Capitolo 2

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Marta

- Pronto -
- Ehi Marta! Come stai? - Laura? Non mi chiama mai e poi ci vediamo domani, come tutti i giovedì pomeriggio da un po' di tempo a questa parte.
- Bene ma... a cosa devo questa chiamata? -
- Ehi non metterti sulla difensiva, volevo solo sapere se... come procede il ritratto, ecco -
Uffi, lo sapevo, da quando mi hanno commissionato questo ritratto sia lei che Fabry mi stanno addosso, sono contenti per me e tutto quanto però mi mettono troppa pressione.
- Bene! Ma non ho scadenze, ricordi? La cliente vuole un lavoro ben fatto, sgancerà tanti bei soldini ed io voglio impegnarmi al massimo ma senza fretta! - avrà recepito il messaggio finalmente?
- Lo sai che abbiamo la mostra il prossimo mese, a Roma, nella capitale. Finalmente qualcosa si sta muovendo per noi Marta e... quel ritratto ci starebbe così bene... -
- Non iniziare! Abbiamo tanti lavori da esibire ma questo no! E dillo anche a Fabry che sicuramente starà origliando la nostra conversazione e... ora lasciami andare che sta per venire giù il diluvio universale e ho qualcosa come un chilometro ancora da percorrere prima di metter in salvo quello che sembra essere il ritratto del secolo! -

Corro e spero di non inciampare, ma quanto manca? Inizio a sentire qualche goccia ma non è una pioggerellina stupida, inizia a diluviare ed io non ho neanche un piccolo ombrellino.
Le previsioni del tempo erano state chiare ma come al solito ho fatto di testa mia, potrei fermarmi in un altro bar ma da Piero è tutta un'altra cosa, c'è il silenzio giusto e il mio spazio tutto per me.

Una pozzanghera, un'altra ancora, per fortuna i miei disegni sono riparati alla bene e meglio sotto il mio braccio destro, mi sento così sfigata ma anche così triste, tutte a me devono capitare eh?

Ed eccolo, non è un miraggio, il bar Da Piero è proprio davanti a me e sono bagnata dalla testa ai piedi, che disastro che sono, altro che brutto anatroccolo.
Ho quasi paura di scivolare all'entrata - Ben arrivata! - Piero non nasconde un sorriso sulle labbra che sa di derisione, maledetto.
- Ciao Piero! - devo sedermi il prima possibile, ho troppi occhi addosso e odio essere considerata un fenomeno da baraccone.

Ma... il tavolino, il mio posto appartato vicino alla finestra è occupato, un altro segno del destino, no oggi non combinerò un granché, me lo sento.
Beh però se smettessi di stare immobile e con la bocca aperta e trovassi un posto per sedermi non sarebbe una cattiva idea. Il mio posto è occupato da un gran pezzo di gnocco dai capelli lunghi e corvini, con due gemme verdi al posto degli occhi, wow.
E mi sta guardando mentre sorseggia il caffè, sta guardando proprio me!

- Ti porto il solito Marta? - Piero con quel sorriso ancora stampato in faccia riesce a risvegliarmi, no non è un sogno e lui è ancora seduto lì, sulla mia sedia.
- Grazie Piero! Vado un attimo in bagno e... arrivo - poso la cartellina con i disegni sul tavolo e mi fiondo sulle scale che portano ai bagni.

Accidenti che disastro, lo specchio è inclemente e il poco eye-liner che avevo messo stamattina è tutto colato sotto gli occhi.
E poi quando con lo sguardo scendo verso la mia camicetta bianca, così trasparente e così bagnata, brava Marta, complimenti, proprio oggi hai deciso di darti un tono e metterti una camicetta e per giunta bianca.
Le mie povere e minuscole tettine così in bella vista, non so da dove iniziare ma qualcosa devo pur fare per rimediare al mio aspetto da pulcino bagnato, aziono l'asciuga mani e cerco, piegandomi e stirandomi, di asciugarmi il più possibile.
I miei lunghi capelli biondi sono incollati al viso e allora recupero l'elastico dalla tasca e li lego nella mia consueta coda di cavallo, per la frangia lunga invece non c'è rimedio, dovrò accorciarla prima o poi altrimenti i miei occhi spariranno, compresa la mia vista.

Torno al mio tavolo che non è il mio solito tavolo ma oggi me lo farò bastare e lui, lui è ancora lì, ha finito il suo caffè e mi guarda, mi osserva.
Mi siedo e cerco di darmi un contegno, finalmente mi bevo la mia amata cioccolata calda che non è più fumante come piace a me ma è sempre un bel toccasana. In questo momento poi vorrei che mi desse quella carica in più per non diventare rossa come un peperone perché io quello sguardo non riesco a reggerlo più, quegli occhi, che cosa non sono?

Passa penso mezz'ora o forse un'ora e presa dalle sfumature dei capelli della mia amata protagonista, cerco di non pensare a lui che è ancora qui, a troppi pochi metri da me e dal mio inconfondibile imbarazzo.
Ho le mani sudate e non va bene, non posso sporcare il foglio ma ogni volta che non riesco a fare a meno di osservarlo, con la coda dell'occhio lo becco a guardarmi di rimando.

Sento una sedia spostarsi con poca cura ed è proprio la sua, non ho neanche il tempo di realizzarlo che lui è già fuori dal bar, così troppo improvvisamente.
Sento un vuoto e una strana malinconia dentro di me, non capisco perché abbia rinunciato a venirmi vicino, a conoscermi.
Illusa che non sei altro Marta, però iniziavo a sperarci sul serio, d'altronde mi stava puntando e non ha fatto niente per non farsi vedere apertamente.

- Questo è per te - Piero mi lascia un biglietto ben piegato sul mio tavolo e continua a sorridere, questa volta in modo malizioso.
Non è il mio nome scritto sopra ma... Alla ragazza dai capelli oro... ho quasi paura ad aprirlo ma la curiosità è più forte di ogni mia paura, forse questa giornata non è poi stata così sfortunata.

AMAMI se ci riesciWhere stories live. Discover now