Aveva descritto molto bene tutta la situazione, ma alla sua maniera. Rafael non parve gradire per niente.

Osservai bene tutti partecipanti. Simon si scambiava occhiate di complicità con Alex, gli unici due esseri umani, a parte Luke, in quel casino sovrannaturale erano loro. L'occasionale menestrello indossava una camicia grigia, con sopra una giacca elegante nera e dei jeans blu scuro e infine scarpe sportive anch'esse nere. Era strano vederlo vestito in maniera "elegante".

Alex aveva una camicia bianca, dei jeans chiari e delle scarpe da tennis. Luke Collins era a suo agio nel suo completo lussureggiante azzurro scuro, con sotto una candida camicia e cravatta in tinta abbinata all'abito.

Guardava fuori dall'immensa vetrata, sicuramente pensava a come poter fare ad aiutare i suoi preziosi investimenti.

Il mio amico sembrava assente. Il suo abbigliamento anche esprimeva le sue emozioni: giacca di pelle, camicia, pantaloni e scarpe rispecchiavano il suo umore...totalmente nero. Aveva scoperto che era stato reso vampiro dalla sorella di Rafael, per colpa mia, per proteggermi.

Forse avrebbe preferito morire nel 1876.

La causa della mia vampirizzazione, Faith, la donna che da umano amavo più di ogni cosa al mondo, mi scrutava e abbozzò un sorriso inclinando leggermente la testa.

Infine, spostò la sua attenzione su Luke, cercando di capire su cosa stava rimuginando. Indossava abiti moderni, un top verde, una giacca di pelle nera, dei jeans grigi stretti e aderenti, e degli stivali scuri col tacco.

Accanto a lei sedeva il potente Master, Rafael, nel suo completo nero. Il vampiro fissava Simon con disapprovazione per la sua esposizione sull'accaduto.

Mi alzai e mi schiarì la voce.

«Ora che grazie al nostro menestrello o, meglio, giullare di corte siamo tutti a conoscenza dei fatti avvenuti, come potremmo agire?» chiesi al gruppo poggiando le mani sul lungo tavolo in noce adibito alle conferenze.

Luke si girò e, con le braccia incrociate dietro la schiena, si incamminò verso il suo posto a capotavola ma non si sedette, rimase in piedi. Sembrava uno di quei meeting aziendali, dove il presidente parla ai dipendenti, e magari Luke la vedeva proprio così, infatti prese parola.

«Ho un piano per gestire questa grottesca situazione. Ognuno però dovrà svolgere la sua parte. Per iniziare, Alex...»disse l'uomo d'affari.

Il ragazzo lo guardò e si mise in ascolto. Non si erano visti molte volte, ma l'uomo apprezzava molto l'inventiva e la tenacia del giovane.

«Mi dica, signor Collins», rispose semplicemente Alex sistemandosi sul tavolo con le mani intrecciate.

Il nostro tecnico era piuttosto sportivo: indossava una maglia a manica lunga bianca, sopra di essa portava un giubbino nero leggero e infine calzava semplici jeans e scarpe da ginnastica.
«Pensavo tu potessi progettare un tipo di proiettili che possano per lo meno rallentare o scalfire Nathan. Non sappiamo le intenzioni del fratello, perciò presuppongo che dovremmo anche difenderci da lui. E, inoltre, non credo agisca da solo, potrebbe collaborare con vampiri o licantropi e sicuramente con maghi, dato che qualcuno dovrà svolgere il rituale», espose Luke rivolgendosi solo ad Alex che, intanto fissava le sue mani. Poco dopo alzò lo sguardo verso Luke e annuì.

«Stavo lavorando a un tipo di munizioni che potete usare sia contro i licantropi che contro i vampiri come voi. Proiettili di argento che all'impatto esplodono lanciando pezzi di legno nel corpo del nemico. Dovevo giusto migliorarli, per ora è il massimo che posso fare», affermò il ragazzo rimettendosi a sedere più comodo.

«Simon...cerca di scoprire dove possono nascondersi Nathan e i suoi alleati. Ti metto a disposizione le mie informazioni per facilitarti il lavoro. Ma se provi a fare il furbo chiamerò personalmente l'agente Lewis per farti sbattere al fresco, sono stato chiaro?» intimò Luke con un viso senza espressione che ricordava molto Rafael.

Ricordi ImmortaliWhere stories live. Discover now