Suona per me

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I corridoi sono pieni, stracolmi di teste, di gente, di cartelle e di un chiassoso silenzio che mi riempie le orecchie fino all'orlo.
Sto per scoppiare.
Se solo penso a ciò che mi aspetta stasera, voglio spararmi un colpo nel ginocchio.

Una testa riccioluta mi affianca.
-Sei pronta per oggi?

-Micheal- quando lo chiamo col suo vero nome, sa che sono estremamente seria- No.
Alza gli occhi al cielo e mi scompiglia i capelli con una mano.
-Per una sera puoi evitare di essere così maledettamente sociopatica?

-Ci proverò.- nicchio.- Comunque, da quando frequenti esseri immondi?

-Chi? Sean?
Mi sorprendo sempre più di come abbia ben istruito i miei discepoli. Gli rivolgo un sorriso orgoglioso.

-Perché sorridi?

-Ragazzi- ci interrompe in quel momento una Madison ansante. Si avvicina tutta travelata, facendosi largo fra la folla che continua ad accalcarsi vicino agli armadietti, con una lista alla mano.- Sessantasette.

-Sessantasette?- gli occhi di Josh per poco non cascano giù. Non capisco il senso di continuare a contarli, se la festa sarà fatta in un luogo aperto a chiunque. Li lascio a confabulare entusiasti, fino a quando in lontananza noto con mio immenso piacere due figure dirigersi verso la caffetteria.

Sono entrambe snelle, ben fatte, bassine ma proporzionate. I capelli rossi, pateticamente tinti dello stesso colore, risaltano per i corridoi tanto da spingere chiunque a voltarsi.
Senza ripetermelo due volte, parto alla riscossa.

-Josh, devi venire con me.
Lo afferro per un polso e inizio a trascinarlo in direzione caffetteria, ma lui punta i piedi e si divincola.
-Ho biologia.- si lamenta.
-La salterai- ricomincio a spingerlo.

Incrocia le braccia al petto e scuote il capo.
-No, né ho già perse troppe. Smith mi uccide se ne salto un'altra. Portaci Madison.

-Ho chimica- solleva le spalle.

-Mi state dicendo che dovrò andarci da sola? Ho bisogno di una spalla!- porto le braccia ai fianchi come fa mia madre quando la ignoro. Dovrei solo inclinare leggermente il collo per essere veramente lei.
-Ma per andare dove?- Entrambi mi guardano come se avessi perso qualche venerdì. Come al solito devo fare tutto da me.

Di gran carriera, mi dirigo in mensa, mentre Josh e Madison continuano a chiamarmi. Inutili.
Sono questi i momenti in cui capisco di essere veramente sola, quelli in cui i miei aiutanti sono fuori servizio. A volte mi sembra di essere un eroe solitario più che un team imbattibile.
Senza fermarmi arrivo in sala mensa e trovo le due gemelle intente a mangiare una ciambella glassata.

Faccio un respiro profondo e cerco di calmare questa latente timidezza che infuria nel mio petto. Metto su un'espressione sicura e mi avvio a passo svelto verso il loro tavolo. Ripeto mentalmente le frasi che dovrò pronunciare, e senza neanche accorgermene, sono davanti al loro tavolo. So che la nostra conoscenza dovrebbe avvenire Da lontano come vogliono le regole, ma io ho delle persone da invitare ad una festa. E poi nessuno ha dato ufficialmente inizio alla gara, o sbaglio? Certo che non sbaglio, così mi siedo senza preavviso al loro tavolo, davanti alle due, prima di salutare.
Per qualche secondo restiamo nel silenzio più assoluto, senza dire nulla.
Studio i loro volti, uno visibilmente imbarazzato, l'altro impassibile, direi quasi scocciato. Hanno dei lineamenti molto leggeri, dei volti del tutto anonimi, senza particolari degni di nota. L'unica cosa su cui mi soffermo è il cerotto sul collo di una delle due.

VAMPIRO, grido dentro di me.

Ti prego, Mal, concentrati.

-Beh, che dire...- esordisco. Davvero brillante come inizio, i miei complimenti! - Io sono Mallory. Piacere. In realtà non so ancora i vostri nomi... e in realtà non so neanche se capite quello che vi sto dicendo o se sapete rispondermi, visto che siete straniere... - lascio che questo fiume in piena straripi, e solo dopo realizzo quello che ho detto. Ho dato loro delle deficienti. Beh, con le foto vicino al cesso non ho tutti i torti, ma ho dato loro delle deficienti!
-Ovviamente sapete come rispondermi, presumo, dal momento che vi siete trasferite qua...-
Mal ripigliati cazzo, che fai pigoli come un pulcino? Abbiamo una gara da vincere, concentrati!!
-In ogni caso, io sono Mallory.

-Lo hai già detto- mi risponde una, in perfetto inglese. Acida stronzetta, se parlo con te è solo per stracciare un pezzente, non ti illudere che altrimenti io...

-Si chiama Mallory, in ogni caso... se non lo aveste capito- una voce profonda alle mie spalle mi fa voltare. Le gemelle ridono di gusto, stupide galline.

-Sean!- una delle due si illumina, e mostra i suoi splendidi denti bianchi, sorridendo.

Fermi, cosa? Sì conoscono? Da quando? Da quanto?

Lui posa una mano sulla mia spalla e fa aderire la mia schiena alla sua pancia.

-Buongiorno comunque, scusate il ritardo.

-Nessuno ti stava aspettando.- ribatto acida.
-Ma come, mi hai invitato tu, poco fa, nel corridoio vicino agli armadietti. Sono venuto, ti serviva un Omero-
sorride subdolo, il verme. Fa pure le battute, il babbione.
Ha origliato.

-Spero non vi abbia importunato. Ha alcuni problemi a relazionarsi.- le gemelle ridono ancora, mentre io sto letteralmente sputano fumo dalle orecchie.
Ma come si permette di venire qui a sabotare il mio piano, denigrandomi tralaltro. Questa me la paghi, cretino.

-Sean, non hai una qualche lezione dove la tua presenza sia realmente gradita?
Una delle due mi dedica un'occhiataccia e lo invita a sedersi con noi.

O meglio con loro. Certo, ha più diritto di essere seduto a questo tavolo di me, che non sono stata invitata, ma sono dettagli.

-Grazie Fra. Loro- si rivolge a me, come un padrone di casa qualunque- sono Francesca e Caterina, vengono da un piccolo paesino italiano. Bello, ho visto le foto, poi, è veramente splendido- sorride come un ebete alla ragazza, che ricambia.

Sento montare nello stomaco una voglia di matta di prenderla a capelli.

-Noi però dovremmo andare- fa l'altra, Caterina, svogliata e disgustata quanto me.

Brava, Sistah, si fa proprio così.

-Ma come! Sono appena arrivato!- Sean scatta in piedi e fa il giro del tavolo afferrando le mani a entrambe e alternando lo sguardo fra le due.
Che persona molesta.
-Spero di vedervi entrambe stasera, alla festa.

-Quale festa?
-Non ve l'ha detto?- Si volta verso di me con una mano al petto, mettendo su una convincente espressione di stupore- Mal, che pessima padrona di casa! Fai fare tutto a me... allora, oggi alle 21:30 siete invitate al diciottesimo di un nostro compagno.

-Ma non siamo state invitate, non vorremmo disturbare- fanno le due.

-Ma cosa, siete le benvenute! Qui funziona così, non è il festeggiato a invitare, ma gli amici più stretti. Vi aspettiamo allora, eh! A stasera!!

Francesca si gira a guardarci un'ultima volta prima di uscire, scuotendo la mano verso di noi.

Quando le due si allontanano, anche lui fa per andare via, ma lo fermo per un polso, puntandogli un dito al petto.
-Cosa credi di fare? Vieni qui, dai fastidio, le inviti ad una festa e fai il gallo coglione con loro. Da quanto le conosci?

-In amore e in guerra tutto è concesso- mi sorride sornione- e io sono intenzionato a vincere.

-Non è tutto concesso. Ci sono delle regole.

-Ah si? Perché, la gara ha avuto ufficialmente inizio?- Si allontana velocemente con le mani sulle orecchie.

-Sei un verme!- grido- Non ci sono mani che tengano, so che hai sentito!

-Non ti sento- continua a volteggiare- Cosa dici? Mi adori? Che tenera che sei... ci vediamo stasera, cuore! Suona per me!

Angolo OneSandwich

Salve Sandwichini al formaggio💕

Vi è piaciuto il capitolo?
Vorreste un cast dei personaggi?
Cosa succederà alla festa?? :}
Lo scoprirete nella prossima puntata!! 😉

TO BE CONTINUED...

MoodWhere stories live. Discover now