ONE SHOT PERCABETH

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Era un pomeriggio caldo e afoso a New York, tipico di una normale giornata d'agosto in città. Per tutti i cittadini il tempo passava tranquillamente, c'era chi passeggiava per le vie di Central Park, chi approfittava delle ferie o delle vacanze estive per visitare i luoghi più importanti della città e chi si rilassava in casa, magari davanti alla TV, scappando così all'opprimente caldo estivo. Insomma, si trascorrevano giornate rilassanti e tranquille, le stesse che però Percy e Annabeth non passavano mai. Ovunque andassero, qualsiasi cosa facessero, c'era sempre qualche mostro pronto a destabilizzare i loro programmi. Tipico dei semidei, dopotutto.

Quel giorno Percy aveva chiesto ad Annabeth di uscire, per provare a trascorrere una giornata con lei come una coppia normale, libera da tutti i problemi divini che invece dovevano ogni giorno affrontare. Lei aveva accettato volentieri l'invito, per cui si erano dati appuntamento a Central Park. Il pomeriggio era passato tranquillamente, fra chiacchierate, risate e dolci baci e nessun mostro era andato a dar fastidio ai due.

-Ehi Testa d'Alghe-
-Si??-
-Non pensi che questa giornata sia passata troppo serenamente per i nostri standard?? Nessun mostro ci è venuto a dar fastidio per ora.-
-Meglio così no??-
-Si, ma dico solo che è strano. Non dovremmo rilassarci troppo, è pericoloso, potrebbe presentarsi una minaccia da un momento all'altr..-

L'infinito discorso di Annebeth era stato interrotto da un morbido bacio di Percy, semplice ma rassicurante, che voleva comunicarle tutto l'amore che lui provava per lei e che finché erano insieme avrebbero dovuto star tranquilli. Percy ci sarebbe sempre stato per lei, come Annabeth ci sarebbe sempre stato per lui.

-Non dobbiamo preoccuparci. Se si presenterà un mostro lo affronteremo. Come sempre in fondo. La nostra vita è continuamente in pericolo dopotutto. Non voglio passare tutto il tempo pensando a un possibile attacco di un mostro.-
-Pensare fa parte di me Testa d'Alghe, così come calcolare ogni problema che si potrebbe presentare. Te lo avevo detto che non ti avrei mai reso le cose facili-

Percy pensò a quanto fossero realmente vere quelle parole. Annabeth era una figlia di Atena, la sua mente era sempre in movimento. Era astuta, intelligente, decisa, tutte qualità che si nascondevano dietro quei suoi splendidi occhi grigi e tempestosi. Amava quando si metteva a blaterare nozioni sulla mitologia e sull'architettura. Spesso si perdeva in quei discorsi, si distraeva (colpa soprattutto del suo deficit dell'attenzione semidivino) e non ascoltava ciò che diceva. La ammirava solamente, pensando a quanto lei fosse speciale e a quanto lui fosse fortunato ad averla. Tutto ciò ovviamente finché non gli arrivava proprio da parte di Annabeth, che nel frattempo si era accorta della disattenzione di lui, un pugno dritto nella pancia che lo riportava alla realtà. Amava anche questo di lei, la sua determinazione e la sua forza. Come tutti i semidei, dato che aveva, come lui, una vita non del tutto facile, a volte crollava, e lui amava consolarla, starle vicino e farle sentire che lui per lei ci sarebbe sempre stato.

-Ti amo, Sapientona-
-Anche io Testa d'Alghe-

Si concessero così un lungo bacio, spensierato e pieno d'amore, libero da ogni preoccupazione.

~by figlia di Atena

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