Capitolo Sette

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A Louis non era mai importato più di tanto del proprio aspetto nei momenti di grande stress, ma in quel momento stava proprio superando il limite. Aveva sorpassato la fase "grunge-chic" e si era avventurato nel settore "senzatetto" qualche ora prima.

Si sfilò il giubbotto e lo appoggiò sulla sedia della scrivania, una sedia su cui nessuno poteva più sedersi a causa della crescente montagna di vestiti sporchi impilati sulla seduta. Il solo atto di raggiungere il letto sembrava piuttosto un guadare in un campo minato. Solo che, invece delle mine, Louis inciampava su confezioni vuote di caramelle e cartoni di cibo spazzatura e altri vestiti con urgente bisogno di essere lavati.

"Nessuno parla mai di questo nei volantini delle università," borbottò, grattandosi la barba del quarto giorno. Doveva davvero radersi. E farsi una doccia, perché i suoi capelli sapevano dei cheeseburger che aveva cucinato fino a mezz'ora prima. Cazzo, sperava di ottenere quello stage retribuito.

"Lou, sei tu?" Zayn si fermò sul ciglio della porta, osservando con diffidenza il caos che vi regnava. "Hai finito il tuo turno?"

"Sì. Devo ancora terminare il saggio. Però manca solo la conclusione. Non credo di metterci tanto." Louis si lasciò cadere sul letto e gli fece segno di avvicinarsi. Zayn cedette con un sospiro e in qualche modo riuscì ad arrivare su Louis senza ferite permanenti.

"Puzzi di fast food."

Louis strinse il suo migliore amico e strofinò la guancia contro la sua, giusto perché era uno stronzo. "Ti eccita?"

"Credo che tu mi stia confondendo con Niall, piccolo." Si accasciò su Louis come una bambola di pezza. "Allora, come sta andando la vita matrimoniale? Oggi hai visto H?"

"No, ci siamo soltanto sentiti al telefono tra le lezioni." Percepì la propria espressione contorcersi in quella che a Zayn e Niall piaceva chiamare la sua "faccia da cucciolo triste". Louis preferiva considerarla un'espressione lievemente-turbata-in-modo-mascolino. Era così incompreso. "Mi manca."

"Aww, Lou!"

"Hai finito?" Louis si spostò su un fianco e obbligò Zayn a fare lo stesso, poi gli pizzicò il mento lievemente meno ruvido. "Potrei vederlo questa sera se riesco a finire il mio dannato saggio."

"Non puoi studiare da lui?"

Louis inarcò un sopracciglio. "Non sono certo di quanto studio riusciremmo a portare avanti. Mi... mi distrae molto."

"Allora l'avete già fatto?" Zayn mosse le sopracciglia in modo allusivo. Ridicolo. Louis non avrebbe assecondato una tale idiozia.

"Fatto cosa?" represse un sorriso.

"Quello," rispose Zayn, serio.

"Abbiamo dodici anni?"

"Hey, non c'è nulla di male nell'avere dodici anni. Anche tu hai avuto dodici anni ad un certo punto, sai."

Louis fece una smorfia. Non erano stati i suoi anni di splendore, quelli. Alcune prove ancora giravano negli inferi più bui di Internet. Sarebbe stato meglio per loro restarci. "Ti prego, non ricordarmelo."

"Smettila di menar il can per l'aia e dimmelo." E visto che gli amici di Louis erano tutti sadici, ricevette anche un crudele pizzicotto al capezzolo per la sua riluttanza.

"Aia, cazzo! Perché siamo amici?"

Zayn fece il broncio. Era un bambino e Louis non avrebbe tollerato quel genere di abuso emotivo. Assolutamente no.

"Dimmelo e basta. Ho bisogno di vivere indirettamente attraverso qualcuno. Ho deciso che quella persona sarai tu."

"Cristo, va bene. Io... voglio dire noi... uh, più o meno..." si strofinò la nuca, "non l'abbiamo fatto. Quello. Per ora." Aveva ventun anni, stava per laurearsi, aveva un lavoro part-time e la patente di guida e questa era la risposta più eloquente che era riuscito a formulare. Okay.

I Like the Way You Bend for Me, Baby - Italian TranslationWhere stories live. Discover now