Capitolo 14

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Dopo un paio d'ore Eleonora si svegliò. I raggi del sole penetravano dalla finestra e illuminavano il viso di Leonardo che, beato, stava ancora dormendo. La giovane spostò il ciuffo del ragazzo dagli occhi chiusi alla sua giusta posizione sulla fronte, poi gli baciò quello spiazzo, le guance e le labbra. Poi appoggiò delicatamente la propria bocca sulle palpebre del moro e, quando si allontanò, lui sorrise e aprì gli occhi. La sua visione fu celestiale: il viso di Eleonora, essendo rivolta con la schiena verso la finestra, era contornato dai gialli fasci solari che la rendevano come circondata da un'aurea eterea, facendola somigliare quasi ad un Angelo sceso dal cielo e venuto in terra solamente per stargli accanto. Alla vista del sorriso del giovane, anche lei sorrise e disse: - Ben svegliato, dormiglione.
- Ciao Amore. - lui la baciò.
- Come mai sei così felice? - Eleonora gli pose la domanda, ignara di quello che il moro aveva appena visto.
- Grazie a te. - lei non capì. - Perché, messa con le spalle rivolte verso la finestra, il sole rende il tuo viso come circondato da un'aurea celestiale, eterea, facendoti somigliare ad un Angelo venuto dal cielo. - La ragazza sorrise e lo baciò. Lui ricambiò il bacio in modo passionale: accarezzò le cosce della giovane portandola su di sé, poi pose le mani sui fianchi e la avvicinò il più possibile al suo corpo, in modo tale che nemmeno il più fine getto d'aria potesse passare tra di loro. Quando entrambi si staccarono ormai senza più fiato, lei rise e a lui, sentendo quella risata così angelica, sembrò di nuovo di vedere un Angelo.
- Non so cosa mi stia succedendo ma io ho davanti a me la visione della perfezione, un Angelo a cui sono state tolte le ali, ma a cui stanno ricrescendo grazie alla forza dell'amore. Ti amo tanto, Principessa.
A quelle parole Eleonora si commosse e, piangendo copiose lacrime di gioia, disse: - Ti amo tanto anch'io, mio Principe. - lo baciò di nuovo e, quando si staccarono, Leonardo le accarezzò il viso con il pollice asciugandolo da quelle lucenti lacrime di felicità.
- Piccola mia, non piangere nemmeno se sono lacrime di gioia, perché per me è quasi scontato dirti ciò: questa volta ho dato ascolto al mio cuore e il mio cuore stesso ti ha parlato, suggerendomi quelle dolci parole. "Ti amo" è diventato il mio mantra e te lo ripeterò all'infinito se lo vorrai.
- Oh Leo! - lo abbracciò stretto. - Ti amo! Ti amo! Ti amo! - Ed ogni volta che lo diceva Leonardo rispondeva "Anch'io" e poi la baciava su quelle morbide e rosee labbra.
- Ele, quello che io provo per te non è semplice Amore con la "A" maiuscola, ma qualcosa di più. Oltre ad essere la dimostrazione che una persona con sangue reale può amare benissimo una persona senza sangue blu, è anche la dimostrazione che io non ti amo - Eleonora rimase scioccata da quella risposta che per poco non gli tirava uno schiaffo. - Io ti "Amare", Principessa.
- Uno: stupido! - e gli tirò un pugnetto sulla spalla. - Due: che vuol dire?
- "Ti amavo" è al passato, "Ti amo" è al presente e "Ti amerò" è al futuro, "Ti amare" è all'infinito, proprio come la durata del mio amore per te. - La giovane sorrise con gli occhi lucidi per l'emozione che gli aveva provocato quel bellissimo discorso, poi lo baciò: un semplice bacio a stampo ma che, per quello che comunicava, divenne il più bel bacio della loro vita.
- Allora, ti amare anch'io, Leo. - lui sorrise e la baciò di nuovo.
- Ripetimelo. - le disse.
- Ti amare.
- Ancora.
- Ti amare.
- Ripetimelo all'infinito Eleonora, fai che questo diventi il tuo mantra e, per favore, io desidero ardentemente che te me lo dica anche al mio capezzale quando sarò sul letto di morte. Voglio che te sia l'unica persona al mio fianco in quel momento e, per favore, appena ti risponderò voltati e non guardarmi, vorrei che tu mi ricordassi in carne e in salute, non smunto e dall'aspetto cadaverico, cosa che sarò. Inoltre non tenermi nemmeno la mano, voglio che te ricordi il calore del mio corpo da vivo, non il freddo che caratterizza un uomo morto. Per favore.
- Oh Leo, certo che lo farò, ma, per favore, non parliamo della morte, è una cosa che mi inquieta
- Certo, mia Principessa. - e mi baciò la mano.
- Grazie. Però ora alziamoci e, non so, andiamo a farci una passeggiata a piedi o a cavallo per i boschi. C'è un bel sole ed è appena caduta la prima neve della stagione, gli alberi devono essere uno spettacolo da vedere. - disse uscendo dalle coperte e alzandosi, seguita da Leonardo.
- Va bene, Amore, ma prima cambiamoci e mettiamoci qualcosa di più pesante, nonostante il sole credo che faccia molto freddo fuori.
Così, dopo essersi cambiati, i due uscirono mano nella mano diretti verso il bosco dietro alla baita dove, a dire del ragazzo, non c'era nessuno in quei giorni, in quanto la strada era bloccata dall'abbondante neve. Ma lui, a differenza degli abitanti del luogo, era l'unico, oltre a Saul, a essere a conoscenza di una stradina così coperta dagli alberi che non vi si trovava nemmeno un candido fiocco; quella stradina portava ad una piccola grotta molto luminosa in cui al suo interno, in quanto disabitata, crescevano i più belli e svariati tipi di piante invernali, rendendola quasi una radura incantata. Inoltre di sera, quando si faceva silenzio e ci si muoveva poco, si potevano scovare le lucciole e che, alle coppie più fortunate, la notte di Natale si appoggiavano sulle mani di entrambi, garantendo la felicità coniugale.

Spazio autrice:

Bho, non so perché abbia scritto ventimila righe su Leo che parla della sua futura morte... Non so che problemi ho!
Questo è l'ultimo capitolo pronto che ho, quindi non aspettatevi una pubblicazione in tempo (che tanto non pubblico quando devo comunque...) ma non preoccupatevi perché sto già lavorando al prossimo capitolo.

Un bacio,
Andrew

Un amore inaspettato || LeonoraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora