Mi venne un improvviso attacco di nausea, volevo scomparire per non affrontare quella situazione di merda, perché Lore era così scontroso con lui?

«Questo lo dici tu.»

Lo provocò Nico, mostrando il suo sorrisetto sghembo.

«Piuttosto tu.»

«Io cosa?»

Vidi Lore serrare i pugni e Nico guardarlo con aria di sfida, il disastro era vicino.

«Su quale delle due dovresti fare colpo?»

«Non sono affari tuoi coglione.»

«Mh, sicuro?»

Disse e si avvicinò ancora di più a noi, ora c'era solo Lore tra noi due.

«Vai a trovarti qualcuna da scopare e non rompere i coglioni a noi.»

Il tono minaccioso con cui parlò mi fece venire i brividi dalla paura, non avevo mai conosciuto questo suo lato scorbutico.

«Sono già stato soddisfatto quindi non ne ho bisogno.»

Disse divertito Nico e mi lanciò un'occhiata.

«E chi sarebbe questa troia che non ha niente di meglio da fare?»

«Chi cazzo ti dice che è una troia?»

Sbottai, pentendomi un secondo dopo di aver aperto bocca.

Arianna mi guardò sgranando gli occhi, Nico mi fece l'occhiolino e Lore mi fissava sorpreso.

«Chi vuoi che si abbassi a farlo con lui?»

«Perché, che ha che non va?»

Ormai ero partito in veste di avvocato speciale e tanti saluti alla mia dignità.

Lore sbuffò e alzò gli occhi al cielo.

«Vediamo, è uno stronzo, arrogante, sfruttatore e va a puttane.»

Due mesi fa avrei detto le stesse cose, ma ora no, in questo momento io ero diventata la troia che lui si era fatto in quella stanzetta semibuia del locale.

Mi sentivo ferita e umiliata per le parole di Lore che mi avevano descritta, seppur inconsapevolmente, ma io non mi sentivo così, non avevo fatto nulla che qualcuno non abbia già fatto: seguire il proprio cuore e desiderio è un male allora?

«Non ho bisogno di andare a puttane per scopare, a differenza tua.»

«Che cazzo stai dicendo?!»

Gli animi si stavano riscaldando, e io che volevo passare una festa tranquilla.

«Ragazzi, state facendo i bambini, Finitela qui con queste stronzate.»

Arianna e le sue perle di saggezza.

«I bambini? Mi ha appena detto che vado a puttane!»

«Idiota, glielo hai detto pure tu.»

Non potevo reggere ancora, volevo uscire di li e andare a casa, ripercorrere i minuti passati con Nico e sentire il suo profumo addosso.

Fanculo tutto il resto.

«Bene, io me ne vado.»

Esordii e tutti mi puntarono gli occhi addosso.

«Vengo anche io, sono stufa di questi due.»

Si lamentò Ari, e mi seguì tra la folla di ragazzi.

Non so cosa successe dopo che ce ne andammo, non mi importava, volevo stare da sola a riflettere, se stavo sbagliando tutto o stavo facendo la cosa giusta.

«È stato lui?»

«Cosa?»

Le chiesi guardandola, eravamo una di fronte all'altra fuori dal locale.

«Il succhiotto che hai sul collo.»

Cazzo, e ora che le dico?

«Anche se non mi rispondi so che è stato lui.»

«Si, cioè.»

Mi corressi ma lei mi zittì di nuovo.

«Lo ami?»

Ecco la domanda da un milione di dollari, accompagnata da un coltello affilato che mi avrebbe fatta a pezzi.

«Credo di si.»

Dissi abbassando la testa imbarazzata, dopo tutto, anche lei ne era innamorata e io ero la sua nemica in amore.

La sentii sospirare e accarezzarmi la testa, e mi sembrò di sentirla sussurrare un «anch'io» quasi inudibile.

«Andiamo a casa Ali.»

Un bacio tra amore e odioDonde viven las historias. Descúbrelo ahora