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Chiusi il libro di matematica e guardai l'ora. Avevo studiato matematica per quasi due ore, ma alla fine ero riuscita a concludere tutto. Il giorno dopo mi aspettavano, non uno, ma ben due compiti di matematica. Il mio e, evidentemente, quello di Lisa.

Avevo una voragine allo stomaco e una voglia matta di mangiare quella torta che mia madre mi aveva preparato. Non potevo cadere così in basso, però. Gli istinti della gola mi tentavano, ma non potevo dargliela vinta così facilmente.

Quindi mi alzai, notando come le giornate si stessero allungando. Il sole non era ancora tramontato nonostante fossero le sei e ciò non poteva far altro che arrecarmi piacere. Significava che la bella stagione stava per arrivare e non vedevo l'ora di godere di tutto quello che avrebbe portato con sé.

Riposi il quaderno di matematica nello zaino e in quell'esatto istante, udii il suono ovattato del campanello. Non me ne curai più di tanto. Doveva essere Lisa e la strada fino alla mia stanza la sapeva già.

Chiusi la zip dello zaino e mi diedi un'occhiata allo specchio. La bellezza impeccabile che dovevo mostrare a scuola, secondo il volere di mia madre, era svanito in un trucco pasticciato sulla pelle chiara del mio viso.

Guardai i grumi di mascara depositati sulle occhiaie e la pelle circostante e, in quell'attimo di concentrazione, sentii una voce grave provenire dal salotto.

Ma chi è?

Lo pensai con un certo fastidio, quasi sul punto di sbuffare, ma la curiosità ebbe la meglio e finii per uscire dalla stanza e affacciarmi dalle scale a giorno.

Non vedevo la porta da lì, ma potevo vedere il fascio di luce entrava da essa e sentire finalmente in modo chiaro le voci.

- Si sta sbagliando -.

- Va' a casa, Aiden, ascoltami -. Le mie palpebre si mossero come le ali di una farfalla.

- Ma... - alzò la voce esasperato. Di che stavano parlando?

- Signora Jones, - abbassò il tono, costringendomi a sporgere l'orecchio per sentirlo meglio - si fidi di me -.

Udii solo il silenzio per una manciata di secondi. Mia madre stava tentennando nel dare una risposta.

- Mi dispiace... -.

Quello era il momento di intervenire e cercare di capire qualcosa.

Scesi di corsa le scale, in seguito ad una scarica di adrenalina.

Mia madre si voltò con gli occhi sgranati.

- Ciao, Aiden - lo salutai, più per infastidire mia madre che per lui. Quando lo guardai, vidi le sue labbra schiuse per lo stupore. Mi dovevano una spiegazione.

- Volevo sapere se avevi da fare -.

Mia madre sospirò, sconfitta.

Le opzioni erano due: fare un dispetto a mia madre dicendo di no, oppure farlo ad Aiden dicendo di sì.

- Domani ha un test di matematica - rispose per me mia madre.

Come la peceWhere stories live. Discover now