«Scrivo perlopiù banalità, papà. Non esagerare, adesso», minimizzò sgarbatamente, tenendo il capo chino sul piatto ormai vuoto.
«Cosa scrivi?» gli chiesi io a bruciapelo, fingendo di non aver notato il cambiamento d'umore. Se prima era stato sgarbato, adesso sembrava essere ancora più irritato. Evidentemente era qualcosa che non voleva far sapere a delle estranee.

Le sue iridi chiare si fissarono imperturbabili sulle mie, mentre giocava con il piercing al labbro con fare meditabondo. Avevo toccato un nervo scoperto.

«Non penso sia rilevante», scrollò le spalle. Avrei voluto rispondergli "Lascia che sia io a giudicare", ma: punto primo, non eravamo in confidenza e, secondo, qualcosa nei suoi lineamenti tesi mi fecero constatare quanto non gradisse la mia intromissione in fatti che non mi riguardavano. Così decisi di lasciar perdere con un cenno del capo.

«Stasera avevo pensato di andare a cena tutti e quattro insieme, per conoscerci meglio, magari», buttò lì Nick, con noncuranza, una volta aver terminato. Riuscii a stento a trattenere un gemito infastidito, e portai le mani sul viso.

Non avevo nulla contro una bella serata a cena, il problema sarebbe stata la compagnia. Io e Luke non andavamo d'accordo - questo era ben che evidente, tranne a loro due - e non sarei riuscita a tenere fede alla mia promessa di stargli il più lontana possibile. Voglio dire, era chiaro che la mia presenza non gli bruciasse le cellule cerebrali.

«Papà, stasera non ci sono, lo sai», intervenne il biondino, facendo tintinnare la forchetta sul piatto. Sollevai gli occhi su di lui, notando la soddisfazione sul suo volto. Per qualche strana ragione, però, non credevo che sarebbe riuscito a scamparla.
A dar voce alle mie supposizioni intervenne il padrone di casa, il quale prima gli lanciò un'occhiata di rimprovero, dopodiché lo additò quasi furibondo.
«Lucas, sai perfettamente che ti ho dato il consenso prima di esser sicuro del giorno del loro arrivo», ci indicò.
«È Domenica, e siamo abituati a trascorrerla in famiglia. Che non ti venga in mente di venir meno alle nostre tradizioni.»

Il figlio, testa calda com'era, agitò la testa in segno di diniego e ribatté duramente: «Non siamo una famiglia. Potevo considerarla tale quando c'era la mamma, ma adesso - per quanto tu sia impegnato con un'altra donna - non puoi seriamente pretendere che metta da parte la mia vita, e faccia ciò che più ti aggrada.»

Mia madre sussultò, Nick si incupì ulteriormente, ed io continuai a guardare verso il soffitto.
Ecco un degno benvenuto in stile australiano.
«Tu non puoi davvero credere che tutto questo mi stia bene, papà!» esclamò poi.
Sentii il gelo emanato da quelle aspre risposte penetrarmi nelle ossa. Lanciai un'occhiata preoccupata a mia madre. Quest'ultima non sapeva bene come comportarsi, se intervenire o meno, teneva gli occhi sbarrati e una mano sulle labbra, ancora sotto shock. Io non mi ero scandalizzata più del necessario, immaginavo il perché del turbamento di Luke.
Allungai il braccio sotto tavola, e poggiai la mano sul ginocchio di mamma, supplicandole silenziosamente di non interferire su fatti che non erano di sua competenza e, stranamente, rimase in silenzio attendendo che fosse Nick a prendere parola.
Questi, allungò un braccio attorno le spalle di lei, trascinandola un po' più vicina a lui.
Luke, che si era già messo in piedi e in allerta, rimase fermo davanti a noi, con le mani serrate in due pugni, le labbra stese in una linea dura, la mascella contratta e il respiro affannoso.

«Spero tu comprenda il perché sto per metterti in punizione, figliolo. Non puoi mancare di rispetto a Lena, a me, o a Ella. D'ora in poi, che ti piaccia o meno, saranno parte integrante di questa famiglia e tu, signorino, finché abiterai sotto il mio stesso tetto, dovrai fare ciò che dico», ringhiò Nick, mantenendo comunque uno sguardo scostante.

Egli sbuffò e ridacchiò, come se il discorso di suo padre fosse stata una sorta di barzelletta esilarante. Io, al posto suo, sarei scoppiata in lacrime.
«Sul serio? Vuoi mettermi in punizione perché ho espresso un mio punto di vista riguardante questa assurdità? Sei proprio maturo, papà», affermò ironico.

Worst Love [Luke Hemmings]Where stories live. Discover now