Capitolo 20

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Marta

Mi muovo veloce e riesco a raggiungere il mio posto a tavola prima di essere raggiunta da Cristian.
- Oh finalmente riusciamo a iniziare a mangiare, manca solo tua sorella ma non voglio metterle fretta, nel suo stato deve prendersi tutto il tempo di cui ha bisogno - certo il tempo di portarmi via l'unica persona di cui mi importava, un'altra vittima del fascino irresistibile di Adele.

- Non è come sembra - mi bisbiglia all'orecchio Cristian, no non è mai come sembra, ma peggio, molto peggio.
Non lo ascolto e inizio a ingurgitare tartine a caso, non ho appetito ma non voglio esplodere in un pianto isterico, andrà tutto bene, sopporta ancora un'ora e poi potrai tornare a casa, prendere qualche goccia di Valium e dormire fino a domani mattina.

- Marta andiamocene a casa, dobbiamo parlare- questa volta il tono di Cristian è un po' più alto e sono costretta a girarmi verso di lui
- Di te e mia sorella avvinghiati in bagno? Di come stavi per fotterla mentre io ti aspettavo per mangiare! - Lo uccido con gli occhi ma lui non abbassa lo sguardo ed è incazzato quasi quanto me.

- Mi scusi signora Lidia penso di non sentirmi granché bene e mi dispiace per la sua squisita cena ma preferirei tornare a casa... Marta accompagnami - si alza Cristian e mi porge la mano, eh no mio caro non è così che funziona.
- Io resto, non vedo i miei da un po' e... vai pure tranquillo prenderò un taxi e... domani ti chiamo così mi dirai come stai -
- Marta non mi sento bene, tu vieni via con me, ora! - quasi urla e  mamma e papà si guardano straniti e quasi ammutoliti dalla prepotenza di Cristian.

- E va bene - mi alzo scocciata perché non ho voglia di discutere davanti ai miei ma col cavolo che prendo la sua mano, in un gesto di stizza prendo la borsa e praticamente corro verso la porta.
- Ma ragazzi ho preparato talmente tanta roba, permettetemi di incartarvela e portarla via, è un vero peccato - ma chi se ne frega del cibo, mi aspetta una battaglia in macchina, Cristian è sul piede di guerra.
- No mamma, sicuramente mangerà Adele per noi, ha un bimbo in grembo e sempre un ottimo appetito - puttana e meno male che non si è fatta più vedere, sarà chiusa in bagno a studiare la sua prossima mossa.

In macchina il gelo è tra noi e Cristian non accenna a partire - Senti lo so quello che hai visto e so che deve essere stata una scena a dir poco schifosa... -
- Parti -
- No, dobbiamo parlare Marta -
- No, parti -
Finalmente si decide e sgommando parte, il viaggio è silenzioso e veloce in quanto Cristian sta oltrepassando tutti i limiti stradali e anche qualche semaforo rosso. La sua rabbia sta per esplodere ed io, nonostante la mia stanchezza e delusione sono masochista e non vedo l'ora. Sì dammi tutte le tue spiegazioni del cazzo e poi lasciami perché di uno come te non me ne faccio proprio niente.

Arrivati sotto casa mia scendo velocemente e riesco pure a togliermi il suo braccio di dosso mentre cerca di afferrarmi - Salgo con te -
- No, non ti voglio. Devo starmene per i fatti miei-
- Non se ne parla neanche, mi devi ascoltare-
- No, sei come tutti gli altri, sei come Alberto, ti è bastato un vestito corto e due tette di fuori per dimenticarti di me. Lasciami in pace, non ho bisogno di te -
- Eh? Ma ti senti? Quella stronza mi è saltata addosso e qualche istante prima che ci vedessi l'avevo già allontanata una volta ma... Cristo Santo è una tale sanguisuga e mi ha colto alla sprovvista un'altra volta. Non me ne fotte un cazzo di lei, mettitelo in testa, IO NON SONO COME ALBERTO - urla e sento dei movimenti nel marciapiede vicino a noi, siamo in mezzo alla strada e stiamo dando spettacolo.

- Devo starmene da sola, non voglio vederti, mi irriti e... vattene, te l'ho già detto, vattene - non gli dò il tempo di rispondere e mi avvio correndo verso il portone del palazzo dove vivo.
Non mi devo voltare per controllare che mi stia seguendo perché una sgommata mi giunge alle orecchie e mi fa capire che se n'è andato, finalmente.

Finalmente un corno perché mi sento uno schifo mentre salgo le scale, perché adesso andrà a sfogarsi con qualcun'altra, e se andasse da quella sgualdrina dai capelli viola? O addirittura tornasse da mia sorella o ancora peggio si sentissero per darsi appuntamento da qualche parte, si saranno scambiati i numeri di telefono?

Il tempo di entrare in casa e gettare le scarpe oltre il divano per correre in bagno e prendere l'unica cosa che mi farà star bene, non mi permetterà di pensare a quanto fa schifo la mia vita in questo momento, anzi a quanto ha sempre fatto schifo, le mie gocce di Valium.
È da un po' che non ne facevo uso ma sono il mio toccasana, non devo abusarne però, che poi se ne prendo qualche goccia in più dormo fino a mezzogiorno anzi tutto il pomeriggio e domani è sabato e me lo posso permettere.

Sento un rumore di sottofondo, è lontano ma è fastidioso ed io ho un maledetto mal di testa. Riesco a prendere il cellulare in mano, maledetta sveglia, ho dimenticato di disattivarla ed io che volevo dormire almeno fino a mezzogiorno.
Mentre ho il cellulare in mano noto tutta una sfilza di messaggi provenienti dalla stessa persona, Cristian. Alcuni sono di supplica, altri sono si rabbia ma gli ultimi sono quelli che mi fanno più male - Non riesco neanche a bere per dimenticare, sono uscito con Michele perché non riesco a dormire, vorrei ubriacarmi, vorrei stordirmi ma poi penso a te e al tuo dolore, allo schifo di famiglia che ti ritrovi, una ninfomane come sorella e una mamma che non sa leggere i tuoi occhi, gli occhi di una figlia, tutto il tuo disagio. Vorrei solo abbracciarti e farti capire quanto ti voglio bene e che per te ci sono e ci sarò sempre, non sei sola e in due è meglio.
Mi manchi -

Una lacrima mi sfugge dall'occhio destro e leggo l'ultimissimo messaggio - Vorrei sfondare questa porta perché sto suonando e bussando da dieci minuti e tu non rispondi. Non posso farlo perché i tuoi vicini si incazzerebbero, mi appoggio al muro e scivolo fino al pavimento e te lo dico mentre tu starai dormendo... ti amo Marta e ci ho pensato bene prima di scrivertelo perché io di queste cose ne capisco veramente poco ma se sei l'unica che voglio e se non posso fare a meno di te e se non faccio che desiderare di starti vicino, allora è amore -

Corro fuori dalla porta e chi se ne frega se sono solo in mutande e barcollo ancora intontita da quelle maledette gocce, voglio vederlo e voglio stringerlo anche se sto piangendo come una fontana ma sono lacrime di gioia e lui è lì, è lì!

AMAMI se ci riesciTahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon