Prologo.

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Ogni cosa è un colore,
ogni emozione è un colore.
Il bianco è un colore che non sopporto.
Notte in bianco, andare in bianco, foglio bianco.
Il bianco non è niente, come il silenzio.
E la scuola... è più bianca del bianco.


16/10, Martedì.

«Louis. Pss, Louis!»

Louis si svegliò di soprassalto quando si sentì chiamare dal suo compagno di banco, e «cosa vuoi, Zayn?» domandò voltando il capo e posando l'altra guancia sulle braccia, ignorando di essere in classe nel bel mezzo di una lezione.

«Capisco che la spiegazione di storia non sia il massimo e che la nostra prof non aiuti, ma evita di addormentarti! Ti ha guardato malissimo almeno due volte.»

«Non c'è due senza tre» infierì il ragazzo alzando appena il viso per guardare il moro al suo fianco. «Non mi importa di quello che sta spiegando, Zay. Sono cose che ho già fatto l'anno scorso, considerando che sono stato bocciato. Magari non le ho studiate e approfondite, ma mi ricordo la spiegazione.»

«Ciò non ti autorizza ad addormentarti» insistette Zayn.

Sempre più stanco, Louis appoggiò una guancia sul palmo della mano per tenere la testa sollevata.

«E tu da quando sei così attento alla lezione, di grazia?»

«Per carità, non ti permettere proprio! Se sto facendo così tante storie è solo perché voglio poter usare il cellulare in pace senza che la prof tenga d'occhio il nostro banco. Quindi, cortesemente, alza quella testa di merda che ti ritrovi!»

«Malik! Tomlinson!»

Zayn si accorse troppo tardi di aver alzato un po' troppo la voce.

Sbuffò per l'ennesima volta stendendo una gamba sotto al banco, e «scusi prof» l'accontentò fingendo di scrivere degli appunti su due pagine bianche.

Louis seguì i suoi movimenti senza sollevare la testa dal palmo della mano, evitando in ogni modo di incontrare lo sguardo della professoressa.

«Non ho dormito stanotte» confessò dopo un po', osservando gli scarabocchi che Zayn stava facendo ai margini delle pagine.

«Lo avevo intuito» rispose sarcastico l'amico, «che hai combinato?»

«Ho studiato fino a tardi.»

Zayn fece cadere in malo modo la penna sul banco per coprirsi la bocca con un pugno.

Non che la cosa fosse servita ad attutire la sua risata, ad ogni modo.

«Malik!»

«Ha ragione, scusi ancora!» le concesse alzando una mano e mordendosi le labbra per trattenere l'ennesima risata.

«Queste battute nell'ora di storia no Loueh, per cortesia.»

«Volevo provare l'ebrezza di dirlo anch'io» si scusò Louis, nascondendo le sue risate dietro un pugno.

Nonostante Zayn volesse rimanere in silenzio per non essere richiamato per la terza volta nel giro di pochi minuti, come sempre, la curiosità ebbe la meglio.

«Chi è lei?»

Non era sicuro che Louis lo avesse sentito dato il suo tono eccessivamente basso, ma il suo sorriso soddisfatto e il suo sguardo appagato gli fecero intendere che lo aveva sentito eccome.

«Mi pare si chiami Danielle» spiegò, nascondendosi alle spalle del compagno seduto di fronte a lui. «È nella classe in fondo al corridoio. Castana, occhi verdi...»

Red as the blood.Where stories live. Discover now