20. Vecchio giocattolo

Start from the beginning
                                    

Mi sedetti ai gradini del portico e aspettai che arrivasse. Un rumore mi fece sussultare. Era stato come un tintinnio di chiavi. Mi misi in piedi con il cuore in gola. Non si poteva di certo dire che fossi coraggiosa.

Il rombo di un auto in fondo alla via mi distrasse. Lisa si fermò un paio di secondi dopo davanti la mia porta. La raggiunsi in fretta e salii sulla sua auto. I suoi le avevano comprato quella macchina per il suo sedicesimo compleanno ed era stato il regalo più bello di tutta la sua vita.

- Ehi! - trillai salendo in auto. Lisa mi sorrise di rimando. Aveva fatto i boccoli ai suoi lunghi capelli color dell'oro e aveva addosso ancora il trucco di quella mattina. Il mascara le si era sbriciolato sulle occhiaie, coperte da un correttore ormai quasi del tutto inesistente.

Girò la chiave nel quadro e mise in moto. - Non riuscivo a dormire neanch'io - sospirai, accasciandomi sul sedile.

- Come mai? -.

Le rivolsi uno sguardo fugace e alzai gli occhi. In un certo senso mi sentivo giudicata da lei riguardo Aiden. Sapevo perfettamente che avevamo già chiarito quell'argomento, ma era chiaro che a Lisa non piacesse particolarmente il mio vicino di casa.

- Aiden... - cominciai cercando le parole giuste - Noi abbiamo legato molto in queste settimane -.

- Cosa intendi con molto? - mi interruppe immediatamente.

- Stavamo quasi per baciarci -.

Lisa si voltò completamente verso di me, ignorando la strada davanti a lei. Non le avrei mai detto che Aiden si intrufolava dalla mia finestra.

- Ma non è successo. Ieri sera abbiamo guardato un film insieme e oggi dovevamo andare a scuola insieme, ma non mi ha aspettato - le raccontai. Mi sentivo così confusa dal suo comportamento...

- Gli hai chiesto perché? -.

Feci spallucce. - Mi ignora. E... - mi fermai un attimo a pensare - sospetto che nasconda qualcosa -.

Lisa non rispose questa volta, continuando a guidare. - Il mio intuito mi dice che non è totalmente sincero con me. In queste settimane ho imparato a conoscerlo, so cosa gli piace fare. Avresti mai creduto che è un genio in matematica? Be', lo è, ma... sento di non sapere tutto su di lui - confessai. Lisa era l'unica persona con cui potessi parlare liberamente, nonostante avessi omesso alcuni particolari.

- Dovresti parlargli - mi suggerì.

- Dici sul serio? Non voglio farmi mettere i piedi in testa -.

- Che senso ha stare male senza neppure sapere il perché? -.

Avevo già sottolineato più di una volta ad Aiden il fatto di sapere davvero poco su di lui, quindi non sapevo davvero come fare.

- Alla fin dei conti, nemmeno lui conosce molto di me -.

- Tu hai la faccia da brava ragazza, non hai nulla da nascondere, a differenza sua -.

- Anche lui è un bravo ragazzo -. Pensai alle volte che si era comportato in modo premuroso verso di me, quando mi aveva chiesto di fare i compiti con lui con tutta quella dolcezza nello sguardo e quando avevo scoperto le centinai di poesie appese alle pareti della sua camera.

Restammo per qualche minuto in silenzio, fin quando Lisa non si fermò nel parcheggio deserto della nostra scuola. Faceva uno strano effetto guardare la scuola al buio, con tutte le porte e le finestre sigillate e le luci spente all'interno.

- Tu perché non riuscivi a dormire? -.

Sospirò, staccando le mani dal volante. Teneva lo sguardo basso, provando quello che credevo fosse vergogna. - I miei genitori dicono che sono una delusione - confessò.

Come la peceWhere stories live. Discover now