio più il coglione e mi fido di te. Anche se non fossi stato qui gli avresti detto di staccarsi. E ora dimmi pure che sono pieno di me ma tu senza di me non sei niente e io senza di te nemmeno"
"Che ne dici di andare a usare quell'idromassaggio in stanza? Il vestito mi sta dando fastidio"
"Beh, una cosa che non è cambiata è questa, non vedo l'ora di levartelo"
Si leva i tacchi e mi salta in braccio. Non avrei mai pensato che tra i miei cambiamenti ci sarebbe stato portare la mia ragazza in braccio in stanza. Eh sì, l'amore cambia veramente le persone e io, non potrei essere persona migliore.
***
Megan pov
Mi sveglio troppo presto per i miei gusti ma il fatto che la bufera fuori su sia fermata mi fa tornare subito il sorriso. Forse ho esagerato troppo con l'alcool ieri sera ma è stato stupendo. Mi butto sotto la doccia e comincio a canticchiare. Rischio di scivolare uscendo dalla doccia ma fortunatamente il lavandino mi salva. Torno in stanza e Dylan sta ancora dormendo, ovviamente. Neanche se venissi con un'orchestra si sveglierebbe. Chiamo il servizio in camera, voglio che questa giornata sia perfetta, una colazione abbondante, usciremo a fare una passeggiata sulla neve, faremo un pupazzo e fine. Farò finta che sia una giornata come un'altra anche se, so che non è così. È passato un altro anno dalla sua morte, ma oggi sarà una giornata perfetta.
La cameriera entra in stanza con un carrello pieno di cibo, mi dice buon appetito e guarda troppo a lungo il mio ragazzo ancora mezzo addormentato, so che ora si è svegliato ma fa finta di niente perché non vuole essere alzato dal letto. Accompagno la mia cara cameriera alla porta, prendo una fragola dal vassoio e mi avvicino al letto. Gli lascio un bacio sulla guancia e lo smuovo con promesse che non manterrò
"Non vuoi mangiare le fragole con me? Si alza quel culo e mangiamo. Poi voglio andare sulla neve e divertirmi"
"Megs, so Che giorno é oggi"
"È un giorno come gli altri, alzati e facciamo colazione, quella cameriera ha portato il triplo della roba che avevo chiesto e se io ho intenzione di ingozzarmi è già un miracolo in sé, quindi vai a farti una doccia e ti conviene muoverti prima che io finisca le fragole e la panna"
"Mh farei qualcos'altro con le fragole e la panna ma è meglio non dirti cosa"
Divento viola ma lo spingo verso la doccia, brutto pervertito.
Mangio mezzo croissant e metto i pancakes su un piatto per Dylan. Sento che chiude l'acqua e decido che devo fargliela pagare per la battutaccia di prima, quindi mi levo l'accappatoio e rimango in intimo. Mi affaccio alle finestre e guardo il panorama aspettando con ansia che esca dal bagno. Cerco di ricompormi appena sento il rumore della porta e qualcosa che cade a terra mi fa pensare di aver raggiunto il mio obiettivo
"Faccio battute sulla panna e poi ti trovo praticamente nuda in stanza. Mi vuoi morto per caso? Potresti prendermi lo shampoo che è caduto? Sai dopo ieri sera mi è venuto mal di schiena"
"Certo"
Gli raccolgo lo shampoo, piegandomi apposta davanti a lui e sfiorandolo. Mi prende le mani e le mette dietro la mia schiena, poi comincia la sua tortura: morde e succhia il mio collo mentre continua a indietreggiare facendomi sbattere contro il muro. La mia intenzione era semplicemente provocarlo ma se questi sono gli effetti collaterali, beh, sicuramente non mi rifiuterò.
***
"Dylan dai fatti fare qualche foto"
"Non ho intenzione di farmi fare foto, sono più imbottito di un tacchino per il ringraziamento e non ho sistemato i capelli per colpa di qualcuno"
"Sei tu che ti sei fatto distrarre dallo shampoo per terra"
"Ei non provocarmi"
"Va bene va bene"
Mi scatta una foto ugualmente, sarò venuto sicuramente malissimo e se c'è una cosa che odio è venire male nelle foto. Sono egocentrico, lo so.
"Megan Campbell, 10 secondi per cancellarla altrimenti finisce male"
Comincia a correre e le lascio quei 5 secondo di vantaggio, gli scarponi la rallentano e conoscendola anche la paura di cadere e farsi male, per non parlare della sua scarsa resistenza. Rido tra me e me e mi metto a rincorrerla, raggiungendola in meno di 10 secondi e facendola cadere apposta sulla neve.
"Stronzo"
Mette il broncio e scoppio a ridere, quanto sembra bambina. Un mucchio di neve mi arriva in faccia. Vuole la guerra? La avrà.
La prendo in braccio mentre mi prende a pugni la schiena e la ributto sulla neve. Mi viene un flashback di quando ero bambino e amavo buttarmi sulla neve alta, solo per rovinare la perfezione della neve candida. Non che ora siano cambiate le cose, solo che lo faccio con le persone.
"Andiamo Megs, voglio usarlo di nuovo quell'idromassaggio"
***
Siamo stesi nel letto dopo aver fatto un bagno lunghissimo. Ho alzato il riscaldamento al massimo perché stava tremando di freddo, ha tre felpe addosso, compresa la mia, spero solo non si ammali. Traccia dei cerchi immaginari sul mio petto, finché non mi sento la maglietta bagnata, immaginavo sarebbe successo sta piangendo.
"Parlami"
"Non, non so."
"Si che lo sai, parlami"
"Non... Non volevo piangere. Volevo fosse un giorno come gli altri, ignoravo la cosa. Stavo pensando a quanto sarebbe stato bello se vi foste conosciuti, se lei avesse conosciuto i miei futuri figli se mai ne avrò qualcuno, pensavo a quanto sarebbe stata contenta a vedermi felice, a quanto sarebbe stata felice lei. Ho tanti rimpianti, come l'averla messa da parte per molto, non averle chiesto sempre come stava e non aver sempre prestato attenzione a quello che mi diceva, insomma, mi sono persa tante cose e ne ho ignorate altrettante e ora me ne pento. Vorrei fosse più facile"
"Ma è normale. Pensi che non sia normale? Diventerà più facile con il tempo, ti abituarsi a vivere la sua assenza con più serenità, senza sentirti in colpa se non la pensi un giorno o se ti dimentichi i mesiversari e anniversari. Smettila di preoccuparti di queste cose, preoccupati di vivere la tua vita al meglio, viverla anche per lei, che chissà, magari di guarda da lassù. Non farti una colpa della tua morte, non pensare a quello che avresti potuto fare e che non hai fatto, pensa piuttosto ai bei momenti e vivi senza rimpianti"
"Grazie, davvero"
5 minuti dopo si è addormentata sul mio petto.
È un uragano di emozioni.

l'inferno nei tuoi occhiWhere stories live. Discover now