SUSSURRI NELLA BUFERA

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L'ambiente di Thanos era paragonabile a quello della Russia terrestre: Una tundra con alberi semi ghiacciati ed erba pure.

L'unico dettaglio in più erano gli enormi ghiacciai che si estendevano lungo quell'enorme foresta ghiacciata.

L'HUD di Edward segnalò la struttura dei precursori a duecento metri da lui: aveva una torre enorme, come quelle su requiem, ma era più simile ai bastioni che aveva visto sull'arca.

Facile, no? Forse anche fin troppo.

Arrivato davanti alla struttura dei precursori , lo spartan notò della strumentazione UNSC di ricerca (lampioni, console varie) spenta.

"devono aver aperto e chiuso questa struttura con queste console" pensò Edward.

Provò ad accenderne una , senza risultati.

Usò la più classica delle maniere, tirò un colpo con il calcio del fucile.

Stranamente funzionò.

La console davanti a lui cominciò a trasmettere simboli ONI sullo schermo, dopo di ché comparve una solo simbolo. Un lucchetto chiuso.

Lo toccò e il simbolo , da rosso, divenne verde aprendo con un lento e rumoroso movimento il portone di acciaio dei precursori.

Scese la discesa subito dopo, ed il portone si chiuse appena entrò.

Non notò gli innumerevoli graffi e le innumerevoli ammaccature contro la porta.

Camminando , raggiunse una grande sala nella quale al centro vi era la tromba di un ascensore.

Vicino vi era il pannello per richiamarlo.

Edward tocco il pannello e in pochi secondi l'elevatore arrivò sul suo piano.

Man mano che scendeva in profondità, lo spartan cominciava a provare un senso di inquietudine, all'interno dell'elmo , i suoi capelli color castano cominciavano a bagnarsi per il sudore.

L'ascensore scese fino a quello che sembrava essere il piano più in basso, a qualche centinaio di metri di profondità.

Tuttavia; il corridoio che aveva subito di fronte non era del tutto buio: vi erano dei lampioni da campo ogni due metri .

Volle comunque attivare la visione tattica del HUD, per scandagliare l'area attorno a lui , non rilevò nulla o almeno, nulla di vivo.

Continuò per il corridoio finché non raggiunse un salone chiuso da una console targata UNSC.

Fortunatamente, se ne intendeva abbastanza in fatto di codici e violazione di terminali e riuscì ad aprirla.

Non appena entrò nel salone , notò con inquietudine che un tempo all'interno di quella sala vi era probabilmente il gruppo di ricerca, essendoci tutta la strumentazione nella peggiore delle condizioni.

Computer, lampioni a terra che sfarfallavano ed addirittura un fucile da battaglia con molti bossoli per terra.

Un rumore dietro di lui fece sobbalzare lo spartan.

Per sua fortuna, o sfortuna, era la console principale (l'unica non ancora del tutto rotta ma che presentava comunque una scheggiatura in gran parte del suo schermo)

che si era accesa, per qualche strano caso.

Mostrava la squadra di ricerca, all'incirca una trentina di persone:

-quindici scienziati.

-quindici marines.

Erano intenti a studiare la struttura attorno a loro , sembrava tutto normale.

Tuttavia; ad un certo punto uno degli scienziati premette qualcosa sulla console.

Quel qualcosa fece tremare la struttura e dopo ciò si udì il rumore di parecchi portoni di metallo pesante aprirsi.

Da qui cominciarono le cose strane, un marine urlò , e rimbombarono colpi di fucile d'assalto per tutto il salone.

Tutti i marine all'interno della sala cominciarono a sparare, ma Edward non riusciva a vedere contro cosa stessero sparando.

La registrazione si interruppe qui.

La cosa inquietante era che lo spartan si sentiva osservato durante tutto il viaggio.

Ma non era solo un impressione.

I suoi timori erano veri.

Qualcosa c'era ed era dietro di lui.

Si girò di scatto con il fucile d'assalto impugnato e lo vide.

In fondo alla stanza. Quello che una volta era uno scienziato , ora era un abominio.

Era un flood.

L'ex umano conservava ancora parte del suo corpo originale, ma l'altra parte era orribilmente mutata.

Al posto della mano ora vi era una chela appuntita, dal torso emergeva un enorme pustola rossa.

La parte peggiore era il viso, quella cosa non era come i flood che Edward vide sull'arca o sulla terra a tsavo.

Aveva ancora una testa umanoide coperta da biomassa ed aveva un sorriso pieno di denti aguzzi.

Non si mosse, ma lanciò un verso acuto che rimbombò per tutto il complesso.

Si sentirono molteplici versi simili al primo ed innumerevoli rumori di tentacoli.

Edward doveva andarsene immediatamente da quel posto, i flood erano li, ed era da solo contro centinaia se non migliaia di quelle cose orrende.

Cominciò a correre da dove era venuto, accese il radar integrato all'interno del suo visore.

E vi erano tanti pallini rossi.

Troppi pallini rossi.

Arrivò all'ascensore , ma prima che potesse premere il pannello, dei colpi di fucile da battaglia lo disattivarono.

Alzò la testa.

Quelle cose erano sulle colonne al di sopra della sua testa , seguiti da molti piccoli esseri simili a calamari.

Quei piccoli bastardi invece, erano gli stessi dell'arca e di tsavo.

A Edward non restò che correre all'interno di uno dei tanti corridoi aperti.

Fortunatamente riuscì a chiudere la porta di metallo prima che quelle cose riuscissero a seguirlo.

"devo contattare il comando..questa cosa è più grave di quanto pensassi".

Provò a comunicare con la Lionel, ma qualcosa bloccava il segnale, tutto ciò che riusciva a sentire erano scricchiolii ed interferenze.

Se non aveva l'aiuto del comando allora doveva farcela da solo.

Quelle cose non dovevano uscire da quella struttura.

Aveva visto , seppur di sfuggita cos'era successo alla "maestosa" ed enorme città dei covenant "Alta opera" quando i flood ne presero il controllo.

L'umanità, i covenant e qualsiasi cosa che vive nell'universo sarebbe stata spazzata via, usata come cibo dai parassiti.

Si sedette un secondo nell'interno di un anfratto all'interno del corridoio.

Ma non ebbe tempo nemmeno per recuperare il fiato che i mostri cominciarono a colpire la porta con le braccia, le chele e i denti.

Si mise a correre, non sapeva dove e non sapeva perché ma doveva farlo.

Mentre correva in discese sempre più buie, sentì la porta che aveva chiuso poco prima rompersi fragorosamente.

HALO: OUTBREAKWhere stories live. Discover now