Bianca come la neve...

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Una ragazza impossibile.

Capitoli "eliminati" e da revisionare.

....A quei tempi non ero come sono adesso.
Ero diversa molto più fredda, molto più chiusa, molto più testarda.
Ero totalmente un' altra persona, dovuto anche al fatto della morte dei miei genitori.
Questa è la storia di una ragazza impossibile....
I miei genitori morirono in un incidente stradale quando avevo solamente sei anni, la notizia mi traumatizzò, per il semplice fatto che adesso non potevo contare più su niente e su nessuno, e tutto mi sembrava tremendamente difficile. Avevo avuto sempre paura di rimanere sola.
Quando morirono i miei genitori io non piansi, io non piangevo mai.
La paura della solitudine, dopo anni di stare isolata dal mondo, passò.
Adesso avevo più paura di affezionarmi alle persone, perché pensavo semplicemente, che dopo essermene
affezionata, mi avrebbero abbandonata tutti, proprio come fecero i miei genitori.
Il tempo passò velocemente da quella tragedia, io ero sola, ero sempre stata sola, non mi piaceva la compagnia di altri esseri viventi , mi piaceva il MIO spazio, quello dove potevo essere me stessa e fare quello che volevo senza disturbare nessuno. Passavo giornate a studiare, perché la cosa che mi disgustava di più era l'ignoranza, poi pensavo che studiando avrei potuto fare TUTTO...Aaaah, quanto adoravo sapere o sapere fare qualcosa in più degli altri.
Il mio problema era che mi stancavo subito, immediatamente, per cui, non portavo mai a termine nulla...Studiavo qualsiasi cosa, ogni cosa, ma nulla che mi interessasse veramente, fino a quando non trovai un libro in biblioteca - "Astronomia approfondita"-. Avevo sentito parlare di questa materia, ma non me ne ero mai interessata.
Prima però di cominciare a leggere, cercai ovviamente le basi , ovvero, -"Astronomia semplice"- .
Dopo un po' di ricerche lo trovai.
Per prima cosa lo aprii, era bellissimo.
Adoravo guardare le illustrazioni delle costellazioni e tutti i nomi strani che avevano.
Cominciai ad appassionarmi, nemmeno io ci potevo credere, ma mi attirava così tanto il cielo, che era più forte di me.
Intanto, ovviamente, andavo a scuola. Mi piaceva imparare, mi divertiva...Avevo alcune "amiche" che invitai a casa mia un paio di volte, però dopo quell'incontro, non mi rivolsero più la parola, non ne capivo il motivo...
In quegli anni vivevo con mia nonna che venne ad abitare a casa mia, era una persona molto calma di cui avevo tanta stima.
Lei mi raccontava episodi delle sue vicende, delle sue avventure...Aspiravo ad essere come lei...mi diceva sempre di mantenere la calma in qualsiasi situazione, anche nella più orrida, nella più stancante,ambigua, e mi diceva anche di metterci il cuore, SEMPRE e di amare, amare più che potevo perché la vita era troppo breve per sprecarla ad odiare...a quei tempi non capivo il significato di quelle parole , cosa volessero dire, sapevo solo una cosa, che un giorno le avrei capite e le avrei sfruttate.
Ripeto, avevo molta stima di lei, la amavo, era come la mia seconda mamma, anche se fredda, ero una bambina felice;
fino a quando un giorno, non ricevetti una telefonata, avevo 10 anni allora...
-Pronto, Pronto....è lei la nipote della signora Smith?- mi chiese qualcuno al telefono.
-Sì, sono io, dica...- risposi
-Signorina, sua nonna....è morta.
A quelle parole mi si gelò il sangue, mi cadde il telefono...
-Signorina, Signorina...- chiusi la telefonata, ero devastata, non sapevo che dire, che fare, che pensare, che provare....
Mi sentivo il nulla.
Nella mia vita era finito tutto.
Anche quest'ultima ancora di salvezza si era staccata.
Adesso c'era il buio.
Il buio di cui avevo una terribile paura.
Ero sola.
Adesso ero veramente sola.
Mi toccai il viso, stranamente era bagnato, bagnato di lacrime.
Avevo pianto.
Per la prima volta, avevo pianto per qualcuno.
Io non sapevo più che fare...Cosa avrei dovuto fare da li in poi, non avevo NESSUNO, tutti mi avevano abbandonata.
I miei genitori,
Le mie amiche,
Mia nonna.
Di chi dovevo fidarmi adesso?

...Chissà....

Due giorni dopo la morte, fecero il funerale a mia nonna, la salutai l'ultima volta...
-Grazie- le dissi.
-Per tutto quello che hai fatto per me, grazie. Sarai sempre al centro del mio cuore,Ti voglio bene Nonna.- la salutai così, sotto voce, come la neve che cade.
Un anno dopo la morte di mia nonna, ero cresciuta molto.
A scuola andavo estremamente bene, ero soddisfatta dei miei risultati, ma non ero felice,ero vuota, spenta.
I professori si congratulavano con me, ed io ero veramente fiera di tutto l'impegno messo in quegli anni.
Fortunatamente mia nonna, mi lasciò una bellissima eredità, che mi diede la possibilità di continuare a vivere senza bisogno di nessuno.
Ero responsabile.
Ero matura.
Ero intelligente.
Ero cresciuta troppo in fretta.
Alla mia età, di solito, si pensava allo smalto o almeno per quello che facevano capire le mie compagne era così.
A me non interessavano cose tanto futili.
Per il semplice fatto che non mi servivano
Pensavo solo a studiare, a leggere, a scrivere.
In quegl'anni avevo coltivato ,però, delle passioni;
Il canto;
Il disegno;
La danza;
La musica;
E il cioccolato bianco.
Sì, ero dipendente da quel cioccolato, era buono, ma una cosa che mi faceva impazzire ancora di più erano....le caramelle!!!
Adoravo tutte le caramelle,
Tranne quelle gommose, perché mi si appicavano ai denti ed era una cosa che mi dava potentemente fastidio.
Un'altra cosa che amavo era la neve...
La neve era il mio punto di riferimento,da cui prendevo insegnamenti...
Il mio motto era sempre lo stesso-" Sii sempre come la neve: fredda ma spettacolare..."-
Mi piaceva quella frase, perché mi descriveva alla perfezione.
Io ero bianca...in tutti i sensi...Ero pallidissima...
1) perché ero molto chiara di mio
2) perché soffrivo e soffro a tutt'oggi di anemia, cioè, la mancanza di ferro nel sangue che mi causava spesso, anche svenimenti.
3) perché...lo scoprirete tra poco.
Ero fredda, perché le circostanze della mia vita mi avevano portato ad esserlo.
E poi spettacolare, sinceramente io non ho mai pensato ad una cosa del genere.
Anche se avevo una grande autostima, non mi descrissi mai come "spettacolare".
Erano parole delle mie compagne che si lagnavano intorno a me come mosche, io odio le mosche, non esiste essere più inutile....
Dicevano di continuo..-Come vorrei essere te, sei bella, sei formosa, sei alta, hai un corpo perfetto, capelli meravigliosi, sei intelligente, tutti i ragazzi sbavano dietro di te, Uffa.-
Sinceramente ero lusingata da quelle parole, però, mi dava fastidio la loro "mosca esistenza"....Ve lo giuro erano IN-SOP-POR-TA-BI-LIIIIII!
Sinceramente non vedevo l'ora di compiere 18 anni, così, sarei stata maggiorenne e me ne sarei potuta andare da quel posto.
Mi ero stancata, come in tutto del resto...ma a quanto pare non ci fu bisogno di aspettare i 18 anni....
Un giorno tornando da scuola, squillò il telefono...
-Pronto, è lei la Sign. Smith?- chiesero dall'altra parte del telefono.
- Sì, sono io, mi dica pure.- risposi.
- Salve,il mio nome è Brian, la volevo informare del mio arrivo in città.
Il Signor Watari la vuole a bordo.- mi disse.
-...Non capisco...chi è il Signor Watari, perché mi vuole a bordo, e poi su quale nave?!...- dissi abbastanza allarmata.
-Mi scusi, forse non era stata informata...Il signor Watari è il fondatore di vari e prestigiosi orfanotrofi, che comprendono solo bambini e ragazzi geniali, intelligenti.
- Capisco, grazie per le informazioni, ma non ho bisogno di un orfanotrofio, me la caverò come ho fatto finora-. Il mio tono era un po' adirato effettivamente, ma io non volevo andare in un orfanotrofio, non ne avevo bisogno, stavo benissimo già così....
-Comunque, la sto venendo a prendere lo stesso.- Mi disse con aria divertita....
Da qui comincia davvero.....tutto.

Ebbene, spero questa introduzione non vi abbia annoiato, sono felice di dirvi che la storia vera e propria della nostra protagonista deve ancora cominciare,chissà....cosa le riserverà il futuro....
Bye bye❤....al prossimo capitolo

...Una Ragazza Impossibile...Where stories live. Discover now